E’ passato un anno da quel pomeriggio: … attimi di frenesia … accavallarsi di notizie e di “sentito dire” … una realtà che volevo diversa da quella che, con gli occhi velati, qualcuno mi stava raccontando.
C’ero anch’io lì su quel pontile, con lo sguardo perso nell’orizzonte a cercare quella barca che mi annunciava e confermava la più triste delle verità.
Te ne eri andato così, caro Giuliano, in un anonimo pomeriggio, in silenzio, con la tua proverbiale discrezione, cullato dalle onde del tuo mare.
A distanza di un anno non riesco a quantificare, e forse non ci riuscirò mai, il tremendo vuoto che hai lasciato. Solo il ricordo del tuo modo di essere lenisce in parte la nostalgia di te!
Ogni volta che una sirena risuona o che Pegaso vola nel cielo della nostra isola, i miei occhi si perdono a guardarlo facendo correre il mio pensiero ancora più su, a cercare tra le nuvole il tuo sorriso che, son sicuro, ci osserva con amore.
Non vuol essere questo mio un triste saluto ma un modo per restituirti a parole una parte di quell’affetto che hai saputo regalare a tutti coloro che ti hanno voluto bene.

Ciao Doc.