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Stairway to heaven
Ci vuole un tocco di magia per trasformare questo pezzo di latta, pagato di tasca tua, nella Coppa del torneo più importante del mondo, sogno di un'intera generazione di ragazzini.
Ci vuole un pizzico di follia per prendere 4 tubi, saldarli insieme, legarli con delle vecchie reti da pesca e creare finalmente “delle porte vere” per i bimbi, trasformando una piazza in cemento armato nel campo di calcio più bello del mondo.
Ci vuole un grande incantesimo per infondere passione a tutte le generazioni di ragazzi che hai “allevato”: dal remo alla vela, dalle gare di biglie al campo di calcio a 11, dal palio dei barchini al Palio, dal montare il palco di San Lorenzo al “prendere le mire” per il campo di regata.
Ci vuole costanza e impegno per non perdere mai quella scintilla negli occhi, quella che ti balenava in viso ogni volta che vedevi un gruppo di ragazzini avvicinarsi al tuo palio o ogni volta che capivi che, se non si faceva qualcosa, una fiamma si sarebbe spenta.
E tu la ravvivavi, non importa se questo voleva dire andare a reclutare ragazzi per strada per ricreare l'Aegilium o formare un equipaggio che sarebbe arrivato “dopo i fòchi”, solo per far disputare anche quell'anno il palio.
C'è chi crede che conti solo vincere e chi invece è disposto alla certezza di perdere, se serve a creare un gruppo che porti avanti le tradizioni gigliesi.
C'è chi vive per adularsi ed essere adulato da un piedistallo e chi invece costruisce i gradini perché tutti possano sentirsi i migliori, almeno per un giorno. Senza per questo esigere ringraziamenti o interventi da altri.
Grazie per i gradini.
(Non mi firmo, un po' perché c'hai trasmesso quella tua allergia ai riflettori, un po' perché queste righe avrebbe potuto e voluto scriverle uno qualunque dei “tuoi ragazzi”)
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