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"Recupero Costa Concordia: la verità nascosta"

Conferenza Stampa Internazionale
"Costa Concordia - Operazione recupero: la verità nascosta"
Mercoledi 10 aprile 2013, ore 15.00
Salone delle Conferenze
Redazione Quotidiano On-line “Edizioni Oggi”
Piazza della Meridiana 2/15 – Genova

COMUNICATO

Sono ormai ben note le vicende della nave da crociera “Costa Concordia”, naufragata il 13 gennaio 2012 sul fondale di fronte dell’Isola del Giglio. Un avvenimento segnato dalla morte di 32 persone, con inchieste che sono ben lontane dalla conclusione.

Oggi il relitto della Costa Concordia giace ancora di fronte all’Isola del Giglio mentre, dopo che la nave è stata svuotata da ogni materiale mobile ingombrante, un consorzio formato dalle aziende Titan e Nuova Micoperi Ravennate, sta procedendo alle operazioni per il recupero.

concordia recupero isola del giglio giglionewsUn progetto che è stato approvato, secondo indiscrezioni, con troppa approssimazione, senza un oculato esame delle conseguenze, soprattutto a livello ambientale, con rischi reali per l’ecosistema dell’intera aerea dell’Isola del Giglio, senza contare le numerose critiche sullo stesso progetto che, secondo non pochi tecnici, sarebbe destinato all’inevitabile fallimento, a parte i continui ritardi che si stanno accumulando sui tempi del progetto stesso. Allora: che cosa c’è dietro? Cui Prodest?

Il 20 gennaio 2012, all’esito di un Consiglio dei Ministri, con ordinanza n.3998 del Presidente del Consiglio, il Prefetto Franco Gabrielli è stato nominato Commissario Delegato del Governo per l’emergenza riferita al naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel territorio del Comune dell’Isola del Giglio. Fra i compiti del Commissario figurano quelli di coordinare gli interventi per superare l’emergenza, controllare l’esecuzione della messa in sicurezza e bonifica da parte dell’armatore, con il potere di sostituirsi al soggetto responsabile in caso di inadempienza, e verificare che la rimozione del relitto avvenisse in ben definite condizioni. L'attività del commissario avrebbe dovuto essere supportata da due strutture collegiali (Comitato Consultivo e Comitato Tecnico-scientifico) e da due soggetti attuatori.

Come è ben noto, la società di navigazione Costa Crociere, nel febbraio seguente indice una gara d’appalto internazionale con la convocazione di dieci aziende, per la presentazione di un progetto di rimozione del relitto.

L’appalto, dopo una serie di “strane anomalie procedurali” è affidato al consorzio Titan-Micoperi. Voci di corridoio evidenziano la assoluta irregolarità della gara d’appalto. Indiscrezioni parlano di una Nuova Micoperi Ravennate in piena crisi e di un presidente che avrebbe pesantemente interferito, riuscendo a fare entrare l’azienda emiliana in un consorzio fino ad allora mai reso ufficialmente operativo.

Il piano di rimozione Titan-Micoperi è approvato in tempi sorprendentemente brevi e la Conferenza dei Servizi convoca a Roma, al Dipartimento Protezione Civile, le parti interessate, per la definitiva approvazione del piano proposto dalla società armatrice.

La lettura del verbale della conferenza evidenzia una lunga serie di anomalie progettuali a fronte delle quali l’intero progetto avrebbe dovuto essere, se non respinto, almeno riesaminato. Nella stessa sede viene invece declassato da “progetto definitivo” a “progetto di massima” per l’assenza dei requisiti base necessari alla sua realizzazione, tuttavia l’appalto rimane al consorzio TM e, in un secondo tempo, approvato. Il progetto è scelto da un Comitato Tecnico di Valutazione formato da esperti in rappresentanza di Costa Crociere SpA, Carnival Corporation & Plc, London Offshore Consultants e Standard P&I, con l’avvallo dell’ammiraglio Stefano Tortora della Marina Militare, consulente del Prefetto Franco Gabrielli.

Il 9 giugno 2012 Costa Crociere dichiara che la rimozione del relitto costituisce un’impresa mai tentata prima al mondo e che, per tale motivo, è presumibile attendersi degli imprevisti.

Nello stesso periodo, il London Off-shore Consultant avrebbe confrontato, studiato, deciso e scelto il vincitore senza avvalersi del Comitato Scientifico nominato dal Dipartimento della Protezione Civile. Durante la procedura di gara, a Londra, sono state convocate, dai tecnici del London Off-shore Consultant, le imprese per audizioni e chiarimenti, ma mai alcun componente di tale Comitato se non dopo la scelta Titan-Micoperi. Nell’OPCM n.4023 del 15 maggio 2012 all’Art.1 si dichiara: “Sono approvate le operazioni di cui al progetto di massima di rimozione e recupero della nave da crociera Costa Concordia, proposto da Costa Crociere SpA, con le determinazioni assunte dalla Conferenza dei Servizi del 15 maggio 2012”.

Molti fanno notare che la Nuova Micoperi Ravennate è un’azienda che non ha alcuna qualifica specifica per operazioni di tale portata e non è compresa nella International Salvage Union, associazione mondiale delle Società specializzate, convocate dal LOC di Londra.

Da qui iniziano le polemiche, soprattutto dopo la Conferenza Istruttoria del 14 maggio 2012 nella quale viene criticato ogni singolo aspetto del progetto, considerato lacunoso, incompleto e soprattutto insoddisfacente nei riguardi delle risposte alle osservazioni puntuali dei rappresentanti ministeriali. La stessa Commissione Tecnica Istruttoria ha a suo tempo evidenziato le peculiarità negative del progetto Titan-Micoperi, che non sarebbe corrispondente alle normative prescritte nel bando di gara. A quanto pare, esistono almeno due corposi dossier a fronte dei quali sono state presentate ben tre interrogazioni parlamentari, alle quali nessuno ha mai dato risposta. In questi dossier si evidenziano grandi criticità progettuali che spaziano dal massiccio impatto ambientale delle lavorazioni, alla inopportuna quanto problematica realizzazione di certe opere.

Quanto precedentemente riferito in merito al mancato coinvolgimento del Comitato Scientifico, come previsto nell'Ordinanza n.3998 del Presidente del Consiglio, dovrebbe supportare l'attività del commissario delegato. Non è chiaro se tutto questo corrisponda al vero e se, una volta accertata la veridicità di quanto riportato in premessa, non si ritenga quantomeno doveroso fornire gli elementi necessari a dimostrare l'effettiva adeguatezza della scelta operata da Costa Crociere in favore del progetto Titan-Micoperi.

A fronte di tutto questo, le diverse Compagnie di Assicurazione hanno prescritto un aumento sconsiderato dei premi che le società armatrici devono versare nel fondo P&I Club per far fronte all’enorme esborso di denaro in atto per il recupero del relitto.

E il tutto è ancora ben lontano dalla conclusione, anzi, sarebbe il caso di dire...“in alto mare”...