Segnaliamo l'uscita di un nuovo libro sulla vicenda del Naufragio Costa Concordia. Il testo, un e-book di Lorenza Pieri, dal titolo "Molto grossa, incredibilmente vicina. Un anno con la Concordia sotto le finestre", è scaricabile a questo link (SCARICA LIBRO) ed è stato recensito ieri da Stefano Bartezzaghi su Repubblica (VISUALIZZA RECENSIONE)
Chi è l'autrice? Lorenza Pieri, nata nel 1973, è cresciuta all’Isola del Giglio. Dopo la laurea all’Università di Siena ha peregrinato tra la Toscana, Parigi e Torino per poi stabilirsi a Roma dove vive attualmente. Traduce romanzi e saggi di cinema dal francese, scrive e di tanto in tanto fa la dj. Ha collaborato con le riviste Accattone, il maleppeggio (quando esistevano) e di recente con il blog culturale minima&moralia. Lavora da più di dieci anni per la casa editrice minimum fax. Di cosa tratta il libro? "Provate a fare uno sforzo mnemonico - dice l'autrice - e a risalire al primo paesaggio della vostra infanzia che ricordate, possibilmente con piacere. Penso che ognuno di noi abbia nel proprio immaginario un rettangolo con un panorama che può considerare dell’anima, il primo giardino in cui ha giocato, gli alberi dietro la casa dei nonni, la vista di una spiaggia o di una collina sulla quale ha scorrazzato per ore durante le vacanze estive. Ecco, adesso prendete quel rettangolo di nostalgia e metteteci dentro un enorme oggetto di metallo, pesantissimo, inamovibile e del tutto incongruo con il paesaggio che lo contiene. Poi pensate che per via di quell’oggetto, in quel posto hanno perso la vita trentadue persone. Provate a immaginarvi di mettere in fila pure loro, una accanto all’altra, nello stesso rettangolo. Poi provate ad abituarvi a guardarlo così, il vostro panorama dell’anima, anzi, a vederlo per settimane sulle prime pagine di tutti i giornali, in televisione, su internet. Dopo questo esperimento - conclude la Pieri - di immaginazione potete avvicinarvi a capire cosa significa per me (e per tanti gigliesi) la tragedia della Costa Concordia."
Ha colto il segno andando al "nocciolo" del sentimento intimo e lo smarrimento di chi visse il Giglio dalla nascita crescendovi per poi lasciarlo per causa diverse. Per gli ottantenni era già pesante prima del naufragio oggi è insopportabile anche per chi la vista l'ha perduta. L'ingombro, i rumori, l'assedio viene avvertito sia "fuori" che "dentro".