Giornata frenetica sull'isola quella odierna che ha visto i turisti giornalieri mescolarsi ai giornalisti e agli attivisti di Legambiente sbarcati sull'isola per un "blitz" di protesta contro quelli che sarebbero, secondo gli ambientalisti, imperdonabili ritardi nei lavori di rimozione Costa Concordia. Diversa invece la percezione dei gigliesi e del Commissario Gabrielli che non negano i ritardi ma li giustificano con le effettive difficoltà del progetto.
L’accusa di Legambiente - “581 giorni, la Concordia è ancora qui". Con uno striscione lungo dodici metri calato dall'imbarcazione Goletta Verde, Legambiente è arrivata questa mattina all'Isola del Giglio davanti all'area del cantiere per i lavori di rimozione della Costa Concordia. “Dopo 581 giorni - ha detto il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - come in un gioco dell'oca si ritorna sempre al punto di partenza. Siamo seriamente preoccupati. Giù la maschera siamo davanti a una vera e propria emergenza nazionale che sembra ignorata dal Ministero delle infrastrutture e trasporti che si è evidenziato per la sua latitanza e mutismo". "Inoltre - ha concluso il presidente - chiediamo se per la rimozione della Costa Concordia esiste un piano B in caso di insuccesso dell'operazione"
La replica del Prefetto Gabrielli - "Questa vicenda non deve essere presa a titolo dell'inefficienza di questo Paese". Non ci sta il Commissario per l'emergenza della Costa Concordia Franco Gabrielli che replica piccato alla provocazione polemica di Legambiente. "Dopo 581 giorni la Concordia è ancora qui - ha detto Gabrielli - ma non siamo rimasti con le mani in mano. A volte ho la sensazione che in questo Paese non si abbia contezza del luogo in cui si vive. Meno male che Costa c'è. Se, infatti, oggi avessimo dovuto affrontare questa vicenda con gli strumenti e le risorse di questo Paese saremmo al carissimo amico". Quanto ai lavori, Gabrielli ha aggiunto "Da 581 giorni c'è una parte privata che non ha mai lasciato il compito di rimuovere la nave, da 581 giorni c'è la parte pubblica che controlla e accompagna il progetto di rimozione. Il contribuente italiano su quest'operazione non ha mai speso un centesimo pur trattandosi di un'operazione mai tentata prima".
L’incontro con i gigliesi – A margine dell’iniziativa di Legambiente, il Prefetto Gabrielli ha voluto incontrare, come consuetudine, la popolazione gigliese insieme al Presidente dell’Osservatorio per la Rimozione Maria Sargentini ed il Sindaco Ortelli. Con la consueta franchezza che ha contraddistinto da sempre il rapporto tra il Commissario governativo e la popolazione isolana, Gabrielli è entrato nello specifico delle prossime fasi del progetto e delle implicazioni sulla vita della comunità isolana.
Entro i primi 10 giorni di Settembre, probabilmente il 6, avrà luogo la conferenza decisoria degli enti interessati che darà o meno il via libera alle operazioni di rotazione con un preciso crono-programma imperniato sulle 12 ore necessarie al parbuckling. Raddrizzare la nave a Settembre ed esporla alle mareggiate invernali in posizione verticale è un grosso rischio ma dovrà essere valutato se lasciarla nella posizione attuale un altro inverno con l’aggravante del peso dei cassoni non sia un rischio più grande.
Il giorno della rotazione – Anche se la decisione non è ufficiale, si percepisce chiaramente che la volontà di tutti è quella di ruotare il relitto entro Settembre. Nessuno, ovviamente, si è sbilanciato sul giorno preciso mentre i lavori proseguono spediti con l'installazione del blister (nelle foto), il cassone che sosterrà la prua nella fase del rotazione. L’unica cosa certa è che quella fatidica giornata dovrà essere decisa anche e soprattutto in base alle esigenze dell’isola. “Questo perché – ha spiegato il Prefetto Gabrielli – per quel giorno dovranno essere approntate tutta una serie di misure emergenziali di Protezione Civile”. Sarà istituita una grande area di interdizione intorno al relitto ed evacuata la zona costiera prospiciente la nave per evitare che un’eventuale onda possa provocare danni. I collegamenti marittimi saranno interrotti ed un adeguato numero di elicotteri saranno di stanza sull’isola per provvedere ad eventuali esigenze di tipo sanitario o emergenziale. Le scuole ed i servizi pubblici saranno sospesi o rimodulati in base alle necessità.
Sarà inoltre potenziato il controllo delle acque con campionamenti orari ed un monitoraggio in tempo reale di eventuali sversamenti, il tutto già previsto nel “Piano di Gestione delle acque interne al relitto” attualmente operativo con la presenza nel cantiere di cisterne che stanno aspirando le acque dai vari compartimenti della nave.
Cosa accadrà dopo la rotazione? – Una volta raddrizzata la nave sarà immersa per 31 metri e conterrà al suo interno 250 mila tonnellate di acqua. Sarà valutato lo stato della fiancata attualmente sommersa e saranno poi necessarie 3 o 4 settimane di mare calmo per poter sollevare il relitto di qualche metro, traslarlo sulla piattaforma verso l’esterno e riposarlo sulla struttura del falso fondale, il tutto per consentire l’installazione dei 5 cassoni sul lato dritto senza interferenze con gli scogli. Nel frattempo dovranno essere approntate tutte quelle misure di messa in sicurezza per consentire alla Costa Concordia di rimanere ferma e stabile in posizione verticale di fronte alla forza delle mareggiate invernali.
Caro Maurizio, tu continui ad apparire davvero bravo a contribuire a quell'alone negativo di sfiducia attorno al progetto di rimozione Concordia e al conseguente previsto rimorchio al Porto di accoglienza di Piombino.
Ed invece a noi Grossetani e voglio sperare ai Gigliesi e ai Toscani in particolare della costa Tirrenica non resta che aggrapparci alla speranza che il raddrizzamento venga effettuato al più presto con successo, perché solo da quel momento si potrà veder più chiaro sul da farsi e soprattutto si potrà spingere a tutta forza verso la realizzazione di quanto già previsto e caldeggiato da tempo dalla Presidenza della nostra Regione.
Perché ci mancherebbe altro che dopo aver subito l'enorme danno di un grottesco e oltraggioso incidente marittimo quale quello del grattacielo navale Concordia portato a sbattere sulla riva del Giglio, non si possa nemmeno avere la parziale compensazione di poter lavorare quel disastrato relitto in un nostro Porto cantiere locale già prestigioso quale quello di Piombino.
Saluti.
Caro Attilio, Piombino è un grosso bluff. A tutt'oggi sono stati messi a disposizione 5 milioni di euro, immediatamente spendibili. Per una famiglia sono bei soldi, ma per creare un polo portuale non bastano nemmeno a buttare giù uno straccio di progetto. Dovrebbero costruire un bacino di carenaggio a norma nel giro di pochi mesi con soldi promessi ma non disponibili. La vedo dura.
Come vedi la questione non è solo tecnica ma politica.
A quanto ho capito TM è pronta per tentare l'impossibile e, credo, che in un modo o nell'altro ci riuscirà.
Come solleveranno il relitto di qualche metro per traslarlo sulla piattaforma del falso fondale mi sfugge...
E poi sempre sulle dichiarazioni di Gabrielli... stanno pompando acqua dalla pancia della Concordia, a che pro? Per diminuire l'inquinamento? Ma si tratta di una nave da crociera con migliaia di piccoli compartimenti, mica una cisterna.
Tutte quelle belle parole su come la protezione civile sarà presente nella fase critica del raddrizzamento le conoscevamo già. Mi mancavano gli elicotteri ma la possibile crisi idrica, l'onda di un eventuale micro tsunami e la presenza della nave Orione per tamponare l'inquinamento io la avevo gia data come scontata.
Ciao bello.
E' giunto il momento di parlarci con il massimo della franchezza, caro Maurizio.
Solo nel caso di successo della fondamentale operazione di raddrizzamento della Concordia infatti avrà senso proseguire con decisione verso il preventivato e già parzialmente finanziato progetto di dragaggio e potenziamento per l'accoglienza della nave nel Porto di Piombino.
In caso contrario suddetto piano perderà necessariamente di significato.
Ed è per questo, per dirimere questa incertezza di fondo, che conviene effettuare comunque e al più presto possibile il tentativo di rimettere dritta e tutta intera la nave.
Saluti.
Troppo diplomatico. Nessuna certezza sulla tempistica e il silenzio più assoluto sul porto di destinazione. Francamente mi aspettavo una esposizione piú esaustiva.