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Il saluto al Giglio della Soprintendente Paola Rendini
Il saluto al Giglio della Soprintendente Paola Rendini

Da oggi, 15 gennaio, dopo 37 anni di attività, lascerò l’incarico di archeologo responsabile del territorio di Giglio e Giannutri (e altri comuni della Maremma) per la Soprintendenza, per passare quest’ultimo anno prima del pensionamento, a dicembre 2018, in un’altra Amministrazione del Ministero dei beni culturali. La scelta, meditata e ponderata, scaturisce anche dai cambiamenti introdotti dalla ristrutturazione degli uffici territoriali del Ministero, che dal 2016 ha soppresso le soprintendenze archeologiche, come prima quelle storico-artistiche, per la costituzione di soprintendenze onnicomprensive, ma di fatto ha annullato l’autonomia di storici dell’arte e archeologi.

Lascio quindi un territorio che ho molto amato perché ha saputo conquistarmi con la sua Gente, diretta, talvolta brusca, ma affabile e autentica, sebbene lavorare in una realtà insulare richieda un impegno maggiore che altrove, ma proprio per questo sia più stimolante e di soddisfazione.

E poiché è impossibile raggiungere tutti i gigliesi finora incontrati e conosciuti, ho deciso di affidare il mio saluto alla testata on line di Giglionews, mio pressoché quotidiano punto di riferimento per tastare il polso della situazione gigliese. Vorrei infatti congedarmi ringraziando tutti coloro che in tanti anni, nelle forme più svariate hanno aiutato me e i miei collaboratori della vecchia Soprintedenza Archeologica, contribuendo alla riuscita più o meno adeguata dei nostri lavori e progetti.

Nella mia gratitudine includo anche avversari e detrattori; voglio credere che certe affermazioni, non sempre condivisibili, siano scaturite da fonti non adeguate o superficialmente informate. Tuttavia critiche e polemiche, per il contributo che potevano offrire, sono state sempre prese in considerazione.

Poiché mi è difficile esprimere in modo adeguato quanto mi hanno dato Giglio e Giannutri sia dal punto di vista professionale che umano, affido il mio saluto ad alcuni versi, tratti dalla poesia “Itaca” di Costantino Kavafis, un poeta che amo, che nel lontano 1911 ha descritto in modo impareggiabile come si possa approdare metaforicamente e concretamente nell’isola della propria esistenza:

Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenza. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o Posidone incollerito: mai troverai tali mostri sulla via, se resta il tuo pensiero alto, e squisita è l’emozione che ti tocca il cuore….

Fa voti che ti sia lunga la via. E siano tanti i mattini d’estate che ti vedano entrare (e con che gioia allegra!) in porti sconosciuti prima.

Paola Rendini