Proposta per una nuova toponomastica
Al Sindaco, all’Amministrazione Comunale, ai Gigliesi tutti.
Colgo l’occasione della scomparsa di Beppino Ulivi per invitarvi a pensare e possibilmente realizzare una idea, che ho in testa da tempo, tant’è che ne ho già parlato con qualcuno. Prima di esporla devo fare due considerazioni, che ne sono le fondamenta.
Prima considerazione: al Castello (non so negli altri centri abitati) vi sono vicoli, vie dedicate a persone e date, che ormai dicono poco o nulla ai contemporanei (es. via XI Febbraio, via Fanfulla, “via Regina”: quale regina?);
Seconda considerazione: le vie hanno un nome perché, fra l’altro, ci ricordino la filantropia del personaggio o un evento, significativo dal punto di vista culturale, politico, sociale. Allora il nome della via assume un valore di riferimento storico per un invito ad assumere un comportamento socialmente utile per l’intera popolazione. Se il concetto di storia è legato a quello di tempo (diversamente che senso avrebbe fare ricerca?), essa rappresenta un modello positivo, offerto a noi, che siamo gli artefici attivi (più o meno) della nostra epoca. La ricerca presuppone che la storia, il tempo ormai hanno fatto proprie tali persone, relegandole nella memoria scritta o nella tradizione orale di chi le conobbe e ne apprezzò le qualità umane e umanitarie. Oggi, ma credo che sempre sia utile ricordarle, dando loro attestazioni, riconoscimenti, anche assegnando alle vie i loro nomi.
La mia richiesta o idea da realizzare. Una nuova toponomastica richiede di rendere pubbliche, di enumerare e rievocare le qualità che hanno contraddistinto le persone cui dovrebbero essere dedicate le vie. Io mi faccio promotore di presentare i nomi, i meriti, le qualità, spesso celate per pudore.
Aldi Francesco (Cecchino): poeta, compositore, musicista, insegnante di musica; credo che tutti abbiamo apprezzato da tempo il suo amore per il Giglio e la risonanza in ambito nazionale che la canzoni (parole e musica) hanno avuto da tempo. E’ stato anche un eccellente suonatore di cornetta; ha diretto per anni la Banda musicale Enea Brizzi. Come insegnante di strumenti e di musica ha ancora viventi allievi gigliesi. I figli Aldo, Cesarina potranno essere più precisi di me nel dare notizie ulteriori e più precise.
Ulivi Giuseppe: nei giorni seguenti la morte, ho letto numerose testimonianze sul suo amore e sulla sua operosità nei confronti del Giglio, per cui non credo di poter aggiungere altro.
Caponi Bruno: con le sue mostre di pittura ha reso il Giglio noto in tutto il mondo; il suo impegno per l’isola ha promosso numerose iniziative culturali, facendo venire sull’isola personalità straniere note nel mondo della cultura internazionale. Celebre la sua frase che risalta sul telone dei festeggiamenti di San Mamiliano posto in Piazza Gloriosa: "Un mare di differenza". Una fonte d’informazione su ciò che Bruno ha fatto per il Giglio è sua moglie Carla Gentili.
Centurioni Ivo Vasco (comunemente chiamato Vasco): ne parlo più lungo rispetto agli altri personaggi, non tanto perché sono suo figlio, quanto per rendere pubblico ciò che ha fatto per la sua Isola. Molti Gigliesi forse non sanno che è stato il fondatore della Misericordia del Giglio, per la quale si è dato da fare quando avere un’ambulanza era un lusso. Iniziò negli anni 50 del secolo scorso a tessere rapporti con il Governatore della Sede centrale della Misericordia di Firenze, avv. Crema, grazie alla conoscenza e supporto del Sindaco La Pira, amico del noto frate cappuccino “Pace e Bene”, zio di mia madre. Ottenne, per il Giglio era una conquista, un’ambulanza usata, al posto di una obsoleta lettiga su due ruote della Croce Rossa, conducibile a mano e trainabile da un cavallo. Per averne poi di più attrezzate come chiedevano le nuove esigenze sanitarie ha chiesto aiuto, bussando alle porte dei politici e degli istituti bancari ottenendo così contributi necessari. Oggi avere un’ambulanza appare una cosa del tutto ovvia, ma a quei tempi non lo era, anche per le critiche condizioni della strada Porto-Castello. Ottavio, Aroldo (chi non li ricorda!), i proprietari dell’unico autobus in servizio pubblico tra Porto e Castello, si lamentavano con l’Amministrazione Comunale, perché la strada carrozzabile non asfaltata e malridotta rovinava le ruote e le sospensioni del mezzo. Vasco è stato per lunghi anni Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Asilo al Castello, retto dalle Suore, facendosi promotore e ricercatore dei contributi assistenziali di cui la struttura ha usufruito nel tempo e che le hanno permesso di accogliere l’infanzia gigliese fino alla sua chiusura. L’altra iniziativa che egli ha realizzato è stata nel campo musicale: è succeduto a Cecchino nella conduzione della Banda musicale, fino al suo congedo, il cui successore è l’attuale Pellegrini G. Oltre ad essere un suonatore di clarino e sassofono, è stato un compositore di musica (canzoni, brani religiosi) iscritto alla SIAE. Certamente avrà avuto dei limiti (chi non li ha?), ma il suo impegno nell’aiutare chi aveva un bisogno economico, lavorativo è stato continuo finché è vissuto. Di questo è testimone la mia famiglia (quando si fa il bene, non si sbandiera ai quattro venti, si fa e basta)
Pozzolini Fiorenzo: medico condotto, che, chiamato a qualunque ora (giorno, notte) e da ogni luogo (Campese, Franco, Porto, …), accorreva, incurante delle condizioni atmosferiche, spesso a piedi, raramente sull’asino, senza pretendere alcun compenso. I Gigliesi però, riconoscenti dell’aiuto ricevuto, in concomitanza delle feste natalizie e pasquali ricambiavano il suo altruismo con ciò che avevano a disposizione (vino, frutta, ortaggi, cacciagione, …).
Brizzi Enea, Baffigi Giuseppe, ai quali sono state dedicate le lapidi commemorative, affisse al muro del Municipio. Non credo che essi abbiano bisogno di ulteriori giustificazioni, supporti da parte mia.
Se vi fossero altre persone (non ne conosco altre) che meritano un riconoscimento, perché non estendere anche a loro la mia idea/richiesta?
Conclusione/invito: diamo a queste persone un riconoscimento pubblico per l’impegno profuso per il bene dell’Isola. Se è vero che bisogna conoscere il passato per non ripetere gli stessi errori, è altrettanto valido conoscerne i modelli positivi, cui le nuove generazioni possano ispirarsi per essere artefici del benessere della comunità in cui vivono, e perché, nel rispetto, nella cura dell’isola, abbiano presente ciò che diceva Tatanga Mani, un capo indiano “... L’uomo bianco dovrebbe imparare a prendersi più tempo, ad essere amico della terra, dei boschi e di tutte le cose create invece di correre in giro come un bufalo imbizzarrito ...; troverebbe una gioia che non conosce e che invano ricerca...” (da “Per una psicologia della pace” di Antonella Sapio, pag. 161 ed. F. Angeli, MI, 2004)
Una speranza e un saluto a Voi tutti miei isolani, Alberto Centurioni
Concordo con quanto proposto dall'amico Alberto Centurioni. Per l'Amministrazione non dovrebbe rappresentare un grosso impegno. Cordialmente, Cecco Baffigi
Anche i nomi dati dai nostri avi a luoghi la cui peculiarità era insita nel logico significato, e, poi tramandato, vanno considerati patrimonio che merita riconoscimento scritto. Mi riferisco nello specifico allo slargo in cui convergono: via Alfieri - via della Cisterna e via delle Mura, sempre definito PIANO. Testimonianza, oltre alle "voci" è il torrione colà collocato e indicato nella pianta del Castello come "TRIONE DEL PIANO". A suo tempo (c'era Angela Stefanini all'anagrafe) mi interessai ma risultò un pochino complicato...magari adesso i tempi sono maturi. Grazie Alberto.