Continuano le polemiche sul diffuso e illegale utilizzo di trappole sull'Isola del Giglio a difesa delle colture agricole locali dalla piccola fauna, in particolare lacci per i conigli (ma è similmente diffuso l’utilizzo delle “schiaccine” che uccidono anche i passeriformi in migrazione).

Alle esternazioni del Sindaco dell'Isola, Sergio Ortelli, sui presunti comportamenti non corretti degli attivisti che sull'isola hanno portato avanti attività di contrasto al trappolaggio, ha già risposto sulla stampa la LAC, Associazione che ha condotto l'iniziativa, e lasciamo tale discussione ai diretti interessati.

Come WWF vorremmo invece intervenire in modo più complessivo sul tema e rimarcare quanto segue:

- l'utilizzo di trappole è illegale e gravemente dannoso per la fauna tutta e non può pertanto in nessun modo essere legittimato

- spostare l'oggetto della discussione (che è la presenza di diffuse attività di trappolaggio in un territorio di grande importanza naturalistica e addirittura all'interno dell'area di un Parco Nazionale) dalla problematica in sé alla presenza di presunti comportamenti 'non corretti' di chi è intervenuto per contrastarla, è in tutta evidenza un modo per sviare il dibattito e fa pensare che non vi sia alcuna reale intenzione di risolvere il problema da parte delle istituzioni;

- la convivenza fra colture agricole e la fauna selvatica è necessaria e anche possibile sempre che si vogliano cercare ed applicare soluzioni corrette;

- le Istituzioni, invece di animare la polemica, dovrebbero con urgenza adoperarsi (Comune, Provincia, Regione e Parco) per favorire la massima diffusione di opere di prevenzione dei danni alle colture, in modo da minimizzare l'impatto della popolazione di conigli sulle sensibili colture isolane;

- le Istituzioni tutte devono nello stesso tempo far sì, con precisi messaggi e con adeguati controlli sul campo, che non vi siano più violazioni di legge e che il trappolaggio sia del tutto eliminato;

- inoltre devono essere avviati adeguati studi per verificare la situazione e, eventualmente, definire la residuale necessità anche di interventi di controllo, che però devono essere basati su situazioni di oggettiva, dimostrata e localizzata necessità e di assenza di altre soluzioni possibili, e devono essere effettuati da personale istituzionale e con metodiche adeguate nel pieno rispetto delle normative vigenti e non certo lasciati al libero arbitrio dei cittadini;

- se in tal senso le Istituzioni non si muoveranno, allora non vi sarà soluzione a nessuno dei problemi in corso e continueranno così ad esserci danni alle colture, danni e sofferenze a carico della fauna selvatica, conflitti fra i cittadini.