COSTRETTI a giocare per non pagare una multa e non mettere in difficoltà anche la squadra avversaria. O meglio, costretti a giocare per dimostrare di essere migliori. I calciatori dell’Aegilium avrebbero voluto soltanto partecipare alle celebrazioni che domenica porteranno la loro isola, di nuovo, al centro del mondo. Esattamente come un anno fa: il 13 gennaio del 2012, quando l’enorme transatlantico si è prima inchinato e poi seminabissato davanti al Giglio. Ma quel mondo che dovrebbe unire, risolvere e facilitare i contatti umani che è lo sport, con il calcio in testa, essendone l’espressione più popolare, ha detto «no».
L’INCONTRO di calcio Aegilium-Scansano deve essere giocato. Non si può rinviare e poi recuperare. Rabbia, incredulità le sensazioni che ha provato la presidente della squadra di calcio isolana Franca Melis, quando si è sentita rispondere picche alla richiesta di rinviare l’incontro. «Il nostro campo di calcio — spiega Franca — non può essere utilizzato perché è a disposizione delle celebrazioni in programma. Giocare altrove, significa per questi ragazzi perdere gran parte degli appuntamenti che si svolgeranno sull’isola. Molti di loro quella sera si sono adoperati senza riserve per aiutare i naufraghi. Hanno ancora nella mente le scene di disperazione, di paura e non vorrebbero mancare alle iniziative che sono state organizzate». Come non comprendere? Come è possibile che non si sia in grado di rinviare una partita di calcio di fronte a una tragedia in cui hanno perso la vita 32 persone.
«Mi è stato risposto — prosegue la coriacea presidente — che non si può rinviare l’incontro, per i conseguenti danni che ne deriverebbero ai terzi. Così mi è stato risposto dalla Figc provinciale e anche da Firenze». Ma quali danni? E quali terzi? Le altre squadre. Lo Scansano? Non è dato sapere. Per parte loro gli avversari, in questo caso appunto la squadra presieduta da Stefano Camarri ha manifestato comprensione delle necessità dei gigliesi, rispondendo a una lettera della presidente Melis che gli spiegava il motivo per cui i ragazzi non volevano sentire ragioni, rifiutandosi di lasciare l’isola in questa occasione.
«COMPRENDIAMO e consideriamo giustamente motivata la richiesta — ha scritto Camarri — Ci rimettiamo alla decisione che, auspico con buon senso, la federazione vorrà prendere». No, il buon senso sarà quello dei ragazzi dell’Aegilium, che alle 17 di domenica si presenteranno a Porto Santo Stefano per giocare. «Lo hanno deciso proprio loro — conclude Franca — per non mettere in difficoltà nessuno. Osserveranno un minuto», sia loro che lo Scansano sarebbero state multate per non avere disputato la partita: 300 euro per entrambe. Ma il cuore e la mente saranno sull’isola. Forse, ce la faranno a rientrare per quello che sarà il momento più toccante dell’intera giornata: le 21.46 quando una sirena suonerà per non dimenticare la tragedia e le 32 vittime. La Federazione non dimentichi la responsabilità di questi ragazzi.
Aegilium costretto a giocare nel giorno dell'anniversario
Autore: fonte "La Nazione"
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