Redazione buon giorno, ho ascoltato l'intervento di Mario Tozzi. Lo condivido nei modi e nei termini. Importante anche per me, il mantenimento dell'equidistanza politica, beninteso quella partitica ed ideologica. Peraltro pochi minuti fa il Commissario Europeo Frattini si esprimeva: "... in campo ambientale abbiamo l'acqua alla gola ...". Per quanto il mare del Giglio ci appaia sano, qualcosa comincia ad emergere. Prevenire per non curare, una frase inflazionata, il suo messaggio no.
Permettetemi un piccolo appunto alla lettera del genitore e della signora Melis. Mesi fa lessi un'altra lettera, in tema di consumo di droga, mi sconcertò.
Ho trascorso l'ultimo mese di febbraio al Giglio, rimasi allibita dal comportamento di un terzetto, dai loro discorsi, dalla scurrilità, dai loro progetti ai danni di un ragazzo non presente, compresi gli accordi per l'agguato, uno proseguì e non disse: "quello lì lo ammazzo", che potremmo considerarlo un "intercalare", no! :"... ho un progetto, da grande lo uccido" !!!
Uno sosteneva che tanto il suo babbo non lo puniva mai, poteva fare tutto quello che voleva. 
Schernivano un bimbetto più piccolo per l'educazione ed il profitto che evidentemente lui riservava alla scuola, questo poverino rispondeva a monosillabi. Considerazione non da poco: tutti scolari delle elementari, incontrati sulla navetta per il Campese. Sul bus li richiamai garbatamente, non so star zitta. Il capetto scese con me e mio marito e, dovendo fare obbligatoriamente un piccolo tratto di strada insieme, gli chiesi conto se non fosse meglio che trattasse da solo con quell'amico piuttosto che con il proprio clan, la risposta non la voglio riferire, notavo comunque una parvenza di vergogna e disagio.
Il dialogo e gli occhi aperti, anche quando si dorme, non abbassare mai la guardia potrebbero essere le armi a difesa dei nostri figli. Le coercizioni drastiche riportate, quali la denuncia, la privazione del movimento non servono a nulla. Non si fa quel giorno, si farà dopo una settimana, sarà libero il giorno in cui riemergerà la primordiale vergogna e la elaborerà alle radici del proprio disagio, ricostruendosi.
Infine non dimenticare che i bambini ci guardano.
Mi scuso per la mia prolissità.

Un caro saluto a tutti, Carla