Pulizia fondali: Micoperi sospende le operazioni
Con una decisione inaspettata ed unilaterale la Micoperi nella giornata di ieri, 1 Dicembre, ha interrotto le operazioni di bonifica dei fondali, a seguito del naufragio Costa Concordia, smobilitando il cantiere di Punta Gabbianara a meno di un mese dalla naturale conclusione dei lavori.
La società ravennate ha disposto il trasferimento della piattaforma Micoperi 30 nella rada di Porto Santo Stefano in attesa di sviluppi senza però rendere note le cause di una sospensione che non ha ragioni tecniche ma sembrerebbe dovuta soltanto ad una precisa scelta aziendale.
In attesa di conoscere i motivi di questo improvviso stop di cui immediatamente l’Amministrazione comunale e l’Osservatorio hanno chiesto conto sia alla Micoperi che alla committente Costa Crociere, possiamo ipotizzare due possibili scenari che potrebbero aver portato l’azienda di patron Bartolotti all’inspiegabile scelta.
La prima ipotesi è che sia in corso una vera e propria trattativa tra la Micoperi e Costa Crociere al fine di ottenere forse una rimodulazione contrattuale. In questo caso la scelta dell’azienda ravennate sarebbe finalizzata a rafforzare la propria posizione.
La seconda ipotesi è che la Micoperi, attraversata da una conclamata crisi finanziaria, abbia valutato di non essere più in grado di portare a termine le operazioni ed abbia deciso di rescindere il contratto. In questo caso Costa Crociere, fatte valere le penali previste, dovrebbe procedere all’individuazione, tramite gara, di una nuova azienda in grado di portare a termine l’ultimo mese di pulizia rimasto. E la tempistica si dilaterebbe in maniera veramente preoccupante.
“Abbiamo appreso l’inattesa notizia all’improvviso – fa sapere il sindaco Ortelli – e ci siamo subito mobilitati insieme all’Osservatorio per conoscere i dettagli della vicenda. Siamo estremamente preoccupati anche se Costa Crociere ci ha fornito le opportune garanzie. Comunicheremo alla cittadinanza maggiori informazioni non appena riusciremo ad avere notizie dagli interlocutori interessati.”
Una ipotesi potrebbe essere che P&I, che copriva i danni arrecati dalla Costa Concordia, si sia scocciata di pagare per quelli arrecati dalla Micoperi. Troppo comodo sporcare e poi farsi pagare per pulire. Forse a questo punto sarebbe necessario aprire una nuova fase con l'assicurazione della Micoperi. Una questione abbastanza ingarbugliata di conflitti di interessi.
Come volevasi dimostrare, l'errore iniziale, alla stregua di quanto avevamo più volte scritto, in principio, ossia, quello d'aver "affidato" alla stessa Costa Crociere, "responsabile oggettiva" del disastro della Concordia, e non ad un "Commissario ad acta" o ad un "Commissario giudiziale", il delicato e gravoso compito del ripristino della situazione "quo ante", sta dando i suoi amari frutti. Le piattaforme, sulle quali poteva essere "innestata", se non una vera e propria "Funicolare" per il Castello, quantomeno, qualche attività utile all'economia dell'isola, non ci sono più, e la bonifica dei fondali sta andando avanti, od indietro, per suo conto, attraverso l'attuazione di procedure insensate ed inverosimili, ben oltre i tempi attesi, con quel "catafalco" del cantiere, che limita la navigazione e che non e' proprio un bel vedere per il turismo. C'e' solo da sperare che, unilateralmente, rimosso, per ignoti motivi il cantiere e portato, in rada, a Porto Santo Stefano, le autorità competenti, predisposto un opportuno sopralluogo dei fondali, che, a quanto pare, al di là degli inutili "traccheggi", indotti da leggi, ormai, obsolete. sono stati bonificati in maniera soddisfacente, dichiarino la fine dei lavori e rimandino a Ravenna il "pontone" della Micoperi, salvo sollecitare, pero', un'opportuna indagine su come e' stata condotta, l'intera "faccenda"!