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In ricordo di Babbo Meco, il bottegaio di via Provinciale
Permettetemi di ricordare che in questa bella giornata dell'Equinozio d'Autunno le ceneri di mio babbo Meco (Carlo Cavero) si sono riunite accanto ai resti di mia mamma Fiora e, per loro volontà espressa in vita, a quelli dei due loro primi figli purtroppo morti infanti tanti anni fa ...
Al di là di questa triste ricorrenza, mi rendo conto che nel rispettare la volontà dei miei genitori, il dolore della perdita si è compensato con la gioia di averli tutti riuniti assieme.
Per me questo è un grande segno di generosità, l'ennesimo da parte dei miei genitori, esemplari persone, che hanno vissuto per me ed il mio bene ... mi hanno sempre ritenuto un dono speciale poiché arrivato nella loro vita 16 anni dopo la loro unione, quando le loro speranze di avere un figlio/a erano quasi del tutto sopite.
Non sono stati solo genitori esemplari per me, credo anche un esempio per la comunità Gigliese fino all'inizio degli anni '90. Mamma era la proprietaria fisica dell'Alimentari da Meco ma babbo, Meco, ne era lo spirito in tutto e per tutto.
Citando le care parole dell'amica Palma Silvestri sull'attività dei miei cari ... "quella bottega era il crocevia della generosità e della forza morale" ... così vorrei che l'energia mossa in quei tempi dai miei sia ricordata nella comunità Gigliese di oggi e soprattutto da quelli che li hanno conosciuti e vissuti ...
Ma ritorniamo a babbo Meco ... un uomo piccolo, tornito e tutto d'un pezzo, non aveva paura di nulla e nessuno, ha sempre affrontato la vita con un sorriso e con la sua famosa frase "tiriamo innanzi" ... il suo fischio inconfondibile ... dal vigore della sua voce avresti pensato che fosse un gigante ... ma non lo era ... era un uomo forte ed amava dimostrarlo al prossimo, sapeva come comportarsi naturalmente con la gente di qualsiasi estrazione ed aveva un istinto per il commercio che fece sua arte propria, dopo essere stato scalpellino, pescatore, marinaio e nostromo ...
Tra le cose che ho conservato ci sono delle agende su cui a quei tempi era uso segnare i conti che poi la gente che veniva in bottega pagava con comodo ... la fiducia prima di tutto ... avere fiducia l'uno nell'altro crea una forza particolare e legami che vanno oltre il comune business ... a questo proposito, sperando di non creare disagio, voglio pubblicare qualche pagina di quelle agende ... proprio in ricordo di quella FIDUCIA reciproca e FORZA.
Mi scuso con i lettori se sono stato prolisso ma ho voluto esprimere 'quasi a pieno' questo bel sentimento genuino che mi viene dall'anima ora ripensando un po' a tutto.
Oggi sono fisicamente orfano ma ho un piccolo esercito in spirito accanto a me.
Grazie. Renato - tuo figlio
Grazie Gian Piero Calchetti per il tuo caro pensiero, i tuoi versi toccanti e scintillanti. Renato Cavero
Profondo, bello e’ vario e’ il mondo di fronte all’Argentario. Giannutri, Le Formiche, il Giglio e Montecristo son meraviglie antiche, di cui, spesso, gioisco. E’ un dono di natura, fatto d’aria pura e ricco di verzura, baciato dalla brezza, che tutto ti carezza e ti ristora s’e’ calda la “controra”, siccome “miraggi” ti disvela se, punti l’orizzonte con la vela. Ma, della gente, ben altri è competente, come Palma “Silvestra”, che odora di ginestra, quando scrive , ovvero, “Tonino”, il “barbottone”, che or “labrone”, è ben proclive a ricordare chi, al Giglio, visse e vive ed in terra e in mare sa e sapeva navigare. Ed, oggi, Renato dei Cravero, cui son grato per averci dato, onesto e assai sincero, un bel ritratto del padre “catafratto”, ché parlando seco del su’ Meco, che fu “esemplare”, fa eco alla “Gigliesa”, che, nel rammentare, il tempo in cui la spesa avevi da “segnare”, ha scritto, che, Carlo, robusto e piccolino, pria, scalpellino, e poi pescatore e marinaio, allorché mise il saio, e fece di mestiere il frate dispensiere, la sua bottega divenne il crocevia, della cortesia della generosita’ e … dell’onesta’!