Anche Bartolotti (Micoperi) a favore delle piattaforme
Mentre sull'isola si dibatte da mesi sul mantenimento o meno sui fondali della Gabbianara delle piattaforme che hanno sorretto per 10 mesi il relitto della Costa Concordia, registriamo la presa posizione dell'Amministratore Delegato Micoperi Silvio Bartolotti in un'intervista a Simona Poli per Repubblica.it
Lui questa storia l'ha sempre vista dall'altra parte, dal lato della Concordia nascosto agli occhi della gente, quello sommerso, abitato solo dal cantiere della Micoperi di Ravenna, azienda specializzata nei recuperi sottomarini. Silvio Bartolotti, l'amministratore delegato, guarda la nave allontanarsi dal Giglio in piedi sulla plancia di uno yacht ancorato nel porticciolo da giorni.
Che effetto le fa? "Mi lascia senza parole, mi commuove, per me non è solo un lavoro concluso felicemente ma molto di più. Era una scommessa, sembrava impossibile far rigalleggiare la Concordia, qui è stato compiuto qualcosa di veramente straordinario. Non mi sorprende che la gente si abbracci e pianga di fronte allo spettacolo di questo gigante che se ne va".
I suoi 120 sub stanno stappando birre e spumanti. "Li capisco. Hanno lavorato duramente e benissimo, meritano gli applausi che si stanno prendendo in questo momento dalla gente del posto. Dall'estate scorsa non si sono mai fermati. Abbiamo affrontato questa impresa con umiltà e serietà, oggi mi sento orgoglioso, posso tornare a casa sereno".
Sott'acqua c'è un cantiere da smantellare, chi lo farà? "Questa ultima fase del lavoro, che riguarda il ripristino dei fondali, è stata messa a gara, anche se non c'era nessun obbligo di legge. Anche noi naturalmente abbiamo presentato la nostra offerta, vedremo (l'esito della selezione si saprà domani). Però ho già detto al sindaco più volte che sarebbe un grande errore smontare la piattaforma verticale, che è destinata a diventare nel giro di poco tempo una riserva naturale e una ricchezza per l'ecosistema. Lo dico con ragionevole certezza perché di fronte a Ravenna le ex strutture dell'Eni che abbiamo rimosso lasciandone una parte sommersa si sono trasformate in colonie di molluschi e paguri pregiati. Bisogna invece tagliare tutti i pilastri in modo che non si vedano più e ricostituire il fondale".
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