Senza aggiungere commenti, pubblico di seguito quanto riportato dal giornale online elbareport circa le decisioni internazionali sui parchi e sulle aree marine protette.

Cordiali saluti,
Stefano Feri

segue articolo – fonte Elbareport

"Parchi a terra +70% Aree Marine protette +330% e l'Italia approva a Nagoya Assurdo parlare ora di "riduzioni" a terra e/o a mare nell'Arcipelago Toscano Accelerati i tempi per la costituzione della nostra Area Marina Protetta

"Some 18,000 participants representing the 193 Parties to the Convention on Biological Diversity (CBD - Onu) and their partners closed the Nagoya Biodiversity Summit by adopting historic decisions that will permit the community of nations to meet the unprecedented challenges of the continued loss of biodiversity compounded by climate change. Established a target of 17 per cent of terrestrial and inland water areas and 10 per cent of marine and coastal areas;"

Aree protette (marine e non) il cerchio è definitivamente chiuso: le poche stringatissime righe in inglese che abbiamo estrapolato dal comunicato finale approvato da 192 paesi a Nagoya, in Giappone, vincolano l'Italia (firmataria dell'accordo e dei due trattati) ad aumentare del 70% le sue aree terrestri protette raggiungendi la quota fissata dalla Conferenza al 17% del complessivo territorio nazionale, mentre per quanto riguarda le riserve marine il nostro paese dovrà aumentare del costiero vincolato a protezione di oltre il 300% per giungere alla fissata quota 10% dello sviluppo costiero nazionale.

L'accordo che viene definito alla stregua dell'inizio di una nuova era nell'approccio con il problema della biodiversità non potrà essere eluso, men che mai da un paese come l'Italia, perché se è vero che quello fissato solennemente in sede globale rappresenta un aumento notevolissimo delle aree protette, quanto fissato è ancora largamente inferiore a quanto avrebbe richiesto l'Europa a Nagoya (con la prestigiacomo consenziente). I parlamentari UE avrebbero voluto infatti che le aree vincolate sommassero ad un quinto del pianeta con il 20% a Mare ed il 20% a terra.
Va da sé che per adempiere questi impegni entro il 2020 (ma in Europa la scadenza sarà anticipata al 2012) le prime aree marine che dovranno risultare istituite non potranno che essere quelle di cui le leggi vigenti prevedono già l'instituzione.
Tra queste ovviamente ci sarà l'Arcipelago Toscano. Discende da quanto sopra inoltre anche una considerazione sul Parco "terrestre": con questi presupposti, parlare di riduzione del territorio del Parco nell'Arcipelago, sarebbe prendere per i fondelli per chi volesse insistere come prima e più di prima, gli elbani, il suo elettorato e pure sé medesimo.

Sergio Rossi"