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Commento volentieri l’annuncio dell’Acquedotto del Fiora apparso su Giglionews il 16 Settembre e apprezzo l’attenzione al Cliente che vi si legge.
Ora però ci vorrebbe l’attenzione all’ambiente. E’ infatti sotto gli occhi di tutti la velocità drammatica con cui la siccità ci sta interessando come Paese ma anche e di più come Isola. Anzi ci sta proprio col fiato sul collo.
Vero è che, per fortuna e lungimiranza di Sindaci del passato, siamo dotati di un dissalatore, strumento che andrebbe proposto e caldeggiato a tutti i Comuni sul mare. E in Italia non sono certo pochi.
Vero è che la voce Agricoltura non è certo la più importante per l’economia dell’Isola.
Ma intanto produrre acqua con dissalatore ha costi molto alti in senso monetario e ambientale poichè c’è un consumo di gasolio enorme e in quanto all’Agricoltura, proprio negli ultimi anni si stanno affacciando nuovi imprenditori, specialmente vignaioli che, purtroppo hanno bisogno di annaffiare le loro piante, a differenza del passato.
Con questo voglio dire che auspico che alle esclamazioni di allarme seguano dei fatti.
In particolare, col mio sguardo “casalingo” noto che una cisterna di acqua piovana (sempre che piova ogni tanto s’intende) coprirebbe, tra servizi igienici, docce e giardino, forse un 60% del fabbisogno? (Ma penso di più) E molti sull’Isola hanno uno spazio esterno dove poter realizzare una cisterna ma ci vorrebbe magari un incentivo economico per convincere chi già ha costruito e renderla obbligatoria per le nuove costruzioni così come è previsto per i parcheggi; cosa questa che sarebbe di aiuto anche alle imprese edili. E sarebbe perfettamente compatibile con il Piano Europeo di resilienza e sostenibilità. Avere riserve di acqua non mi sembra meno importante che avere dei parcheggi sotto ai quali spesso si può creare la cisterna appunto.
In tempi brevi, mi aspetterei che qualunque tetto pubblico, (o almeno uno o due sperimentalmente) fosse collegato con una cisterna costruita ad hoc; che l’esperimento fosse monitorato per valutarne la convenienza, con pubblicazione dei dati e, se utile, allargato al maggior numero di abitazioni possibile.
In fondo, se in tanta parte delle case del Sud Italia già si costruiva prevedendo una cisterna per l’acqua piovana, qualcosa vorrà pur dire. Poi, come per tutto il resto, si sono dismesse pensando che anche l’acqua fosse un bene infinito. E invece no. Anzi, meno di altri.
E’ un suggerimento ingenuo, lo capisco. Ma capisco anche che all’interno della vostra azienda ci saranno di sicuro professionisti preparati che sapranno elaborare di meglio, sperando che sia nella direzione di un uso parsimonioso di quell’acqua che va diminuendo sempre più.
Quello che invece non capisco è che non si faccia niente in questa direzione. Il che mi preoccupa parecchio.
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