C'è una parte del territorio italiano di circa 1.000 km² e dei suoi residenti stabili circa 220.000 abitanti che hanno una peculiarità che è quella di esistere solo per alcuni mesi l'anno e cioè nel periodo estivo quando ci si ricorda delle loro bellezze naturali, culturali e delle loro acque incontaminate.
Il resto dell'anno cadono nell'oblio o in letargo. Nessuno ricorda più queste isole né i suoi abitanti. Nessuno ricorda più che questi meravigliosi territori hanno un servizio sanitario molto carente che, con il passare degli anni e dei provvedimenti legislativi ed amministrativi, invece di avere servizi più adeguati hanno visto diminuire tali servizi e la qualità delle prestazioni.
Uno studio fatto dall'ANCIM (Associazione Nazionale Comuni isole minori) e dell'ANSPI ha messo in evidenza che dal 2000 ad oggi la sanità delle piccole isole marine si è ridotta invece che essere migliorata anche in attuazione del tanto decantato comma VI dell'art. 119 della Costituzione che ha rimesso in posizione rafforzata il principio di insularità con tutte le negatività ad esso correlate.
La legge di bilancio 2025 dedica una parte della manovra ai temi sanitari, ma niente dice in tema di salute per le isole minori marine. L'ANCIM ha inviato alla Commissione bilancio della Camera, sia al Presidente che ai suoi componenti, alcuni emendamenti sul tema che, ad invarianza di stanziamenti, prevedessero una aliquota da destinare specificamente ai servizi sanitari delle piccole isole proprio in attuazione di quel famoso comma VI della Costituzione e dei suoi commi II e III ad esso correlati.
Dalle notizie, sino ad ora emerse, e dai pareri consultivi dati dalle Commissioni di settore niente si dice sul tema salute ed insularità. In altri Paesi quali la Francia, la Spagna, e persino la Grecia la situazione è molto diversa perché non solo il tema salute nelle isole viene trattato con un provvedimento specifico e con finanziamenti dedicati ma sono previste forme di consultazione e Comitati di cittadini che esprimono valutazioni continue per compensare ed eliminare le diseguaglianze, gli squilibri territoriali nell'allocazione e distribuzione delle risorse, miglioramento continuo della qualità delle cure e dell'assistenza erogata dai servizi. Si prevede la partecipazione della Comunità all'orientamento, valutazione e controllo dei sistemi, flessibilità ed efficienza nell'allocazione e gestione delle risorse, efficacia nella qualità della fornitura dei servizi.
Lo stesso Commissario europeo, Raffaele Fitto, afferma che la politica di coesione della Commissione europea sarà "focalizzata sulle isole, sulle Regioni remote e sulle aree rurali. È molto importante lavorare per un ruolo centrale dei territori, perché solo guardando la specificità possiamo comprendere quanto siano necessarie le scelte da mettere in campo."
Politiche distanti da queste affermazioni e dagli obiettivi della UE porteranno alla perdita di particolari aiuti che la Risoluzione europea del giugno 2022 ed ora la dichiarazione programmatica dell'Onorevole Fitto stanno prevedendo.
Gli isolani sono veramente stanchi di questo oblio e ribadiscono la loro richiesta che gli emendamenti presentati siano presi in considerazione ed il Parlamento e lo Stato si facciano carico della soluzione con un servizio sanitario equo e pari a quello dei cittadini della terraferma.
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