screening sierologico coronavirus covid-19 isola del giglio giglionews
Screening sierologico sulla popolazione gigliese: perché e come si fa
SCREENING SIEROLOGICO SULLA PREVALENZA DI ANTICORPI ANTI- SARS-CoV-2 IN UNA POPOLAZIONE ISOLANA POTENZIALMENTE RESISTENTE ALLA DIFFUSIONE DEL VIRUS (20/4/2020)

I virus appartenenti alla famiglia dei Coronavirus sono degli importanti agenti infettivi a carico della popolazione umana. Recentemente un nuovo virus è stato identificato come elemento causale di una serie di polmoniti avvenute nella città di Wuhan, locata nella provincia cinese di Hubei. Il virus (SARS-Cov-2), riconosciuto come settimo agente infettivo appartenente alla famiglia dei “Coronaviridae” capace di instaurare una infezione produttiva negli esseri umani, si è rapidamente diffuso dapprima in Cina e poi, sfruttando il traffico aereo, nel resto del mondo.

In Italia, al 17 Aprile 2020 si sono osservati 162.004 casi di malattia da SARS-Cov-2 e 20.531 morti. I dati italiani mostrano che esiste una grande variabilità di sintomi tra chi si infetta: ci sono persone che sono infettate e non sviluppano malattia (circa il 12%), chi presenta sintomi generali (68%), chi sintomi ancora più gravi (18%) e chi è gravissimo a causa di questa infezione (2 %). Attualmente non si conoscono le ragioni di questa grande variabilità e soprattutto chi siano le persone “asintomatiche”, cioè coloro i quali hanno avuto il contatto con il virus e apparentemente non si sono ammalate.

Perché si fa lo screening? Lo screening proposto ha lo scopo di capire chi siano proprio le persone asintomatiche e per farlo si propone di valutare una popolazione, parzialmente segregata, in cui il virus è arrivato dal continente ma non ha mai prodotto casi di malattia sintomatica, cioè nella popolazione di Isola del Giglio nessuno ha mostrato segni di malattia da imputare al contagio.

Il motivo secondo l’ipotesi che sostiene lo screening è che le persone residenti sull’isola abbiano in precedenza:

  • a) Già incontrato il virus e dunque abbiano sviluppato anticorpi (immunità contro il virus). L’osservazione di polmoniti atipiche (la malattia che più frequentemente è associata a questa infezione) precedenti alla presente epidemia nel corso di anni recenti potrebbe avvalorare questa ipotesi (asintomatici perché immunizzati direttamente)
  • b) Possano in precedenza aver incontrato altri virus della stessa famiglia Coronaviridae, più benigni, dunque aver sviluppato anticorpi contro i virus benigni che poi hanno agito anche contro il SARS-Cov-2, quello maligno (asintomatici perché’ immunizzati indirettamente)
  • c) Ci possono essere batteri “ambientali” che albergano nella bocca e nel naso dei residenti che possono aver contrastato fortemente l’attività infiammatoria del virus riducendo i sintomi al minimo (asintomatici perché i batteri hanno contrastato l’azione infiammatoria del virus)

La popolazione dell’Isola del Giglio è una perfetta rappresentazione di una popolazione che sembra sia resistente al virus. Nel periodo che va dal 1° dicembre 2019 ad oggi 5 persone sono arrivate sull’isola contagiate dal virus. Di queste 5 persone, 4 sono arrivate prima del decreto di “distanziamento sociale” cioè prima del decreto che ha chiesto ai cittadini di creare delle distanze fra di loro e di rimanere a casa. Le prime 4 persone, che sono arrivate sull’isola senza sapere di “trasportare” il virus, hanno quindi avuto modo di avere contatti (diretti o indiretti, lievi o più intensi a seconda delle persone) con gli abitanti dell’isola. Successivamente si sono ammalate e si sono sottoposte al tampone che ha scoperto che nella loro bocca e nel loro naso esisteva il SARS- Cov-2. Questo dato è importante in quanto il SARS-Cov-2 è contagiosissimo.

Come si fa lo screening? Lo screening sierologico si sta facendo in moltissime aree italiane per sottogruppi di popolazione (per esempio personale sanitario o per area geografica). Si tratta di vedere se le persone hanno prodotto gli anticorpi contro il virus. In Toscana lo screening è già avviato per personale sanitario e volontari e al Giglio coinvolgerà 150 persone.

Per farlo si usa una barretta (come quella del test di gravidanza) dove si inserisce una goccia di sangue che si raccoglie attraverso una piccola incisione indolore sul dito (come si fa nel test per misurare la glicemia nei diabetici). Fatto questo si attende la comparsa delle linee degli anticorpi.

L’esito dell’esame si ottiene in 5 minuti e si esprime nel seguente modo:

  • a) Se non si evidenziano le linee degli anticorpi vuole dire il test è NEGATIVO, non ci sono anticorpi: la persona NON ha incontrato il virus e dunque si può infettare con il virus e potenzialmente sviluppare malattia al momento del contatto con il virus.
  • b) Se ci sono le linee degli anticorpi il test è POSITIVO (cioè la persona ha già avuto contatto con il virus o con membri della famiglia coronaviridae) – è protetto dalla infezione, non si ammala.

Se si hanno gli anticorpi contro il virus bisogna vedere se il virus ancora risiede nella bocca o nel naso e per questo si chiede alle persone positive di sottoporsi a tampone (operazione del servizio ASL).

Se si osserva positività al tampone, vuole dire che il virus ancora risiede nella persona che è un portatore sano. A queste persone viene chiesto di rimanere isolati fino alla negativizzazione del tampone per evitare di contaminare popolazione suscettibile.

Se si osserva negatività al tampone vuole dire che la persona ha sviluppato anticorpi ed ha eliminato il virus è quindi immune (non si ammala) e non trasmette il virus. È la condizione che per ipotesi noi pensiamo sia quella più frequente nella popolazione dell’isola. In questo caso queste persone continuano la propria vita seguendo i decreti governativi e sono pronte ad affrontare la Fase 2 con relativo vantaggio offerto dal proprio stato immune e non-contagiante.

A tutti i partecipanti allo screening viene consegnato un documento con il risultato del test.

Ai partecipanti si chiede anche di donare due piccoli campioni di saliva per testare il tipo di batteri che risiede nella bocca e per valutare il ruolo dei batteri rispetto allo stato immunitario (anticorpi si e anticorpi no – stato di portatore sano o di immune non contagiante).

Chi può partecipare allo screening? Tutti i cittadini che lo vogliono fare. Coloro che non sentissero il desiderio di farlo sono assolutamente liberi di non farlo. Particolare attenzione sarà data a coloro che sono rimasti sull’isola dal 1° dicembre ad oggi perché il loro stato immunitario potrebbe aver difeso l’intera comunità ed è quello che vogliamo valutare. Ad ogni partecipante verrà fatto firmare un consenso informato, un documento in cui chi partecipa allo screening acconsente alla sua partecipazione dopo aver acquisito le necessarie informazioni sullo screening. I dati dopo la registrazione dei risultati al test saranno completamente anonimi e i fascicoli distrutti. I dati personali verranno anonimizzati prima delle analisi statistiche e non ci potrà più essere alcuna possibilità di risalire alla persona. I dati verranno esaminati in forma aggregata e i risultati consegnati alle autorità sanitarie di competenza e pubblicati su riviste scientifiche.

Dove si fa lo screening? Il test dovrebbe essere fatto nei tre centri abitati di Giglio Castello, Giglio Porto e Giglio Campese su chiamata per fasce alfabetiche per evitare attese troppo lunghe. Gli aspetti operativi saranno discussi nei prossimi giorni. I cittadini saranno posti a conoscenza delle date e dei tempi da specifiche informazioni.

Chi fa lo screening? La Regione Toscana ha inviato sull’Isola 1500 kits per fare lo screening. I kits sono attualmente sull’isola. Al disegno dello screening hanno lavorato tre Università Italiane (Università Statale di Milano, Università di Trento e Università Humanitas di Milano) e due Istituti di Ricerca (IRCCS) di Roma raccolti sotto la sigla IFO. Ognuno è impegnato per specifici campi di competenza: Università Statale di Milano per metodologia della ricerca e indagini virologiche, Università di Trento per analisi statistica e modellizzazione dei dati, Università Humanitas per la valutazione del profilo del microbioma (cioè dei batteri che risiedono nella nostra bocca e naso) e IFO per il supporto dello screening con materiale per il congelamento dei campioni e l’interpretazione dei dati. Lo screening è stato approvato dalla Università Statale di Milano come sede scientifica dello screening.

Lo screening è stato inviato al Comitato Etico dell’Istituto Spallanzani di Roma per approvazione. La ASL locale, l’Amministrazione Comunale e la Confraternita Misericordia di Isola del Giglio sono determinanti per la implementazione dello screening.

Cronologia dei passaggi amministrativi La cronologia qui descritta è supportata dai documenti e dalle date di comunicazione registrate per evitare possibili confusioni e fraintendimenti. La cronologia dei passaggi istituzionali è stata particolarmente veloce perché i risultati dello screening devono essere raccolti prima della riapertura del normale traffico di merci e persone con il continente.

Lo screening è stato disegnato in collaborazione tra le diverse Università e Istituti citati nella settimana prima di quella di Pasqua. La verifica di interesse da parte della Regione Toscana (Direzione Generale Settore Sanità della Regione Toscana) è avvenuta il 7 Aprile (5 giorni prima di Pasqua). La Regione ha immediatamente espresso interesse per il progetto e il 10 Aprile ha confermato l’invio dei kits (2 giorni prima di Pasqua). Il 13 Aprile (giorno di Pasquetta) il Dr. Armando Schiaffino ha informato il Sindaco di Isola del Giglio (Sig. Ortelli) e le dirigenze ASL di competenza al fine di concordare una riunione per condividere contenuti e piani dello screening. Il giorno dopo, 14 Aprile alle ore 18, si è tenuta la riunione delle istituzioni e forze operanti sull’isola presso i locali della Misericordia per le informazioni relative allo screening e alla sua implementazione (vi hanno partecipato il Sindaco, il Vicesindaco, Sig. Cosimo Pini, e il Sig. Walter Rossi per l’Amministrazione Comunale, i rappresentati della Confraternita Misericordia Sig. Pietro Baffigi e Sig. Libero Solari, i due medici di guardia dell’isola, il Dr. Schiaffino e me stessa). Lo stesso giorno, 14 Aprile, è stato inviato il progetto dello screening al Dr. D’Urso, Direttore Generale della ASL Area Sud-Est, che gentilmente mi ha riferito alla Dr.ssa Dei, Direttrice Sanitaria Aziendale, per la valutazione degli aspetti operativi. Lo stesso giorno è stato inviato il progetto dello screening anche alla Dr.ssa Dei.

In una settimana di tempo attraverso la positiva collaborazione di diverse istituzioni di ricerca e amministrative si sono create le basi per una attività di grande significato per la salute pubblica dei cittadini dell’Isola del Giglio e per la comunità nazionale.

Se lo screening riuscirà a provare l’esistenza di uno stato di immunità nella popolazione isolana questo avrebbe un importante significato per la comunità nazionale che potrebbe caratterizzare con maggiore precisione il fenomeno dei soggetti “asintomatici” (specialmente per la implementazione della Fase 2) e una importante ricaduta economica per le attività lavorative isolane che potrebbero riaprire senza timori di contagio e attrarre interesse turistico per una zona dove l’infezione non ha potuto attecchire.

Questa comunicazione descrive il progetto in modo semplificato per i non addetti ai lavori per fare in modo che l’informazione su questa importante iniziativa scientifica sia condivisa e partecipata. Tutte le potenziali domande o interlocuzioni saranno attentamente ascoltate al momento della partecipazione allo screening.