Sentenza Concordia: Legambiente soddisfatta
Costa Concordia, Venneri: «Importante riconoscimento del danno ambientale e il risarcimento al Ministero dell'Ambiente» Il processo di Grosseto ha fissato provvisionali del 10%.

Al processo Costa Concordia di Grosseto, Schettino e Crosta Crociere sono stati condannati in solido a risarcire a titolo di provvisionale le parti civili tra cui il Ministero dell’Ambiente per 1,5 milioni di euro, la Presidenza del Consiglio per 1 milione di euro, alcuni ministeri per 500.000 euro, la Protezione Civile per 500.000 euro, la Regione Toscana per 300.000  euro, il comune del Giglio per 300.000 euro ed alcuni cittadini gigliesi per 5.000 euro

E’ stato quindi riconosciuto il danno ambientale e, anche se le cifre possono sembrare basse rispetto al disastro della costa Concordia,  in realtà si tratta di un primo passo importante. Infatti la cifra rappresenta solo una piccola percentuale del danno realmente accertato (probabilmente in base al lavoro di quantificazione svolto dall'Ispra per il ministero dell’ambiente) e quindi le cifre che dovranno essere pagate in sede civile dovranno essere presumibilmente decuplicate. Sarà lì che ministero, comune ed associazioni ambientaliste faranno valere le loro richieste ancora più pesanti che si basano sul reale stato dei luoghi dei fondali della Gabbianara dopo che il relitto della Costa Concordia è stato rimosso e su ulteriori valutazioni del danno ambientale, che si sono dimostrate molto peggiori di quel che sembrava.

Soddisfatta Legambiente che, per bocca di Sebastiano Venneri, responsabile mare dell'associazione, dichiara che «La cosa importante è il riconoscimento del danno ambientale e il risarcimento al Ministero dell'Ambiente, un provvedimento niente affatto scontato se si pensa alla minimizzazione che da più parti veniva fatta dei danni all'ambiente. Ci rivedremo con Costa in sede di processo civile, quando il danno dovrà essere definitivamente quantificato. Quanto alla responsabilità penale della società vale la pena ricordare che il capo dell'unità di crisi di Costa non era in questo processo perché aveva già riconosciuto le proprie responsabilità e patteggiato una condanna a 34 mesi».

Costa Crociere/Carnival sarà quindi l'indiscussa protagonista del processo civile. Gli avvocati del gigante delle crociere probabilmente stanno già affilando le armi, visto che il risarcimento per i danni ambientali ed economici del naufragio potrebbe diventare uno spartiacque per i futuri danni ambientali non solo in Italia ma a livello internazionale.