PROGETTO FARI: DALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA AI BANDI Il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Demanio presentano al Salone Nautico di Genova i bandi di concessione di 11 fari italiani
Il Direttore Generale dell’Agenzia del Demanio Roberto Reggi e l’Amministratore Delegato di Difesa Servizi Spa Fausto Recchia hanno presentato, a Genova, durante la giornata di inaugurazione del 55° Salone Nautico, i bandi di gara che assegneranno in concessione 11 fari dello Stato, 7 gestiti dall’Agenzia del Demanio e 4 dal Ministero della Difesa. Ha concluso il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
A fare gli onori di casa durante l’evento, che si è tenuto nella sala “Teatro del Mare”, il Presidente dei Saloni Nautici, Anton Francesco Albertoni, e il Presidente della FIV – Federazione Italiana Vela, Carlo Emilio Croce. All’incontro, introdotto da Donatella Bianchi, madrina del progetto, giornalista Rai/LineaBlu e Presidente del WWF Italia, hanno partecipato Lamberto Mancini, Direttore Generale del Touring Club Italiano, Giorgio Palmucci, Presidente AICA – Associazione Italiana Confindustria Alberghi, e Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva.
A seguito della grande quantità di proposte arrivate sul sito www.agenziademanio.it durante la consultazione pubblica on line, con la quale si chiedeva di proporre e segnalare progetti di rinascita, l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa hanno strutturato bandi di gara grazie ai quali i fari verranno assegnati in concessione ad operatori che possano realizzare un progetto di sviluppo dall’elevato potenziale.
Nel dettaglio i bandi saranno gestiti dall’Agenzia del Demanio e dal Ministero della Difesa/Difesa Servizi parallelamente, con alcune differenze che mantengono le peculiarità dei diversi beni.
I bandi avranno come caratteristiche comuni: l’adozione della medesima procedura, le stesse modalità di aggiudicazione, uguali tempistiche per la presentazione delle offerte, con una durata di tre mesi dalla pubblicazione. Criterio di valutazione sarà l’offerta “economicamente più vantaggiosa”, data dalla proposta progettuale, valutata con punteggio pari al 60%, e dalla proposta economica, a cui può essere assegnato un punteggio massimo pari al 40%.
I bandi, pubblicati sulla Gazzetta ufficiale il prossimo 12 ottobre saranno online su www.agenziademanio.it e www.difesaservizi.it per tutta la durata della procedura (fino al 12 gennaio 2016). La valutazione della proposta qualitativa terrà conto dei temi emersi dalla consultazione pubblica, quali le soluzioni per il recupero del bene, l’attenzione al territorio e alla fruibilità pubblica, la possibilità di creare un network tra più strutture, attraverso una rete di servizi e attività condivise.
La strada prevalente per il riuso dei fari, emersa dai risultati della consultazione, è quella del lighthouse accommodation, formula turistico-ricettiva rispettosa del paesaggio e in linea con le identità territoriali e con la salvaguardia dell’ecosistema ambientale. Questa funzione emerge come la più idonea. Sono venute in luce anche altre attività complementari e servizi di tipo ricreativo, sociale, culturale, per lo sport, declinabili a seconda delle specificità territoriali e orientate alla riscoperta del mare, della marineria e del settore nautico.
I fari inseriti nel progetto si trovano in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana. Si tratta del Faro di Brucoli ad Augusta (SR), il Faro di Murro di Porco a Siracusa (SR), il Faro di Capo Grosso nell’Isola di Levanzo – Favignana (TP), il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica (PA), il Faro di Capo d’Orso a Maiori (SA), il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia (NA), il Faro di San Domino alle Isole Tremiti (FG) e dei quattro proposti dal Ministero della Difesa il Faro Punta del Fenaio e il Faro di Capel Rosso sull’Isola del Giglio (GR), il Faro Formiche di Grosseto e il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR).
L’iniziativa FARI si inserisce nel più ampio circuito di Valore Paese, il progetto dell’Agenzia del Demanio per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico italiano attraverso la sinergia tra i settori del turismo, dell’arte e della cultura, dello sviluppo economico e della coesione territoriale. In tal senso, il recupero del patrimonio pubblico di proprietà dello Stato e degli Enti locali viene considerato non più solo in termini di costo per la collettività, ma anche significativa leva di sviluppo territoriale e sociale.
Tutte le informazioni su Valore Paese – Fari sono disponibili su www.agenziademanio.it, nella sezione dedicata al progetto accessibile direttamente dalla Home Page, e sul sito www.difesaservizi.it per le informazioni relative ai fari proposti dal Ministero della Difesa.
Una considerazione che esula da tutti i tecnicismi legati al bando e alle possibiil destinazioni d'uso di queste meraviglie, non solo del Giglio: ma che paese è dventato l'Italia se , per l'incapacità di amministrare correttamente la cosa pubblica e di tagliare drasticamente gli sprechi, sopratutto quelli legati al malaffare, di cui i mezzi di comunicazione ci danno notizia ogni giorno, si vede costretto a far cassa svendendo ad una ad una le proprie meraviglie appunto. Di questo passo, poi toccherà, magari ai musei e a tutto ciò che nel corso dei secoli , passati o recenti,ci è stato lasciato; un giorno, andando avanti così, toccherài al Colosseo o all'Arena di Verona e così via. In altri paesi ,vedi la Francia, quasi tutti i fari come quelli della Bretagna, sono stati dichiarati monumento nazionale con tutte le conseguenze del caso. A buttarla in politica mi viene da dire che non c'è peggior cosa di un governo di sinistra o di centro sinistra o presunto tale, che attui politiche di segno opposto, soprattutto nel campo dell'amministrazione della cosa pubblica. Angelo Stefanini
Caro Gian Piero ho scritto "iniziativa privata" proprio per evitare di coinvolgere l'Amministrazione Comunale che, se avesse voluto, si sarebbe già mossa da tempo._ Certamente il Comune del Giglio potrebbe essere il GARANTE di questa iniziativa e quindi inserire (o chiedere che lo venga), nel bando, il concetto di Gigliesità dei proponenti .... sicchè sarebbe bello che motivata ogni iniziativa meritevole._ E' certo che le difficoltà da superare ci sarebbero ma, applicando la tecnica della gradualità o dello step by step, una azione di volontariato razionalizzata con criterio (e qui la presenza sull'isola sarebbe decisiva) potrebbero essere superate di slancio, laddove ci fosse una forte e consistente partecipazione.
Caro Pietro, l'idea non solo mi sembra bella, intelligente e brillante, al punto che mi piacerebbe sottoscrivere una quota di questa società senza scopi di lucro (semprechè, naturalmente, al momento, del "redde rationem" mi ritrovi i soldi), con molteplici finalità potenzialmente da perseguire e realizzare. Nella fattispecie, comunque, quattro sono principalmente i problemi da affrontare: 1° il tempo di trovare e convincere i soci per costituirla, nonché di provvedere ufficialmente a costituirla per renderla operativa; 2° il fabbisogno di capitale di rischio per poter competere, con qualche probabilità di successo, con le altre offerte; 3° l'idea o le poche idee su cui poter contare, per un progetto credibile, fattibile, fruibile ed economicamente realizzabile; 4° la condizione oggettiva che la società (a meno che non disponga di ingenti capitali di rischio) dovrebbe, in primo luogo e senza eccessivi patemi, affrontare e sopportare, ovvero la discrepanza temporale ineludibile, determinata dalla discrasia tra uscite ed entrate, in quanto elemento discriminante delle scelte tipologiche da fare, circa l'"intrapresa" da realizzare ; ragion per cui, "necesse est" perseguire un'iniziativa che, di per se, consenta un rapido "ritorno" dagli "impieghi", evitando, al massimo, i cosiddetti "tempi morti", durante i quali, nel mentre le spese corrono le entrate languono. Detto questo, nel ribadire che un'ipotesi che mi affascina è quella di trasformare il manufatto, meno compromesso dai riverberi di luce notturna degli abitati che lo contornano, in centro di didattica e d'osservazione astronomica, ritengo preferibile, anche perché, se la Municipalità lo volesse, attraverso il diritto di prelazione, potrebbe farli suoi, che i due fari finissero nelle mani del Comune, per realizzare progetti di vario tipo, nell'ambito delle prerogative che le premesse del "trasferimento" oneroso e temporaneo, gli consentono.
E se si formasse un azionarato collettivo di Gigliesi, come soggetto privato, che si candidasse a gestire i SUOI FARI ??? ........ sono un sognatore e un sentimentale ??? AMORE, PRESENZA, CONOSCENZA DELLA LOGISTCA, ATTIVITA' BASATA FONDAMENTALEMENTE SUL VOLONTARIATO E SOLDI ..... QUANTO BASTA PER PAREGGIARE I CONTI e con la collaborazione fattiva anche del Comune "ovviamente" !!!
Il Sindaco Ortelli in risposta a PROGETTO GIGLIO il 3 ottobre scriveva: Prima di traguardare il bando di gara, si svilupperanno alcuni tavoli pubblici ai quali siederanno anche la Soprintendenza, il Comune ed il Parco, per determinare gli scenari sui quali fondare gli elementi di gara.