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Ancora polemica sul libro di Schettino
Mi chiamo Pippo Lombardo e purtroppo sono stato coinvolto nella vicenda Costa Concordia poiché sono rimasto a telefono per oltre 100 minuti con Maria Grazia Trecarichi, una delle vittime della sciagura al Giglio.
Vi scrivo in merito ai commenti apparsi sul libro di Schettino, Le verità sommerse, nell'articolo di Palma Silvestri, con la quale sono in sintonia quando scrive "...Gli affari di mercato spessissimo fanno sparire il vero contesto,".
Mi viene una forte rabbia pensare che un personaggio quale Schettino si arroghi il diritto di scrivere 600 pagine su tutto e su tutti come se fosse il tenutario di tutte le verità, non solo la sua ma anche di quella degli altri.
Scrivendo un libro forse passa tutto, si dimentica il dolore o forse si dimentica del dramma che che creato in tutto il mondo a migliaia di persone. Un libro scritto probabilmente come apologia di se stesso. Ho scritto nel corso del tempo diversi appunti, sull'accaduto ma non ho mai pensato di pubblicarli per evitare che qualcuno potesse trasformare in affari un evento luttuoso e tragico come quello del 13 gennaio 2012.
Mi viene purtroppo tanta rabbia quando una persona come Schettino possa invece scrivere corbellerie quali per esempio che i familiari delle vittime (vedi caso io ed Elio Vincenzi) siamo andati a casa sua portando "come dono" i cannoli di ricotta tipici siciliani.
Mi chiedo insieme a questa quante altre cose ha scritto e quinti hanno manifestato il proprio disappunto ad iniziare da quelle persone, quei gigliesi che si sono prodigati per il salvataggio e il soccorso di molte persone quella sera, quanto invece i membri dell'equipaggio erano già sull'isola del giglio a scattare foto o a chiacchierare al cellulare.
O quante persone hanno manifestato il loro disappunto avendo visto Schettino sullo scoglio seduto a guardare quando lui diceva di essere tra i soccorritori (mentre a me disse di essere confuso in quell'istante).
Lo scorso anno parlando con una commerciante del Giglio gli chiesi se qualcuno aveva tentato di speculare facendo magliette e gadgets vari che rappresentavano la Concordia. La signora mi rispose che nessuno al Giglio si sarebbe mai permesso di fare cose simili nel rispetto delle vittime.
Peccato che Schettino non sia dello stesso parere.
Grazie per l'attenzione e scusate per lo sfogo. Cordialmente Pippo Lombardo
ALL’ALTRO CAPO DEL TELEFONO Cento minuti, cento minuti, prima che la morte ti carpisca. Cento minuti, mentre, secondo per secondo, la vedi avvicinarsi e speri solo in un miracolo, sono un’eternità agghiacciante anche per chi, del tutto impotente, sta all’altro capo del telefono, cercando di confortare, in qualche modo, la persona cara. E questo, mentre quel vile gaglioffo di Schettino, al sicuro sullo scoglio, in un “contorno” di marinai, a lui assueffatti, magari consulta il computer, che ha, “pietosamente”, salvato per prendere appunti e rimuginare cosa inventarsi per giustificare la sua fellonia e dare ad altri, le colpe del disastro. Colpe che sono, invece, tutte sue, e che, per quel che gli resta da vivere (spero ben poco!) dovrebbero incombere sulla sua coscienza e sul suo onore, se solo li avesse: perché lui e lui solo era “il comandante”; lui e lui solo ordinò l’”inchino” delle Scole; lui e lui solo, mentre la gente già tremava di paura, a lungo satt’attardò con l’Armatore; lui e lui solo, secondo le leggi e la storia della Marineria, prima d’essere, pesantemente redarguito, ha osato scendere, tra i primi, dalla nave, invece di seguirne, all’occorrenza, la sorte. E Lei, signor Lombardo, Lei, tra i tanti, orbati dell’affetto di persone care, Lei che quasi ha sentito morire la sua Maria Grazia, si stupisce del fatto che Schettino scriva un libro di false discolpe, per difendersi e far soldi? Lei si sorprende che l’”infame” abbia addirittura millantato d’aver ricevuto dalla sue mani, in qualche modo e misura, riconoscenti di quel che avrebbe fatto e tentato, un cesto di dolci siciliani? Ma in quale mondo crede Lei d’albergare, signor Lombardo? In un mondo in cui il denaro non conti, la giustizia imperi, la povertà non dilaghi, la gente sia tutta buona ed altruista ed ognuno , come vorrebbe la Bibbia, riceva secondo merito, quando anche al Giglio, per quel che le hanno riferito, la gente ha già dimenticato che, accanto ai tanti altruisti, prodigatisi nel salvataggio e generosi nei soccorsi, c’è stato pure chi (non so se un alterco in proposito abbia generato denunzie), a tragedia conclusa, ha commissionato e venduto ceramiche di varia specie e sottospecie, panoramicamente effigianti la Concordia “rovesciata”.