Giampiero Sammuri: a Montecristo un'esplosione di biodiversità dopo l'eradicazione dei ratti
A Montecristo scoperta una nuova specie di lumaca di un nuovo genere
Folco Giusti: una scoperta che ha una grande importanza scientifica
Lo studio "Weltersia obscura, a new slug from the island of Montecristo (Tuscan Archipelago, Italy): a hitherto undiscovered endemic or a recent alien? (Mollusca, Pulmonata, Limacidae)", pubblicato su Systematics and Biodiversity da Folco Giusti e Giuseppe Manganelli del Dipartimento di scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente dell’università di Siena, Andrea Benocci del Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici, e dai polacchi Andrzej Lesicki e Joanna Pieńkowska dell’Uniwersytet im. Adama Mickiewicza w Poznaniu, rivela l’inaspettata scoperta di una lumaca limacida sconosciuta che è stata rinvenuta nei prati umidi e lungo i sentieri granitici sul versante occidentale di Montecristo, la misteriosa isola resa famosa dal romanzo di Alexandre Dumas e area di protezione integrale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano insignita del Diploma europeo. Si tratta di una scoperta davvero sorprendente visto che, come fanno notare gli stessi ricercatori, la malacofauna di Montecristo è stata ampiamente studiata negli ultimi 50 anni.
Lo studio evidenzia che la "nuova" lumaca di Montecristo «Si distingue da tutte le altre specie di limacidi studiate anatomicamente: il suo dotto della borsa copulatrix si unisce ai genitali distali femminili mentre in tutti gli altri limacidi, tranne Limacus flavus, si unisce al pene (o all’atrio genitale). Molte altre caratteristiche distinguono la lumaca di Montecristo da L. flavus: colore del corpo, struttura dell’ovispermidotto e dell'ovidotto libero (con uno sfintere peculiare nella nuova lumaca), struttura interna del pene e genitali distali femminili. L'analisi delle sequenze nucleotidiche di numerosi frammenti di geni mitocondriali (COI, 16S rDNA) e nucleari (ITS2, 28S rDNA) hanno supportato l’assegnazione della lumaca di Montecristo alla famiglia Limacidae, ma anche la sua distinzione da tutte le specie molecolarmente caratterizzate dei generi Limax.Ambigolimax, Bielzia, Lehmannia, Limacus e Malacolimax».
I ricercatori hanno quindi deciso di descriverla all’interno di un nuovo genere come Weltersia obscurasp. nov. E dicono che «L’origine di questa lumaca è oscura: non è chiaro se si tratti di una specie endemica trascurata in precedenti studi sul campo o di una specie aliena introdotta sull’isola molto recentemente». Ma una specie aliena finora sconosciuta nel resto del mondo e arrivata a Montecristo chissà come sembrerebbe l’ipotesi meno realistica.
Abbiamo chiesto al professor Giusti come è avvenuta questa scoperta e quale sia la sua importanza e ci ha risposto che «Il primo esemplare della nuova entità è stato occasionalmente raccolto a Montecristo, nei pressi della Grotta del Santo, da un nostro giovane collaboratore, Andrea Benocci, durante una sua visita all’isola e, a vista, scambiato per una specie di lumaca molto comune in Italia, cioè il Limacus flavus. Quando l’esemplare fu sottoposto alla mia attenzione, alcune peculiarità, tuttavia, mi hanno portato a dedicargli una approfondita indagine e a farne oggetto di uno studio anatomico. Immediata la conferma che l’esemplare apparteneva non solo ad una specie sconosciuta, ma anche ad nuovo genere a sua volta sconosciuto. Pur convinto di ciò, non ho ritenuto fare della scoperta immediato oggetto di pubblicazione, visto che prudenza vuole che un lavoro scientifico non si basi su un solo esemplare. Allertati i colleghi che via via si recavano a Montecristo per altre ricerche, fortuna ha voluto che dopo alcuni anni due amici ornitologi, Carlo Amico e Nicola Baccetti, ne abbiano raccolti altri esemplari, così da permettere la ripresa dello studio, in collaborazione con il prof. Giuseppe Manganelli ed il team di ricercatori polacchi del prof. Andrzej Lesicki dell’Università di Poznan, e, di giungere, finalmente, alla pubblicazione della scoperta».
Secondo il professor Giusti, «La scoperta ha una grande importanza scientifica per diversi motivi. In primo luogo perché il dato è ovviamente di interesse per i molti malacologi che in Europa e nel mondo si interessano ai molluschi terrestri; in secondo luogo perché arricchisce il numero delle specie della famiglia Limacidae presenti in Italia; in terzo luogo perché, Weltersia obscura (questo è il nome della nuova specie) si affianca a Oxychilus oglasicola e a Tyrrheniellina josephi, due piccole chiocciole da me descritte in precedenza, innalzando il numero delle specie endemiche dei molluschi terrestri presenti a Montecristo e confermando, così, come quest’isola sia un vero scrigno di tesori naturalistici».
Il professor Giusti evidenzia che «Come il nome della specie – “obscura” lascia intendere, poi, la nuova entità rappresenta un vero e proprio mistero. Mai, infatti era capitata alla mia attenzione durante le numerose ricerche da me fatte in anni precedenti a Montecristo. Immediata la domanda se essa rappresentasse una specie propria di Montecristo, sfuggita alle mie ricerche, o se vi fosse stata introdotta in anni successivi da una ignota parte del mondo. La domanda non ha, allo stato, ricevuto risposta. Interessante, però, è il fatto che essa sia divenuta non rara dopo la eradicazione operata sull’isola da parte della direzione del Parco dei ratti che la infestavano. Non si può escludere che la scomparsa dei ratti, voraci consumatori di tutto ciò che loro appare come un possibile cibo, abbia consentito alla specie di riprendersi e di diffondersi nuovamente sull’isola. In tal caso, si potrebbe concludere che Weltersia obscura è un endemita di Montecristo, parte forse di una antica fauna malacologica soppravvissuta sull’isola grazie al suo precoce isolamento dalle terre emerse della nostra penisola e del resto dell’Arcipelago Toscano».
Secondo il presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, «La scoperta è veramente eccezionale, non solo una nuova specie, ma addirittura un nuovo genere. Sono incredibili le sorprese piacevoli che sta riservando l’isola di Montecristo, soprattutto sugli invertebrati, negli ultimi anni. E pensare che l’isola, riserva naturale statale dal 1971 (25 anni prima del parco nazionale) è stata ampiamente studiata dai migliori specialisti italiani da almeno mezzo secolo. Eppure nel 2021 sono state trovate 5 specie di farfalle mai riscontrate prima, che si sono aggiunte alle 9 conosciute in precedenza. E, una specie che non si trovava più dal 1979, la Parange aegeria non solo è stata ritrovata di nuovo, ma appariva abbondante. E ora questa fantastica novità dalla lumaca che sembra ripercorrere la stessa cosa delle farfalle. E dire che il prof. Giusti è stato autore di approfonditi studi su Montecristo tanto da descrivere 2 nuove specie di chiocciole. Che questa “esplosione” di biodiversità sia da mettere in relazione con l’eradicazione del ratto effettuata nel 2011 sembra essere un’ipotesi più che sensata. In tal caso l’operazione non avrebbe fatto solo involare 5.000 berte minori in più, ma avrebbe avuto un effetto benefico complessivo sulla biodiversità. Era una cosa che era lecito aspettarsi, ma ora abbiamo anche dei dati».
Leggo di quanto "scoperto" e di questa... "esplosione" e chissà perché, oramai che ne mi stupisco e ne mi meraviglio più di nulla, neanche più mi perplimo di ciò che certe "facce di kiulo" (espressione letteralmente e liberamente tratta dal film "Nothing Hill") - alla luce di quanto han fatto al Giglio e con i Mufloni e con i Fichi degli Ottentotti (che nel mio girovagare per lavoro e per diletto, vedo ovunque, floridi e bellissimi, sia sui litorali nazionali e sia esteri, anche se una volta erano italiani (leggi Costa Azzurra e Penisola Istriana) - vanno sostenendo, qui. Carissimo Angelo, alla fine, la "colpa" (o "merito"?) di tale... (ri)"scoperta" è dei ratti che non ci sono più, a detta di quanti sopra, a Montecristo!... Fatto salvo che - magari in vista del prossimo foraggiamento EU disponibile - "si accerti" che anche questo "mollusco terrestre... oscuro" non sia autoctono di tale Isola ma portato "spontaneamente" da qualcuno e/o qualcosa e allora... via all'eradicazione dello stesso... per mano, magari, degli stessi roditori, sterminati! P.S. concordo pienamente e favorevolmente circa le tue due proposte.
" esplosione di biodiversità da mettere in relazione con l'eradicazione del ratto"!!! Ma, ci credete davvero a quello che dite e scrivete??? Vista poi "la scoperta" di questa "nuova" lumaca e al fine di preservarne la specie avrei due proposte da fare. Sospensione immediata, a vita, delle visite sull'isola e divieto alle imbarcazioni di ogni tipo, di avvicinarsi alla costa ad una distanza inferiore alle cinque miglia. Si, cinque miglia penso possano bastare. Un saluto dai mufloni del Giglio