A seguito di una visita nei sentieri del Poggio della Pagana, poco dopo la località Le Porte, ho avuto l’occasione di reperire, all’interno di un campione di pegmatite compatta, una interessante geode che conteneva, tra l’altro, alcuni cristalli di dravite di 2 mm, perfettamente terminati, dall’aspetto translucido e diversi cristalli di ortoclasio e quarzo. Ad un esame più attento, però, la geode si è rivelata ben più interessante, in quanto al suo interno erano presenti diversi cristalli incolori con habitus pseudoesagonale di fluoroapatite e diverse scagliette di color miele che si sono rivelate – come segnalava il D’Achiardi nel 1872 – cristalli di titanite.
Il ritrovamento è senza dubbio di estremo interesse in quanto è il primo ritrovamento certo di detti minerali nel granito delle Cave dei Castellucci. La roccia, peraltro, appartiene alla cosiddetta facies di Pietrabona, ovvero la parte superficiale del plutone quarzomonzonitico: questo è un segnale che i fluidi mineralizzanti ricchi di fosforo che hanno dato origine alla non comune e ricca varietà di specie mineralogiche della Cava del Piccione – ovvero nella zona profonda del plutone, in quella che Westerman ha definito facies dell’Arenella – hanno raggiunto anche la superficie, sebbene impoveriti. Ad un esame attento, comunque, non sono state trovate tracce di tormalina arenellite.
Il campione sarà presto esposto nel Museo gigliese.
RITROVAMENTO DI FLUOROAPATITE
Autore: di Alessandro Fei
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