Di solito non rispondo alle bischerate strumentali di Sibilot ma stavolta, per il messaggio tecnico che passa con sfondoni proverbiali, non me la sentivo di lasciarla passare. Lungi da me entrare nel merito di alcune banalità (come la definizione di “Erasmo da Rotterdam”) in quanto ritengo la politica una cosa seria che non deve essere ridicolizzata per secondi fini e personali per giunta! Il messaggio deve essere chiaro anche per coloro che qualche anno fa scrivevano su un quotidiano provinciale che “I dissalatori sono costosi ed inutili!” (ho la copia) e non si rendevano conto della svolta epocale che questa tecnologia offriva ai nostri territori.

In questi ultimi anni, è sotto gli occhi di tutti, la società Acquedotto del Fiora (gestore unico del SII) ha investito molti milioni di euro nella costruzione di un sistema idrico per l’isola che desse la massima garanzia e la massima affidabilità di approvvigionamento e di distribuzione del bene più prezioso che al Giglio aveva sempre scarseggiato cioè l’acqua. Non tutto è stato fatto, molto è da fare, ma i gigliesi, ed anche i giannutrini, adesso possono dormire tra due comodi cuscini.

Questo è stato possibile grazie ad un sistema tariffario che prevedeva una quota della bolletta da destinare agli investimenti (dissalatori, condotte idriche, tubazioni ...) i cui costi, in ragione di una articolazione solidale, venivano spalmati secondo il principio della compartecipazione comprensoriale. Per i non addetti ai lavori, è bene sapere che la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato avveniva fino a ieri in base ad un’adeguata remunerazione del capitale investito. In poche parole, nel prezzo al metro cubo d’acqua che pagavamo in bolletta veniva inclusa anche una piccola quota destinata agli investimenti del settore.

Oggi quella norma, limitatamente a quella parte, è stata abrogata dal referendum ed una domanda mi sorge spontanea: chi paga adesso gli investimenti sul Giglio? Sibilot o i cittadini?