E alla fine ha vinto ancora una volta il Dio denaro. Sì perché sono bastate le proteste dei comuni del Tigullio (in particolare Santa Margherita, Camogli, Portofino e Rapallo) per far modificare il decreto «salva coste», in vigore soltanto dal 7 marzo scorso. Un decreto che era nato proprio per rimediare alla tragedia del Giglio, quando per quell’inchino maledetto la nave della Costa Concordia è affondata a pochi metri dall’isola toscana, portandosi con sé trentadue vite. Da quel 13 gennaio tante sono state le polemiche sulla mancanza di una normativa che vietasse alle navi da crociera di avvicinarsi così tanto alle coste. Un rischio, infatti, non soltanto per la sicurezza dei passeggeri ma anche per l’ambiente.
Dopo mesi di discussione è arrivato il decreto rotte sicure (ribattezzato anche anti-inchini), firmato dai ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Tra i punti fondamentali del provvedimento proprio quello che riguarda le navi superiori alle 500 tonnellate; per loro il divieto navigazione entro 2 miglia dalle aree cosiddette protette. Ma la viva protesta delle zone interessate ha fatto sì che nel corso del Consiglio dei ministri di lunedì il testo del decreto venisse «corretto», abbassando il limite a 0.7 miglia (poco più di 1.000 metri circa). Tanto per fare un esempio, la Costa Concordia si è incagliata in uno scoglio mentre navigava a circa 500 metri dalla costa dell’Isola del Giglio.
Tutto, insomma, è tornato «alla normalità», come ha scritto con tono festoso sul suo profilo Twitter il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Un annuncio seguito dalla direttiva della Capitaneria di porto che precisa: «L’autorità marittima ha disciplinato attraverso l’individuazione di punti di fonda l’accesso delle sole navi da crociera i cui passeggeri dirigono poi nei porti di Santa Margherita Ligure, Portofino e Rapallo. Le aree sono a circa 0.7 miglia dal perimetro esterno dell’area marina protetta di Portofino». Tradotto: adesso i passeggeri potranno scendere tranquillamente a comprarsi magliette, collanine e portachiavi e far ripartire così l’economia dei comuni marittimi.
«Purtroppo non è assolutamente così - replica il responsabile mare di Legambiente, Sebastiano Venneri, che si dice perplesso della decisione presa dal governo. I dati ci dicono che il turismo locale non ha nulla da guadagnare dall’arrivo di navi da crociera. Chi sceglie questo tipo di vacanza, infatti, non dispone di grandi somme di denaro. E vi assicuro che i turisti preferiscono prendere l’autobus e andare a spendere quei pochi spiccioli all’outlet di Serravalle Scrivia piuttosto che a Portofino. Un’indagine dei commercianti della zona, infatti, ci dice che chi sceglie questo tipo di turismo (un po’ straccione, mi passi l’espressione) consuma più in termini di territorio e vivibilità che in termini economici».
Nonostante gli annunci trionfali del ministro Clini, quindi, che dopo l’entrata in vigore del provvedimento parlava di «un segnale forte per il turismo sostenibile, una norma quadro che prevede una zona cuscinetto tra aree particolarmente sensibili e le navi», il governo ha fatto un repentino dietrofront, preferendo ancora una volta l’aspetto economico a quello ambientale e, soprattutto, di sicurezza. Soltanto domenica è stata avvistata a circa un miglio da Capo Ampelio la Liberty of the Seas della compagnia americana Royal Caribbean. Anche se la zona non è tra quelle protette e quindi non è applicabile il limite delle 2 miglia, la vicinanza ha suscitato subito timore e allo stesso tempo rabbia che potesse trattarsi dell’ennesimo inchino (smentito poi dalla stessa compagnia). «La tragedia della Costa Concordia non ci ha insegnato nulla - continua il responsabile di Legambiente -. È davvero un peccato perché nel mondo della navigazione sono sempre gli incidenti a migliorare la normativa. Dal Titanic in poi. Ci sarebbe piaciuto che la Concordia, oltre a essere quello scempio che ora deturpa le coste del Giglio, diventasse anche un provvedimento legge. Così non è stato».
Cambia il "Decreto Rotte": si ai passaggi ravvicinati!
Autore: Carlotta Addante, Liberoquotidiano.it
2 Commenti
La tragedia del Giglio, poi, non può essere ascritta al fatto che le navi potevano passare a 270 metri dal Giglio, ma dall'incoscienza di una persona che ha giocato a fare l'eroe invece di procedere ad una distanza bassa, ma di per se assolutamente non pericolosa, sia per la sufficiente lontananza che solitamente vede questi passaggi anche se ravvicinati, sia per il fondale alto di quei punti. Ma lo sapete quanto è un milgio marino in termini di metri? No perchè non vorrei che aveste in mente una proporzione alla rovescia oppure pensiate che si tratta di 852 metri e avete perso un km.....Ma ve ne rendete conto che quasi due km in linea d'aria non sono i 270 metri della Concordia?Eppoi, in ultimo, non gliela passo l'espressione, no mio caro, perchè vorrei capire come mai definisce "straccione" un turismo da crociera, che dimostra di non conoscere minimamente, mentre magari non lo dovrebbe essere quello dei camperisti o la gita parrocchiale della domenica (con tutto il rispetto che anche questo tipo di turismo merita). Ma possibile che tutte le volte che si vuole far passare una posizione si debba offendere o denigrare l'altra parte? Che pena....
Io prima di tutto mi voglio scusare per essere entrato nel sito quando era da mesi che vi leggevo ma, per una sorta di rispetto e di timore reverenziale, non mi ero ancora permesso di "intrufolarmi"; già altre occasioni mi davano lo stimolo a partecipare alla discussione ma sopratutto alcune citazioni di questo articolo, mi spingono a ribattere, anche con acredine: prima di tutto basta un semplice mappamondo virtuale (google earth) per rendersi conto che lo scoglio colpito dalla Concordia è posto addirittura ad una distanza pari alla metà di quella citata. Poi il caro signor (?) Venneri, da buon esponente dei soliti enti che vivono di tessere e contributi pubblici, sarebbe auspicabile che prima di dire strafalcioni si informasse maggiormente sull'argomento che cita: forse i commercianti della zona non offrono granchè, perchè se lei vedesse la grande quantità di oggetti di artigianato locale e di prodotti tipici che viene acquistata nei punti proposti durante ogni escursione, capirebbe che ha parlato a vanvera. Chi sceglie questo tipo di vacanza non disone di grosse somme di denaro? Che facile e triste generalizzazione....io forse non ne dispongo ma, a dimostrazione della citata ignoranza sull'argomento, vedo sovente fare tanti acquisti da tante persone che hanno un evidente tenore di vita elevato. E trascura, da buon ignorante (nel senso letterale del termine) l'indotto delle escursioni: pullman, guida turistica, biglietti luoghi d'arte, di spettacolo, di attrazioni varie.....