Attrezzature di raccolta di ultima generazione e progetti di economia circolare con le università: Sei Toscana si proietta nel futuro
Nuove attrezzatture di raccolta di ultima generazione e progetti innovativi di economia circolare in collaborazione con le università: Sei Toscana si proietta nel futuro puntando su ricerca e innovazione. Sono stati presentati, in occasione del “G20S spiagge italiane” a Castiglione della Pescaia, alcune delle nuove attrezzature tecnologiche che il Gestore utilizzerà per la raccolta differenziata nei territori della Toscana meridionale e i progetti di ricerca promossi in collaborazione con il professore Stefano Mancuso, dell’Università degli studi di Firenze, direttore del laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale.
Sono tante e molteplici le nuove attrezzature che Sei Toscana ha già attivato ed è pronta ad attivare sul territorio. Fra questi anche i cassonetti di ultima generazione ad accesso controllato utilizzabili direttamente dal proprio smartphone attraverso una semplice App (oltre che con la 6Card, la tessera associata ad una specifica utenza Tari, propedeutica all’attivazione della tariffa puntuale).
“Siamo davanti ad una rivoluzione culturale, ce lo impone l’emergenza ambientale, e dobbiamo imparare a lavorare in sinergia sia alla ricerca di nuove soluzioni tecniche, sia alla valorizzazione e alla crescita dei comportamenti virtuosi – dice Marco Mairaghi, consigliere di Sei Toscana –. Sei Toscana sta puntando da tempo sull’innovazione e la ricerca. Da un lato mettendo a disposizione dei territori dove opera attrezzature tecnologiche per la raccolta differenziata, dall’altro collaborando con le università ed i centri di ricerca su progetti innovativi di economia circolare. È un segnale importante di un nuovo modo di lavorare che diverrà fondamentale per lo sviluppo dell’intero settore e per la qualità dei nostri territori”.
Due in particolare i progetti che vedono Sei Toscana collaborare con Pnat, lo spinoff dell’Università di Firenze fondato da Stefano Mancuso, che potrebbero rivoluzionare la catena del riciclo dei rifiuti. Il progetto “Poseidon”, presentato al G20S, punta a gestire in modo naturale ed ecosostenibile le biomasse vegetali spiaggiate, in particolare di posidonia, un tipo di pianta marina che ogni anno si accumula in modo consistente lungo il litorale. Oggi la pratica più comune prevede la sua rimozione e il conseguente smaltimento in discarica, o l’interramento, con relativi costi si a livello sia economico che ambientale. Il progetto punta invece, grazie a processi di lavorazione specifici, a trasformare la posidonia da rifiuto in risorsa, impiegandola per la fabbricazione di materiale composito biodegradabile, produzione di biogas, applicazioni in ambito cosmetico e altro. L’altro progetto in essere fra Sei Toscana e Pnat è la realizzazione dell’impianto sperimentale per la fitorimediazione del percolato prodotto dalla discarica di Cornia nel, comune Castelnuovo Berardenga. La tecnologia adottata nell’impianto sfrutta l’azione di piante arboree a crescita veloce (pioppi e salici) per eliminare, contenere e rendere meno tossiche le sostanze inquinanti che si trovano nell’ambiente. Le piante saranno irrigate con una miscela di acqua e percolato che verrà così assorbito attraverso le radici ed eliminato naturalmente dall’azione delle piante stesse.
“Ritengo che la collaborazione con Sei Toscana riguardo all’utilizzo delle piante a scopo di bonifica e, in generale, alla salvaguardia dell’ambiente, possa portare in tempi brevi a risultati molto rilevanti – dice il professor Stefano Mancuso – per migliorare la sostenibilità ambientale in questi ambiti”.
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