In occasione della ricorrenza odierna di San Mamiliano dei Turchi, una Santa Messa sarà celebrata alle 16,00 nella chiesa di San Pietro Apostolo dopo la quale seguirà la processione con la reliquia del Santo Patrono intorno alle mura di Giglio Castello.
In questo giorno di festa, in cui l'isola tributa ogni anno il ringraziamento al suo patrono, auguriamo a tutti i gigliesi vicini e lontani un "Buon San Mamiliano" attraverso i dolci ricordi che la compianta Caterina Baffigi Ulivi volle donare nel 2010 alle pagine del nostro giornale.
RICORDI di Caterina Baffigi Ulivi
Il 18 novembre è la festa che i gigliesi amano di più. Forse per gratitudine ancestrale verso il patrono San Mamiliano che li aveva aiutati a respingere "duemila tunisini" quando nel novembre del 1799 invasero l'isola con l'intento di espugnare il Castello e depredarlo di uomini e cose. Durante la battaglia che avrebbe sicuramente favorito la vittoria dei tunisini, più numerosi e ben armati, la reliquia del santo fu esposta sulle mura del Castello, mentre tutte le altre furono poste sull'altare maggiore della chiesa, nella quale le donne erano riunite in preghiera. Il braccio di San Mamiliano sulle mura suscitò nei turchi la sensazione di una moltitudine agguerrita in difesa del Castello. Si ritirarono frettolosamente sui loro sciabecchi nel golfo del Campese, lasciando qualche morto sul terreno.
Risale a quella storia e a quegli anni la festa di San Mamiliano de' Turchi, che cento anni dopo, ad Italia unificata, il Consiglio comunale avrebbe decretato giorno festivo. Si svolgeva in quella data - e ancora si svolge - una processione con il braccio di San Mamiliano benedicente popolo e campagne tutto attorno alle mura del Castello. Era allora una stradina impervia che la pioggia autunnale scavava tra i sassi di granito. Ma era piacevole seguire quella processione che provocava nell'intimo tanti sussulti, vuoi per la circostanza di fede, vuoi per la natura che si svelava, ad ogni passo in frammenti sempre più fascinosi. La diaspora nel tempo ha ridotto la partecipazione del popolo dei fedeli, ma nella mia gioventù era festa grande, la gente veniva anche dal Porto e dal Campese.
Mi sovviene al riguardo un fatto che siamo ormai pochissimi a ricordare e che risale al 1945. La guerra era appena finita, mio padre il primo sindaco alla rinascita della democrazia. Era innamorato della natura e della storia dell'isola. Cosciente che solo dalla bellezza del paesaggio sarebbe potuto nascere un qualche sbocco per l'avvenire del Giglio, mirò da subito alla sua valorizzazione. Ebbe l'idea di proporre ai castellani una giornata di lavoro gratuito per ricostruire il percorso della circonvallazione: chi non poteva lavorare avrebbe pagato un giorno di lavoro compiuto da altri. Partirono le lettere di invito. Aderirono tutti. E il sentiero sconnesso diventò una strada, che oggi i fortunati presenti percorreranno in processione. Eravamo poveri di mezzi, ma carichi di ricchezza interiore e di buona volontà, che diedero poi buoni frutti.
Forse sarebbe bene rivolgere un pensiero grato a quei lavoratori gigliesi che, con sacrificio e dedizione, prepararono quella strada, il primo passo del progresso e del benessere dell'isola. E magari intestare a loro quella gran bella passeggiata.
Caterina Baffigi Ulivi
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