TUTTI INSIEME PER PEPPINO DI CULISSE foto di Sergio Giorgi
Il 26 u.s. si è svolta, nella saletta della Rocca pisana, una simpatica manifestazione in onore del gigliese Peppino Baffigi detto “Peppino di Culisse” - in occasione del ventennale della sua morte - voluta dalla nipote Silvia, figlia del compianto Guido.
Nella saletta c’erano tutti: figli, nipoti, parenti e amici paesani, venuti per onorarne il ricordo nell'assistere al video sul repertorio musicale, registrato a suo tempo, in una serata dedicata al Menestrello isolano, da Bruno Caponi.
La rappresentazione, coordinata dal nipote Angelo Stefanini, è stata arricchita dalle parole, prima del sindaco Sergio Ortelli, poi del dr. Armando Schiaffino ed infine della nipote Wilma Baffigi, che ognuno di loro ha espresso con vivo sentimento, nel ricordo personale dello straordinario personaggio compositore-cantante-contadino.
Un sentito grazie al Comune e alla Pro Loco di Isola del Giglio che, insieme agli ideatori ed organizzatori, hanno permesso lo svolgimento della serata.
A "PEPPE" DI CULISSE Vent’anni ormai passati, ed essere ricordati, o, meglio!, “celebrati” in “pompa magna”. La morte non è sempre una magagna, per chi ha ben meritato quando è stato. E’ come esser rinato, anzi, risorto, nel cuore della gente, in quanto, non per niente, tra mille e più emozioni, è stato "immortalato" da Caponi. Questo è avvenuto, appena, l’altra sera, alla Rocca di Pisa, ove pur stava assisa, dormiente e piccolina una cara bambina. Erano priprio in tanti, del Giglio gli abitanti, e pur molti di fuori a cingere d'allori, il figlio di “Culisse”, forse da far scorre' i "legni" della "torre", finestre e porte, che strideano forte, ovvero dal tener bordone al suono del trombone, o come “Sussi e Biiriibisse”, è più uno "scioglilingua", alla Cignolombuco, dall'alto del dirupo, per chi ai ricordi attinga. Il figlio di "Culisse", che, alla meglio, visse, giammai con pregiudizio, la vita ch’ebbe in dono e che lo vide “prono” soltanto a qualche vizio: quello d’amare il vino che fosse genuino, e d’essere un artista, ovvero, a “faccia vista”, un vero menestrello, ch’è sempre assai faceto, senza prender “d’aceto” e diventare strambo, oppure un po' "stornello" quando comincia ill bello, siccome è concitato, verboso e di rimando, il verso “ditirambo”. Sicché "dipinse" il bello, anzi, il più bello …. del Porto, del Campese e del Castello, col mare ch'è un gioiello e che, onda su onda, ben tutto ti circonda. Un'isola incantata, un'isola beata, che scrisse e che descrisse, compose e musicò e che pure cantò, alla stregua d'Ulisse con la chitarra in mano, l'Omero maremmano.
Una serata gigliese doc in cui il piacere del revival del menestrello Beppino di Culisse, ha portato ricordi e riflessioni dolci/amare. Apprezzo l'attenzione di Sr. Jo' nel chiudere il servizio fotografico con l'immagine del moderno, gigliese Menestrello: Alessio. (la tradizione del suono e del canto isolano continua...)