UNA CULTURA POLITICA SBAGLIATA (NEMICA DEL TRASVERSALISMO)
"Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere, perché la situazione è grave, ma non è seria. Tranquilli, se tutto va bene, siamo rovinati! Eh sì, va a finire che era meglio quando era peggio."
Così esordiva, in un’editoriale di qualche giorno fa, un noto giornalista per esprimere incredulità nell’osservare una situazione assai dissimulante che faceva apparire le cose diverse da come esse sono nella realtà, …. un po’ come la Finanziaria di Prodi !!!
Io sono profondamente convinto che sia raro trovare, nel territorio nazionale, un comune la cui nuova Giunta locale, tanto più se vincente per uno scarto risicato di voti, proponga di cancellare o affossare tutto ciò che di buono ha fatto il governo precedente.
Tanto meno si continui a rovesciare sulla vecchia gestione (in generale sulle passate e onorate amministrazioni) colpe e responsabilità al solo scopo di nascondere le proprie difficoltà ed i propri errori, per non ammettere il vuoto di idee e di contenuti e per sviluppare quel “cialtronaggio politico” vero sinonimo della nostra epoca che si manifesta nell’avvantaggiare pochi “sostenitori eccellenti” a scapito della povera e asfittica (poco incline a protestare) comunità.
Nel primo periodo di insediamento dei pretestuosi amministratori di maggioranza (consentitemi di fare delle citazioni non propriamente personali ma di stampo nazionale che ovviamente condivido) ho sempre deplorato gli addebiti negativi addossati all’amministrazione precedente soprattutto in tema di gestione economica finanziaria. Lo si era capito fin dall’inizio che si trattava di una bufala inventata ad hoc: ammanchi di bilancio, annuncio del dissesto di bilancio, allarme generale per la vendita di alcuni beni comunali, impossibilità di eseguire opere pubbliche a causa della mancanza di fondi, ecc. In effetti solo gli addetti ai lavori ritenevano strano tale atteggiamento. Da che mondo è mondo, dalle storiche amministrazioni di molti anni fa ad oggi, i bilanci ottengono il benestare degli organi preposti, primo su tutti il Consiglio Comunale, consacrando così la bontà del risultato economico-finanziario.
Ricordo benissimo che un certo Sibilot, noto consigliere di maggioranza, in grave stato emozionale, gridava pubblicamente al “dissesto di bilancio” ed alla “oramai inevitabile vendita di alcuni beni comunali”, senza neanche conoscere, lo abbiamo detto e ridetto più volte, il vero significato di quelle parole e soprattutto senza rendersi conto di come esse avrebbero impattato nell’opinione pubblica isolana, talvolta ingenua e credulona, visto l’autorevole pulpito del Consigliere in questione. Si trattava di una campagna denigratoria e scandalistica mirata a porre in cattiva luce i predecessori ed enfatizzare la propria azione politica ma i cui riflessi negativi sarebbero stati riversati sulla collettività. Primo grande errore di chi non possiede uno spiccato senso di responsabilità ed inconfondibile equilibrio politico.
Poi mi sono chiesto, alla luce dei quasi tre anni trascorsi dall’insediamento, che fine hanno fatto i progetti delle opere messe in cantiere in nove anni di attività? Per la memoria del lettore riferirò che si trattava del parcheggio multipiano del Castello, del parcheggio multipiano del Porto, del rifacimento della via dell’Allume per l’accesso alla zona PIP, della bonifica della discarica comunale, della via Comunale del Dolce, della messa a norma ed in sicurezza della scuola media del Porto, della manutenzione della sede comunale del Porto, del nuovo centro medico in conseguenza dell’acquisto del fondo, della torre di Giglio Porto, della messa in sicurezza del Porto Commerciale, della costruzione della Palestra/Teatro del Porto, delle sostituzioni idriche interne al Castello, del dissalatore del Campese, del depuratore di Castello e Campese ed altre opere di minore entità.
Se qualcuno dei lettori non fosse convinto e chiedesse un riscontro di quanto ho riferito sopra potrà comodamente rileggersi le delibere della Giunta approvate il giorno 20 agosto 2004, nelle quali si prendeva atto di quanto era disponibile in comune a un mese dall’insediamento della nuova compagine. Un’eredità di progetti ed intenzioni mai viste in tant’anni di storia gigliese.
A fine anno, quindi, tempo di bilanci e tutti ci poniamo una serie di domande. Perché ad oggi non si sono concretizzate molte di queste opere? Perchè, invece di riversare accuse sul passato non si è data continuità per risolvere lo storico disagio dei cittadini anteponendo a ciò la furia distruttrice scatenata dalla Giunta attuale contro le risorse progettuali ottenute in eredità? E’ un atteggiamento politicamente e moralmente scorretto.
E’ l’ora di finirla con questa politica di basso livello e crescere prima di tutto culturalmente.
Tento ancora l’ultima carta, a poco più di due anni dalla conclusione del mandato elettorale, gettando un’intensa riflessione su una nuova cultura politica, quella cultura del fare un qualcosa a prescindere da chi l’ha iniziato prima; quella cultura, cari lettori, che purtroppo non ha mai albergato nella nostra bella isoletta e che noi vorremo che un giorno fosse ospite della nostra realtà quotidiana e qui si ormeggiasse definitivamente, per un Giglio migliore e più disponibile alle sfide degli anni a venire.
Speriamo, cari lettori. Speriamo che l’augurio del Buon Anno dia molta più serietà ed onestà intellettuale a quelle persone alle quali abbiamo affidato le decisioni più importanti per il futuro della nostra amata isola.
Grazie naturalmente alla redazione di Giglio News per l’ospitalità.
Buon Anno a tutti.
Sergio Ortelli
UNA CULTURA POLITICA SBAGLIATA
Autore: di Sergio Ortelli, capogruppo Minoranza Consiliare
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