Gent.ma redazione di GiglioNews,
vi invio un breve racconto di un episodio che mi successe nell'estate del 1972 presso la cava di marcasite di Giglio Castello, dove ora c'è la Caserma dei Carabinieri.
E' per me un ricordo importante, perché dall'incontro fortuito con "alcuni" gigliesi, compresi che il mio ruolo non era quello di semplice "raccoglione" di minerali, (il termine è stato coniato dal grande prof. Carlo Lorenzo Garavelli), ma piuttosto quello di studioso. E chissà, forse furono proprio quei due gigliesi che mi misero sulla strada giusta...
Non immaginate quanto mi manchi la nostra Isola...
Un abbraccio a tutti
Alessandro Fei
Scorpioni
Fa caldo, oggi. Con fatica mi sono arrampicato su questa roccia, aiutandomi con il martello da geologo. Devo stare attento, sotto di me un rovo pare aspettarmi.
Mi pare che in questa geode, posta nella parete di un'antica cava di ocra rossa, vi siano dei bei cristalli di quarzo citrino, gialli lucenti. Forse la limonite li ha nascosti, preservandoli dalle ingiurie del tempo… fino ad oggi.
Punto lo scalpello e giù, due colpi secchi. Ecco, la geode si sta aprendo, pronta a rivelarmi il suo tesoro. Rimuovo il sasso con attenzione, cercando di non distruggere i cristalli: dietro di esso due scorpioni giallastri, evidentemente svegliati di soprassalto, ergono le loro code velenose verso di me, drizzando minacciosi le chele, pronti a scattare.
Istintivamente impugno il martello, pronto a schiacciarli.
Rimango fermo un istante, il tempo per prendere forma, dentro di me, di una nuova sensazione. "Ma come siete belli" mi viene da pensare. E rimango lì, abbarbicato alla roccia, a guardarli. No, non ho intenzione di ucciderli, io ho disturbato il loro sonno, ho distrutto la loro tana.
Poso lentamente il martello nella sacca, assieme al piccolo pezzo di quarzo citrino, in un tempo che sembra dilatato all'inverosimile. Nel silenzio del sole di mezzogiorno, forse abbacinati, i due animali abbassano le code e si allontanano, nascondendosi in quel poco che rimane della geode.
Non ho più paura. Mi allontano dalla parete con lentezza: mi sembra che ogni passo duri un'eternità. In un attimo è come se i nostri sguardi si fossero incrociati, come in un duello… ma nessuno di noi due in quel momento ha voluto nuocere all'altro.E forse è stato meglio così: dormite tranquilli, amici scorpioni, in ciò che rimane della vostra tana, vi aspetta una notte di caccia.
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