"A Teodora": poesia di Tonino Ansaldo
Una nuova poesia di Tonino Ansaldo che ancora una volta sceglie GiglioNews per presentarla ufficialmente ai gigliesi ed agli amanti della nostra isola. Per chi volesse leggere i versi pubblicati negli ultimi anni, può visitare l’apposita pagina LE POESIE DI TONINO ANSALDO.
Oggi il poeta, con i suoi versi, si addentra nel tessuto sociale della nostra comunità attraverso l'esaltazione di una figura umile ma segnante, sconosciuta ai più giovani e troppo in fretta dimenticata dai suoi paesani.
Emozionato ed emozionante, Tonino ci ricorda Teodora Rum, meglio conosciuta come Dora, classe 1896, vedova Ansaldo fin da giovane, morta nel 1976, all'età di 80 anni, gran parte spesi in una preziosa opera silente al servizio della nostra gente.
"La Generosa" - come la definisce il poeta - correva servile ad ogni richiesta di aiuto da parte della comunità, sia che si trattasse di aiutare i "piccini" a venire al mondo oppure evitare ai parenti la pietosa opera di vestire i propri morti.
Una missione, quella di Dora, all'insegna dell'umiltà e dell'operoso silenzio, fondamentale in un'epoca in cui gran parte degli uomini adulti erano per mare, a pesca, in guerra o a navigare, e le donne, da sole, affidavano al suo buon cuore le proprie esistenze e quelle delle loro creature, a lei, "chioccia tra i pulcini".
Ma i gigliesi, ammonisce Tonino, hanno la "memoria corta" e se la sua anima vola leggiadra nei ricordi più belli di quanti hanno avuto la fortuna di conoscerla, le sue spoglie mortali riposano anonime nel "salotto di tombe" sotto una "cruda zolla" di terra circondata solo di "laceri mattoni", senza l'ornamento di "nessun marmo" mentre a Dora avrebbero dovuto dedicare una "solenne statua", alta quanto il bene che ha saputo infondere alla sua comunità.
Una grande croce però - chiosa il poeta chiedendole perdono - sovrasta la tomba di questa "grandonna" ed il Cristo "quivi appeso" la guarda come guardò sua madre e come si ammira una Madonna.
A TEODORA
Nessun bianco marmo
Nè di altrui tintura
Ti ammanta
Né ora né allora
O nostra Teodora.
Sotto
La cruda zolla
Riposi.
Torniata
Di laceri mattoni
Ormai privi di colore.
Sono ora
In fila soldati,
Nel picchetto d’onore.
A te Teodora
La generosa.
Di corsa nel bisogno
Risolto di forza.
Servile giungevi
Sciogliendo paure
Nel cuore la morsa.
Tra nascita e morte
Di vecchi e piccini
Forte presenza tracimando
Sulla curva riva
Di quei marini.
Eri chioccia
Tra i pulcini
Quei marini
Cosi’ pulcini
Che corta
Ebbero memoria
E l’eterno dormire
T’offrono ora
Dentro misera dimora.
In quel salotto
Di tombe
Alta in merito
Solenne statua
Costrutta dovevano
A te Teodora
Già nel tempo
Già d'allora.
Impera ...
Però,
Grande la croce.
Accanto
Assai vicino
A te grandonna.
Quivi appeso
Un Cristo colosso
Ti mira.
Come mirò Sua Madre.
Come s’ammira una Madonna.
Ora
A te Teodora
Venga mio
Il pensier
Ne la scrittura ...
E di ognun di noi
Marini tuoi pulcini
Il perdon cattura.
Tonino, Febbraio 2019
Un ringraziamento sincero per le parole quanto mai veritiere sulla cara Dora Famiglia Pini Ferraro