COMUNE DI ISOLA DEL GIGLIO
PROVINCIA DI GROSSETO

In  risposta alla nota 1.3.2006 del signor Stefano Marini riguardo l’abbattimento di piante, si reputa opportuno  precisare che , non certo rientra nella politica dell’Amministrazione il taglio di alberi, così tanto  per provocare polemiche, quanto piuttosto la necessità di  evitare situazioni  precarie di ordine igienico sanitario, di pericoli a cose e persone ed anche alla staticità di immobili.

Alla base della decisione , dunque,  si è reso necessario eliminare alcune piante poste a ridosso di fabbricati  che provocano gravi problemi di natura igienico sanitaria,  con il loro apparato radicale che entra nella rete fognaria,  funge da tana per  topi o intaccano  le strutture murarie dei fabbricati o sono di pericolo  data la dimensione considerevole ( es. un pioppo)  che i forti venti potrebbero far cadere con  danni a cose e persone .

Tra l’altro  era stato accertato che le piante abbattute non si trovavano ad una a distanza regolamentare  da strutture e infrastrutture pubbliche, già lesionate dalla crescita delle stesse.

Il taglio di questi elementi rappresenta un governo ordinario  del territorio  e dell’elemento albero presupposto che, comunque, non appena possibile sarà disposta nel territorio la ripiantumazione  di elementi autoctoni e configurati con l’habitat naturale dell’Isola, per una superficie chiomata almeno pari ovvero superiore a quella eliminata per taglio elettivo.

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Per completezza di informazione  mi preme  sottolineare come  questa Amministrazione Comunale  ha  approvato , in passato, un ”Progetto pilota per la riforestazione naturalistica per la conservazione della biodiversità” che all’Ente non costa nulla, in quanto è stato chiesto   apposito finanziamento regionale, pari al costo del progetto ( €  18.000,00) che ha buone probabilità di essere concesso.

Con questo progetto  il Comune non si pone certo obiettivi troppo ambiziosi,  ma si limita principalmente alla raccolta dei   semi recuperati localmente (la stessa specie ha varietà diverse in diversi habitat, con capacità di adattamento diverse),
coinvolgendo le scuole in un programma di continuo monitoraggio, allo scopo di verificare lo stato di germinazione e di attecchimento delle nuove piantine, con la costituzione di vivai che, partendo da semi locali, producano piantine da trapiantare nella stagione opportuna.

Questo “progetto pilota” presentato a tutti gli enti interessati (Provincia, Regione, Parco Arcipelago, ecc.) ha avuto un forte commento critico sempre “dagli stessi soggetti” sul quale il Comune non ha concordato, sia per il tono usato , sia con la sostanza dei commenti  stessi, assolutamente distruttivi e non costruttivi come ci saremmo attesi, per una iniziativa che consideriamo tuttora  lodevole da parte dell'Amministrazione Comunale nei confronti della vegetazione dell'Isola, che ha avuto – tra l’altro- l’apprezzamento di esperti nella biodiversità di rilevanza internazionale.

In pratica un esperto nella materia (vicino alle posizione di personaggi  locali che contestano in maniera sistematica)  dice: 
Per carità, non realizzate questo progetto. Non fate nulla, lasciate lavorare noi, veri esperti!

L’Amministrazione Comunale, al contrario,  parte dalla constatazione  che nessun intervento umano è perfetto; sempre l'uomo interferisce con la natura quando si propone di intervenire sullo stato vegetazionale di un territorio. In teoria, dovremmo lasciar fare alla natura stessa ed aspettare che, in tempi lunghissimi, si sviluppi naturalmente la vegetazione "potenziale" del sito.

Ma, portando la cosa all'estremo, dovremmo anche eliminare la presenza umana dall'isola. In qualsiasi modo le nostre attività (abitazioni, strade, agricoltura, turismo, incendi causati dall'uomo, ecc.) interferiscono pesantemente con la natura e la sua biodiversità.

Quindi, stando così le cose che  fare, se non ricercare soluzioni ragionevoli.

Abbiamo sostenuto in tutte le sedi  istituzionali  ( ma anche i contestatori locali sono a conoscenza) quanto segue :

  • Da una parte la scienza che studia la situazione locale, stila elenchi (sempre imperfetti) di specie vegetali autoctone ed infine propone piani di riforestazione e recupero dei territori.
  • D'altra parte, iniziative pratiche che non limitino le conoscenze scientifiche ad un piano accademico e che coinvolgano amministratori e popolazione.
  • Ritengo, a mio modo di vedere, che vi sono aspetti positivi del progetto di riforestazione dell'Isola del Giglio ed altrettanto molto positiva è la circostanza (credo inusuale) che una Amministrazione Comunale specie di piccole dimensioni, quale è l’Isola del Giglio si ponga il problema ed inizi ad affrontarlo.
  • Certamente la proposta di procedere ad una valutazione vegetazionale appropriata, allo screening delle specie vegetali, allo studio della struttura fitocenotica pregressa e senz'altro importante, ma potrebbe essere paralizzante: sino a quando la scienza non si sarà espressa in modo definitivo, non si tocchi niente!
  • Le problematiche scientifiche non sono semplici. Addirittura ci si scontra spesso, in ambito scientifico, su cosa si intenda per specie autoctona. Le specie non sono sempre esistite, sono in continua evoluzione, specie compaiono e scompaiono in modo continuo, in conseguenza di eventi naturali.
  • Alcune specie sono state introdotte (anche millenni fa) da eventi naturali (semi in mare, trasporto con uccelli, ecc). Altre sono state introdotte dall'uomo. Quali sono autoctone? La vite ansonica del Giglio è stata portata dalla Sicilia, ove era stata portata dalla Grecia. Molta vite ansonica si è ora inselvatichita (ad esempio, nella zona di Capel Rosso). Cosa ne facciamo? La consideriamo autoctona solo perchè è al Giglio da qualche millennio? Oppure no perchè l'ha introdotta l'uomo?
  • Altrettanto positivo, mi pare, il fatto che i ragazzi del Giglio vi siano praticamente coinvolti. Non considero per niente questa iniziativa come "una schietta demagogia culturale subliminare", come afferma il dott. Baldini, ma piuttosto un'iniziativa da incoraggiare e sostenere.
  • L'Isola del Giglio non è una riserva naturalistica assoluta, come lo è l'Isola di Montecristo.
  • Vi abita una cospicua popolazione stanziale ed è centro di attività turistiche. Ma è opportuno che si crei una coscienza pubblica attenta alla migliore coabitazione con l'ambiente e al suo rispetto.
  • E’ sbagliato pensare che questa coscienza debba essere appannaggio solo dei tecnici specialisti.
  • La proposta operativa dell’Amministrazione deve essere proseguita con l'iniziativa di riforestazione, facendo riferimento, questo si, al Prof. Arrigoni (Univ. di Firenze), che può dare consigli sulle principali specie su cui concentrare l'attenzione.
  • Intendiamo evitare gli errori commessi nel passato dalle amministrazioni che ci hanno preceduto, con rimboschimenti massicci, con conifere di importazione, perché questi facevano comodo agli amministratori, in quanto molto visibili da subito.

Da parte nostra concordiamo perfettamente nel ritenere che la riforestazione è una scienza complessa e nessuno, dico nessuno, ha le competenze complete: ci sono esperti di biodiversità, altri hanno maggiori competenze tassonomiche o floristiche. Il flusso di queste competenze  servirà per rendere sempre più efficace la nostra iniziativa che, ripeto,  dovrebbe essere considerata  semplicemente lodevole.

Cordiali saluti

IL SINDACO
ATTILIO BROTHEL