Allo scopo di contrastare la pesca in zone e con attrezzi vietati, prosegue l’intensa attività di vigilanza effettuata dal Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
Nella giornata di ieri, gli uomini a bordo di una motovedetta del locale Ufficio Circondariale Marittimo, hanno effettuato alcuni controlli su imbarcazioni abilitate alla pesca a strascico, con particolare riguardo al rispetto delle distanze minime dalla costa e delle disposizioni in materia di attrezzi di pesca consentiti.
Durante i controlli, a bordo di un peschereccio in fase di operazioni, è stata rinvenuta una rete da pesca con un sacco finale aventi maglie notevolmente inferiori al consentito (circa 5 mm a fronte dei 40 previsti).
Il personale della Guardia Costiera ha proceduto ad elevare un verbale amministrativo di 2000 euro ed al sequestro dell’attrezzo illegale.   
Il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano  Federico GIORGI, coglie l’occasione per ricordare che, per quanto riguarda la pesca a strascico, la normativa italiana (legge 963/1965) e comunitaria (Reg. CE 1967/2006) di riferimento prevede il divieto di pesca entro le 3 miglia dalla costa o in zone con fondale inferiore di 50 mt se tale profondità viene raggiunta prima.
Come detto, le maglie delle reti devono invece essere almeno di 40 mm; lo strascico è inoltre vietato sulle praterie di Poseidonia e a più di 1000 metri di profondità.
Il rispetto della suddetta normativa consente di tutelare i fondali marini e le praterie di Poseidonia in un’area particolarmente delicata da punto di vista ambientale come quella dell’Arcipelago Toscano.
Inoltre, lavorare con reti regolamentari consente di tutelare l’intero patrimonio di pesca, in quanto non vengono pescati e posti in commercio pesci allo stato giovanile al di sotto delle taglie minime previste dalla legge ai fini del ripopolamento ittico dei nostri mari.
I controlli proseguiranno nei prossimi giorni estendendosi a tutti i sistemi di cattura e all’intera filiera della pesca.