Comune di Isola del Giglio Provincia di Grosseto Il Sindaco
Egregio Consigliere MUTI Paola
Egregio Consigliere COSSU Guido
Oggetto: LAVORI BAGNO SARACENO. Risposta scritta a interrogazione.
Riscontro l’interrogazione della Minoranza consiliare pervenuta al protocollo n. 6383 del 9.7.2020 alla quale è doveroso fornire una risposta articolata i cui contenuti si fondano sulla legge in vigore.
Secondo la normativa vigente, in materia di accessibilità di luoghi privati e pubblici, i parapetti devono essere dotati di corrimano in funzione delle indicazioni del D.P.R. n. 503/96 ed il D.M. n. 236/89.
Il D.P.R. n. 503/96 “Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”, nello specifico, si riferisce all’accessibilità degli spazi pubblici a prevalente fruizione pedonale, come nel caso della Cala del Saraceno, ed ai percorsi urbani con l’adozione delle soluzioni tecnico/progettuali contenute nel D.M. n. 236/89.
Il D.M. 236 del 14/06/1989, si applica a tutti gli spazi ed edifici (pubblici e privati) costruiti successivamente all’entrata in vigore della norma e a quelli, anche antecedenti, oggetto di interventi di ristrutturazione, come per la Cala del Saraceno. La norma prevede infatti che l’altezza del corrimano debba essere non inferiore ai 90 cm e che “il parapetto che costituisce la difesa verso il vuoto deve avere un’altezza minima di 1,00 m ed essere inattraversabile da una sfera di 10 cm di diametro.″.
Il dispositivo parla esclusivamente di “difesa verso il vuoto” senza specificarne l’altezza e quindi occorre considerare la sua applicabilità nel senso più ampio del termine.
Fra le soluzioni proposte dalla Direzione Lavori era stata anche valutata la possibilità di realizzare il parapetto in muratura di altezza pari ad 1,0 m. La sua realizzazione in parte in muratura (per un’altezza di circa 65 cm, come l’originario demolito dalla mareggiata) ed in parte in acciaio (per i rimanenti 35 cm) è da attribuirsi a scelte effettuate in funzione dell’inserimento ambientale, tanto che la soluzione è stata autorizzata dalla Soprintendenza, e della necessità di contenere l’altezza per limitare i danni che potranno verificarsi, dall’impatto delle onde sulla parte in muratura, in caso di possibili e future mareggiate che potranno accadere nuovamente all’interno della piccola baia che ospita la viabilità rialzata di Cala del Saraceno.
Si deve infatti sottolineare che la ricostruzione della viabilità pedonale di Cala del Saraceno è stata eseguita con una tipologia costruttiva del tutto simile a quella pre-esistente i danneggiamenti, non potendosi intervenire con la realizzazione di strutture in calcestruzzo armato che avrebbero necessitato di maggiori profondità di imbasamento (trattandosi di scavo in zona archeologica di rilevante importanza) e con dimensioni adeguate a resistere all’azione diretta al moto ondoso.
La scelta di mantenere l’altezza dei 65 cm di parapetto in muratura era quindi obbligata sia per motivi strutturali, ma soprattutto per le limitazioni imposte dai vincoli archeologici e monumentali che insistono sull’area.
Altro aspetto la strada. I motivi ostativi alla realizzazione di una strada fruibile anche da persone diversamente abili che permetta loro di raggiungere il belvedere del Saraceno, che si trova alla sommità della salita, risiede nel notevole dislivello che si deve superare per raggiungere tale zona.
Infatti per consentire l’accessibilità ai diversamente abili si dovrebbe garantire una pendenza massima del 8%, che è purtroppo irrealizzabile in quanto le pendenze esistenti (zona scalinata) sono decisamente superiori al 15%. Pertanto, se si volesse realizzare una rampa con pendenza dell’8% si dovrebbe allungare lo percorso della rampa arrivando fino alla scala di discesa al mare ubicata in posizione molto arretrata rispetto al primo gradino.
I costi relativi al parapetto in acciaio sono pari a circa 13.300,00 € e risultano inseriti all’interno dei lavori di “somma urgenza” per il ripristino e messa in sicurezza della viabilità rialzata di Cala del Saraceno. Tale importo, come tutti gli altri, verrà totalmente risarcito nell’ambito dello Stato di Emergenza.
Per quanto riguarda l’installazione sulla sommità del parapetto in muratura del parapetto in acciaio con corrimano realizzato con tubolare di acciaio, soprattutto sotto l’aspetto della scalabilità del manufatto e “dissuasione all’arrampicata”, si fa osservare che l’adozione del parapetto in muratura (con parete verticale liscia) rende molto difficile ai bambini l’arrampicata o la scalabilità non avendo punti di appoggio orizzontali per i piedi. Invece per la possibilità di utilizzare corrimano inclinati verso l’interno si deve far osservare come la ridotta altezza del parapetto in muratura (35 cm) e la discreta larghezza della sommità del parapetto in muratura (di circa 45 cm come in origine) avrebbe reso praticamente inutile, nonché antiestetico, l’adozione di tale misura che risulta invece efficace nel caso di parapetti completamente in acciaio.
L’eliminazione del parapetto in acciaio è sempre possibile, essendo fissato con tirafondi in acciaio, ma si deve sottolineare che in questo modo non si rispetterebbero le indicazioni del disposto normativo sopra richiamato (D.P.R. n. 503/96 ed il D.M. n. 236/89), contravvenendo alle vigenti normative che, ricordo agli interroganti, vanno rispettate. Occorre inoltre sottolineare la necessità di individuazione del soggetto che si assumerà la responsabilità (civile e penale) di far rimuovere il parapetto in contrasto alle norme vigenti.
Si fa presente che tutto l’ambito portuale presenta parapetti in acciaio inox, posti a protezione dei camminamenti rialzati presenti sui due moli foranei, simili a quelli installati a Cala del Saraceno. Ciò significa che soluzioni simili sono state già adottate ed autorizzate dalla competente Soprintendenza nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici, proprio come fatto per la Cala del Saraceno.
Relativamente alla rifinitura a “bauletto”, in granito, si deve sottolineare che non è stata adottata per la difficoltà di reperire materiale di provenienza locale, ma soprattutto per limitare i costi di fornitura, trasporto e posa in opera (in caso di approvvigionamento dalla Sardegna, che ha granito simile a quello gigliese autorizzabile dalla Soprintendenza) per un lavoro di somma urgenza che ha lo scopo di ripristinare lo stato dei luoghi, garantendo la messa in sicurezza.
Si deve infine ricordare ancora una volta che l’appalto di “lavori di somma urgenza” riguarda specificamente il rifacimento delle opere danneggiate ed il ripristino delle condizioni di sicurezza secondo le vigenti normative e quindi non può considerarsi alla stregua di un progetto di riqualificazione urbana che segue un iter procedurale, approvativo e di finanziamento completamente differenti.
Questo è quanto per dovere d’ufficio.
Cordiali saluti.
IL SINDACO Sergio Ortelli
Bla.... bla.... bla..... Fatto sta che, ancora una volta al Giglio, dove viene messo mano per eseguire lavori di ogni tipo, lo si fa deturpando e snaturando quanto di bello i nostri antenati ci hanno lasciato. E se, come sembrerebbe in questo caso, lo si fa con l'approvazione della Sovraintendenza, penso sia ancora più grave. Fermo restando che dovrebbe essere, ripeto, prima di tutto ns cura e ns interesse, la conservazione delle ns bellezze. La stessa cosa è successa sistematicamente, ogni qualvolta è stata interessata da lavori per la posa di sotto servizi, la pavimentazione in granito all'interno delle mura di Giglio Castello. Nel caso poi della caletta del Saraceno, non si è avuto nemmeno il buon senso, di fissare quell'orrenda ringhiera in acciaio, leggermente spostata lato mare, consentendo così una comoda seduta sul muretto ripristinato. Geni......