Addio "Aquila Rossa", guardiano del Tirreno
All'età di 88 anni si è spento all'Ospedale Misericordia di Grosseto Giovanni Stefani, conosciuto al Giglio come "Nanni di Mosè" e da tutti i naviganti del Mar Tirreno come "Aquila Rossa".
In tutti questi anni è stato un punto di riferimento per le navi ed i natanti che navigavano vicino all’Isola del Giglio. Bastava chiamarlo sul canale 16 del VHF con il suo nominativo di “Aquila Rossa" e dopo un attimo di silenzio rispondeva subito: "Chi chiama l'Aquila?"
Dopo esserci identificati ci diceva di cambiare canale: "Vai di la'.. 72". Ci domandava di tutto e di più e alla fine quando ci salutava, ci augurava: buona navigazione.
Grazie Aquila Rossa della compagnia e dell’assistenza che ci hai fatto. Ci mancherai ... buona navigazione a te R.I.P..
chiudo e passo Aquila
Ho rivisto, per l'ennesima volta, in questi giorni, ""Ombre rosse", un film ch'e' stato un'epopea. Un film che una carrozza, ha portato a spasso, correndo, forsennata, per le praterie, inseguita dagli "indiani" tante storie, belle e buone, di cui Ford, con Wyne, fece un capolavoro, irripetibile. Immaginate, allora, "Nuvola rossa", "Toro seduro", "Cavallo pazzo" e Cervo scalciante, i re dei re di quelle tribu', di primitivi, abitanti le terre d'America, da prima che venissero gli Europei. quando il selvaggio West era di tutti e di nessuno, ed i bisonti sciamavano secondo le stagioni, perche' il caldo e il freddo seguivano il loro corso secolare senza mai deflettere d'un mese Quelli erano i re della natura, sicommme la natura, via via, li assecondava, fornendo il giusto e il necessario, sicommme Aquila selvaggia, tutti soccorreva, se nell'arcipelagono toscano, ricco di soprannomi, il mare col vento prevaleva, e metteva a rischio il navigare, specie dei "fuscelli", piu' fragili e insicuri. alla stregua di quei mastodonti, di camionisti che, imperterriti, si chiamano colle loro radio, per sapere se i tempo imperversa ed è inclelemte e perigliglioso. Immaginateli, un tempo. "Aquila selvggia", "Toro seduto", "Cavallo pazzo" e gli altri, con le loro lunghe penne d'aquila al vento che "maestri" d'un mare impetuoso, di cui fuono padri-padroni i loro avi, incutevano calmi il rispetto che si deve ai consigli di chi, spesso, senza saperlo, s'avventura tra dune, picchi, sabbie, e secche di cui non hanno contezza di periglio.