Quei dannati sedici nodi di Fabien C. Droscor
Da giugno in libreria
Iniziano nella spettacolare Isola del Giglio, tra le sue leggende, le calette nascoste e le sue tradizioni, le avventure del nuovo romanzo di Fabien C. Droscor, a metà tra il noir di introspezione e il pop anni '70 e '80.
«Capisci bene che il suo non era un tradimento verso qualcuno in particolare, ma verso tutti loro. Com’è come non è, un giorno fu trovato morto. Galleggiava proprio lì: fra la punta del piccolo promontorio e la spiaggia. Da allora la caletta ha preso il nome ufficiale di “Cala del Morto” mentre il picco si chiama “Punta del Morto”. «E il terreno?». «Quello del contadino? ‘Un s’è mai trovato»...
Centonovantacinque chili possono tuffarsi da una nave nel Tirreno senza conseguenze?
Bruno Leonetti non sarà più lo stesso. Uscito dall'ospedale il tecnico della Peach decide improvvisamente di stabilirsi sull'Isola del Giglio da dove era salpato, ma la scelta desta sospetti fra i familiari e non solo. L'incidente ha smosso verità che renderanno inevitabile l'intervento dell'Arma, anche se in una modalità "inusuale". L’investigazione passerà attraverso un dipinto di Simone Martini, una sigla anni ’70 ed un verso dell’Orlando Furioso. Impossibile placare la rabbia durante l’inchiesta perché la tragedia del 2016 non sarebbe mai accaduta se non fosse stato per "quei dannati sedici nodi".
Francesco Bordi vive nella scrittura ormai da tempo. Prima un master in editoria ed una Laurea in Lingue Orientali impreziosita dalla permanenza a Parigi durante la tesi, poi il lavoro in diverse case editrici e gli scritti da ghost-writer: sono queste le basi del suo cammino artistico. Responsabile del sito Culturalismi.com, autore di mini-racconti con lo pseudonimo di Tasto Nero sulla pagina Facebook Il Pianoforte Letterario, è stato editore autonomo per circa tre anni. Quei dannati sedici nodi è il suo secondo romanzo, il seguito ideale del libro d'esordio Non è tutta colpa del pipistrello pubblicato nel 2016 e all'origine dei personaggi a cui ha dato vita dal momento in cui ha scelto l’anagramma del suo nome e cognome, Fabien C. Droscor. Un sequel strutturato in modo da poter essere letto anche da chi non ha mai incontrato le vicende del primo libro.
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