E' iniziato il dibattito sul destino del grande relitto della Concordia davanti a Punta Gabbianara. Ed è una cosa fondamentale per il futuro dell'Isola e della sua Comunità sia stanziale residente e lavorante che provvisoria o stagionale di carattere turistico. Per questo va riconosciuto grande merito ad un organo di informazione quale "GiglioNews" che questo dibattito sta stimolando e diffondendo.
Suggestivo per esempio appare l'intervento di "Andrea Padelletti" specie quando raffigura poeticamente il Giglio come una madre benigna accogliente e salvatrice ma quando invece alla fine invoca "lasciatela dov'è" fa pensare troppo all'eventuale "business" che ci può stare dietro. Io non sono molto d'accordo con tale "chiosa" conclusiva. Se la nave non si puo recuperare o rimuovere a costi e rischi sopportabili si può anche pensare di lasciarla là dov'è ma non a fini cinicamente speculativi commerciali. Bisognerà pensare ad un'altra forma più civile e dignitosa per l'isola e il suo ambiente ma in definitiva anche per la "povera Concordia".
Ringraziando la Sig.ra Melis per le scuse non richieste sul mio "storico" nome, ereditato da mio nonno e per il quale sono abituato da sempre a bonarie e amichevoli battute, vorrei tornare un attimo sull'argomento del futuro del relitto della nave "sdraiata" sulla riva di Punta Gabbianara.
Ribadisco la convinzione già espressa della estrema onerosità e rischiosità di un tentativo di rimozione e trasferimento del relitto nel suo complesso. Ritengo più fattibile un'operazione di smantellamento in loco strettamente connessa ad un riutilizzo del materiale di risulta per un'opera ad esempio di potenziamento dell'attuale dotazione infrastrutturale a servizio del prevedibile aumento del traffico turistico sull'Isola a partire da quest'anno per la incredibile notorietà internazionale ricevuta proprio dalla vicenda della Costa Concordia.
Dibattiamo sul destino del relitto
Autore: Attilio Regolo
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Anche dopo la conferma ufficiale del vincitore della gara per la rimozione della Concordia dal Giglio, cioè il raggruppamento italo-americano Micoperi-Titan Salvage, rimane grande la incertezza sul destino successivo alla rimozione della nave.
Le voci si rincorrono e si sovrappongono.
Alcune riporterebbero l'intenzione da parte di Costa Crociere di demolire la nave riciclandone i materiali in apposito cantiere di smantellamento.
Altre, meno attendibili, ma comunque circolanti, riferirebbero di una vaga possibilità di un smantellamento parziale e di un successivo assemblaggio recuperativo con il determinante concorso degli operatori della Fincantieri che quella nave ha ideato progettato e realizzato.
Rimane inoltre ancora totalmente incerta anche la destinazione logistica della nave, sia nel caso della demolizione totale che in quello di smantellamento parziale e riassemblaggio.
Si parla di varie località portuali e cantieristiche attrezzate e specializzate quali Civitavecchia e Palermo, ma anche di Piombino-Livorno. Viene da chiedersi comunque, se si decidesse per la lontana Palermo dove c'è un grande cantiere Fincantieri, perchè no più direttamente e più logicamente a Genova Sestri-Ponente dove quella nave è stata realizzata? E se invece si decidesse per Civitavecchia perchè no Piombino-Livorno egualmente vicine ma, come dire, con maggior diritto di prelazione e compensazione visto che il danno diretto e indiretto dal grande "impatto" con la nave l'ha avuto la costa Tirrenica Toscana da Grosseto fino a Livorno, e con migliore possibilità di collaborazione con la Fincantieri di Genova.
Efficace e sentito il suo intervento, caro Berardi, e pienamente condivisibile.
Ma ora che sembra ufficiale la scelta definitiva di Costa Crociere a favore del progetto Titan-Micoperi, che tenderebbe ad escludere operatori e infrastrutture tirreniche importanti e collaudati dell'altro consorzio, quello perdente, come la Fratelli Neri di Livorno, l'olandese Smit Salvage, i Cantieri Apuani, i porti di Livorno e Piombino, a favore dicevamo di un progetto quale quello della americana Titan e della Ravennate Micoperi,del 30% più costoso (300 Milioni di Euro a fronte dei 200 Milioni della Neri-Smit), per sapere poi che il destino della nave Concordia, dopo minimo un anno di operazioni, sarebbe comunque quello dello smantellamento a pezzi in un qualche cantiere navale di demolizione ancora da decidere, viene naturale chiedersi quali siano stati gli effettivi criteri di logica tecnico-economica che hanno sostenuto la scelta finale della Società Armatrice proprietaria della Concordia.
Amo l’Italia e sono fiero di essere italiano. Anche per questo mi dispiace vedere il relitto della nave coricato su un fianco, come un animale ferito, conseguenza di un Comando “superficiale”, prova di una tragedia che si poteva evitare. Cosa si potrebbe fare oggi? Decidere e comunicare al mondo un programma di azioni e tempi per dare un futuro nuovo al relitto che trovi consenso nella gente: da rimetterlo in grado di navigare, all’hotel galleggiante (anche su una costa diversa dal Giglio), fino alla rottamazione. Un futuro annunciato per il relitto potrebbe in parte attutire lo sconforto dell’odierna scenografia davanti a Punta Gabbianara, che ci ricorda l’orrenda tragedia. Ma nei bar e in questo blog, ad oltre tre mesi dall’affondamento possiamo solo fare ipotesi, senza avere la lista delle azioni e relativi tempi – obbiettivo. I media si limitano a trascrivere gli scarni bollettini emanati ex-post dalla Protezione Civile o poco più. E’ l’Italia. Dove in uno spazio ristretto, controllato dalla Guardia Costiera, dai Carabinieri, dai Finanzieri, dalla Polizia, dalla Protezione Civile, dagli addetti ai lavori siamo riusciti a far sparire la campana della Concordia. Che imbarazzo! Che vergogna! Il fortunato ed efficace intervento di svuotamento dei serbatoi, cosa francamente eccezionale, che ha evitato una tragedia ecologica dopo quella umana, è stato subito appesantito dalla brutta storia del furto. Ma si può essere più incivili? Quando la storia sarà narrata ai nostri figli e nipoti mi piacerebbe che, nonostante tutto, ci fossero anche cose belle da raccontare, come l’aiuto prezioso e generoso degli abitanti del Giglio. Chi ha preso la campana la restituisca. Le autorità pubblichino in anticipo il programma degli interventi e gli obbiettivi da conseguire. “Siamo uomini o caporali?”
A quanto pare il "dado è tratto. é stato scelto come vincitore il progetto del consorzio italo-americano Titan-Micoperi su quello italo-olandese della Neri-Smit.
E la motivazione principale, dalle ancora scarne informazioni ufficiali ricevute dalla Costa Crociere, promotrice responsabile selezionatrice della gara d'appalto, sarebbe che il progetto Titan-Micoperi appare garantire meglio le esigenze di salvaguardia ambientale e socio-lavorativa dell'Isola del Giglio e dell'Arcipelago Toscano più in generale.
Pur rispettando la scelta effettuata dalla Commissione Selezionatrice (l'Italiana Costa, l'americana Carnival,la Società Assicuratrice inglese), ci piacerebbe sapere più in dettaglio per quale o quali motivi il progetto Titan-Micoperi è risultato preferibile e vincente rispetto a quello Neri-Smit in merito sopratutto alla offerta di salvaguardia ambientale e socio-lavorativa del Giglio.
Legambiente chiede che nell'operazione di allestimento e rimozione della nave Concordia dalla costa del Giglio si faccia sopratutto estrema attenzione a non alterare l'equilibrio ecosistemico dell'habitat marino circostante.
Noi riteniamo che il completo successo dello svuotamento serbatoi e ripulitura fondale effettuati dai gruppi Neri e Smit abbia già implicitamente assicurato quanto richiesto dall'associazione ambientalista.
Si tratta invece ora di concentrare il massimo sforzo e l'attenzione sulla riuscita dell'operazione di rimozione, le prima al mondo di questa tipologia e dimensione.
Nulla di preciso ci è dato di sapere a tuttoggi su quanto "bolle in pentola" presso la Commissione Tecnica Ministeriale che sta decidendo sulla soluzione del problema della nave Concordia che giace sulla costa del Giglio.
Va bene che ci sarà una ragione di riservatezza sull'importante e delicata questione, ma penso che i cittadini meritino più rispetto e maggiore chiarezza da parte di un Organo Pubblico che sovrintende a questioni essenziali inerenti la loro vita di tutti i giorni per presumibilmente ancora numerosi lunghi mesi.
L'"assordante" silenzio che sembra calato sul problema del destino del relitto della nave Concordia al Giglio è stato debolmente attenuato in questi ultimi giorni da qualche notizia più o meno direttamente connessa a suddetto problema.
Come ad esempio le polemiche di contorno tra il Sindaco del Giglio e Legambiente Arcipelago Toscano, in seguito al Convegno del 13-14 scorsi, al riconoscimento ufficiale degli ultimi 5 dispersi ritrovati, e all'articolo che la giovane brillante giornalista collaboratrice del New York Times, Gaia Pianigiani, ha pubblicato su quell'importante giornale, sul punto della situazione del Giglio in relazione alla presenza del relitto della Costa Concordia sulla costa dell'Isola.
Ma l'articolo si limita ad una disamina di tipo statistico, con tanto di interviste a vari operatori turistici isolani, delle risultanze dei flussi turistici di primavera nell'isola rispetto a quelli dello scorso anno affermando in sostanza che mentre le prenotazioni a più lunga permanenza sono calate del 20% a causa forse della crisi o del maltempo in periodo pasquale, sono aumentati invece i flussi delle gite giornaliere stimolate forse dalla presenza di questa del tutto inaspettata grande e nuova "attrazione turistica".
L'articolo della Sig.ra Pianigiani conclude dicendo che a questo punto non è ben chiaro ancora se la nuova ingombrante presenza sulla costa del Giglio possa rappresentare uno svantaggio o un beneficio economico per l'isola.
Ebbene, se ho riportato con correttezza il taglio dell'articolo, non mi pare ci sia alcun punto di domanda o di chiarimento su quale possa e debba essere l'immediato destino del grande relitto, quasi che ci si stia abituando e assuefacendo alla sua presenza, tanto è vero che ci si chiede solo se può nuocere o invece la sua permanenza nella posizione e nella situazione in cui si trova possa essere addirittura utile all'economia dell'isola.
Ha ragione Massimo Berardi. E' impressionante il perdurante totale silenzio ufficiale da parte degli Organi Istituzionali e dei Soggetti Pubblici e Privati che a vario titolo stanno sovrintendendo alla soluzione del problema della nave Concordia a fronte di una intera popolazione non solo locale che vuole avere informazioni avendone pieno diritto sul cosa il come e il perché si sta decidendo in relazione ad esso.
Insomma, dopo tanto affannarsi nel dibattito rimane intero il nodo fondamentale da sciogliere sul grande relitto che giace davanti a Punta Gabbianara, perché certamente assai importante è sviscerare le ragioni e le cause e accertare le responsabilità che stanno alla base dell'incredibile incidente occorso alla nave Ammiraglia della flotta di "Costa Crociere", sopratutto per evitare che una cosa del genere possa ripetersi in futuro, così come è importante riuscire a rimuovere quello che rischia di diventare un enorme e ingombrante rifiuto dall'ambiente dell'Isola del Giglio, ma preliminarmente importante rimane secondo la nostra opinione decidere con chiarezza e decisione quale deve essere il destino finale della nave Concordia.
Insomma, infine, la Concordia può essere recuperata o no?
Può essere riutilizzata o no? Queste sono le domande che tutti noi dovremmo rivolgerci e vorremmo rivolgere a chi è preposto a decidere e operare.
E c'è poi una ragione più profonda, secondo me, per doverosamente tentare di riuscire a raddrizzare e riparare quella grande nave Italiana che giace sulla riva di Punta Gabbianara al Giglio.
La Costa Concordia, ne sono intimamente e razionalmente sicuro, rappresenta quanto di meglio abbia prodotto l'industria navale commerciale Italiana, nell'ultimo decennio.
Interi staff di ideazione, progettazione e realizzazione, interamente Italiani, a cominciare dalla Fincantieri di Genova e Trieste, hanno concorso a dare anima e corpo a quella nave da sogno.
Se è successo quel che purtroppo è accaduto, e di questo ne sono altrettanto ragionevolmente sicuro, lo si deve oltre che ad un gravissimo errore di valutazione umana, anche ad una straordinaria concomitanza di circostanze eccezionali negative.
Quelle che nell'ingegneria dei sistemi della sicurezza si definiscono a "danno rilevantissimo" ma di "probabilità di accadimento quasi nulla" per cui il rischio dell'evento resta bassissimo.
E' un'interpretazione di comodo per giustificare in qualche modo la tragedia?
No!
E' il risultato di un preciso calcolo ingegneristico.
Se la stessa nave dovesse artificialmente e ipoteticamente essere posta a un numero elevatissimo di prove di stress similari a quella effettivamente verificatasi, non presenterebbe le stesse disastrose conseguenze di quelle realmente accadute (non si dimentichi però che alla fine si sono salvati quasi tutti compresa la nave).
Ed è per questo che ritengo doveroso e necessario che si faccia di tutto per raddrizzare e recuperare il relitto della Concordia, per dimostrare appunto che non è ormai irrimediabilmente un relitto, bensì una regina delle navi da passeggeri momentaneamente caduta in ginocchio ma che è in grado di rialzarsi e camminare come prima.
Voci di corridoio,solo ipotesi di lavoro vaghe e imprecise, purtroppo, mancando informazioni ufficiali dettagliate, dicono che i due progetti rimasti sotto esame per la scelta definitiva, anche se simili per l'obbiettivo di fondo dal punto di vista dell'Isola, cioè la rimozione del relitto della Concordia dalla costa di fianco a Giglio Porto, restano comunque fortemente dissimili per modalità di rimozione e destino finale della nave.
Un progetto infatti punterebbe ad un preliminare riposizionamento in assetto della struttura navale , previa riparazione provvisoria delle falle delle due fiancate , trazione di rotazione da un lato facendo perno su pilastri in cemento armato preinfissi sul fondale e contestuale spinta di sostegno dall'altro lato mediante palloni gonfiabili, dopodichè svuotamento dell'acqua , galleggiamento totale e rimorchio al cantiere di trattamento per perfezionamento tentativo recupero di navigabilità autonoma.
L'altro progetto invece, si baserebbe su un preliminare disincastro del relitto dagli appoggi scogliosi del fondale su cui è reclinato con una rotazione fino a circa 45° e successivo trascinamento più a largo di quel tratto necessario e sufficiente per permettere l'ancoraggio su una speciale grande nave di appoggio e trasporto verso un cantiere di demolizione.
Mi sembra quasi inutile ribadire, ammesso che siano attendibili le voci su riportate, come più volte affermato in questo blog, quale sia per chi commenta la soluzione preferita, e cioè quella senzaltro che privilegia il tentaitvo di recupero della grande nave da crociera.
Un tentativo che potrebbe presentare anche rischi di non riuscita ma che va comunque effettuato.
Giungono notizie sempre più precise e attendibili circa il destino del relitto della Concordia.
L'ultima sarebbe che la nave verrebbe fatta galleggiare lo stretto indispensabile per essere trascinata lentamente al vicino porto di Livorno oppure a quello più lontano di Palermo, dove verrebbe assai presumibilmente smantellata.
La cosa avrebbe indubbiamente una certa logica sia tecnica che economica, ma rimarrebbero irrisolti alcuni dubbi di fondo già prospettati in questo blog predisposto da Giglionews e così massicciamente commentato.
Sono i dubbi inerenti in particolare la sicurezza strutturale e la stessa capacità di mantenere l'assetto stabile di quel tipo di gigantesca nave da passeggeri che sta oggi reclinata sulla costa del Giglio dopo essere stata "abbattuta" da un solo anche se poderoso e prolungato colpo di scoglio che l'ha impattata di striscio sulla base della carena sommersa.
Dubbi che rimarrebero senza alcuna risposta rassicurante se il relitto venisse trascinato, ancora semisommerso, dopo averlo disincastrato dagli appoggi scogliosi,al cantiere di demolizione.
Dubbi che verrebbero invece diradati se si riouscisse a ridare assetto stabile e galleggiamneto completo alla grande struttura navale prima di essere rimorchiato a destinazione magari per un tentativo di recupero e riparazione.
Non dimentichiamoci che sono in navigazione alcune navi gemelle di quella naufragata e alcune altre del tutto simili da un punto di vista sia strutturale che impiantistico e non sarebbe male pertanto che alcuni dei dubbi su prospettati venissero chiariti.
Si viene a sapere oggi con più precisione che i due soggetti aziendali che sono rimasti a contendersi l'appalto per la rimozione della Concordia sono entrambi dei gruppi consorziati.
Uno come già detto è formato dalla olandese Smit Salvage e dalla Neri Group di Livorno che sono già presenti in cantiere per svuotamento serbatoi carburante e pulizia del fondale.
L'altro dall'americana Titan Salvage e dalla Micoperi di Ravenna.
Il costo delle operazioni previsto dai due progetti, abbastanza similari e che prevedono la rimozione della nave tutta intera, si aggira sui 200-250 Milioni di euro. La selezione finale si baserà su richieste integrative e specificative rivolte dalla apposita Commissione Tenica Ministeriale d'esame.
E' quindi comprensibile la difficoltà e la delicatezza del compito di suddetta Commissione che si dovrà pronunciare in tempi molto stretti per la stipula del contratto preliminare.
Gent. Sig. Stefano Ansaldo. Lei come le ho già detto ha un nome (come mio figlio), un cognome (evocatore di grandi aziende genovesi di marineria) e un soprannome (che fa pensare ad antiche attività agricole-commerciali familiari) a me simpaticissimi, e un modo di ragionare pacato e responsabile. Sono completamente d'accordo con lei.
La situazione è difficile ma non disperata.
Bisogna avere pazienza per la risoluzione del problema, come raccomanda il Sig. Roberto Galli, anche se con la dovuta tensione e attenzione.
E sono pure d'accordo che il Nostro, tra alti e bassi, è un grande Paese che, proprio nelle situazioni difficili, prima o poi ci sorprende per la positività dei risultati finali.
Cordiali saluti.
Rispetto pienamente i tempi necessari ad una consapevole scelta da parte della Commissione Ministeriale, ma non comprendo perché non è stata comunicata pubblicamente una scadenza per tale scelta. Che scegliessero quando scegliere (perdonate il giro di parole), ma lo comunicassero alla Cittadinanza.
Inoltre se è stata già fatta una scelta sul destino del relitto, come mi auguro considerando il tempo trascorso, perché non ci comunicano i tempi di inizio e conclusione delle operazioni, con una sintetica descrizione delle stesse? L’Italia è uno strano paese: perché i media non fanno pressione per conoscere il piano definitivo e le relative scadenze? Se fossimo in un paese del nord Europa o negli Stati Uniti d’America, i giornalisti farebbero un putiferio, perché dopo tre mesi (mancano solo due giorni alla triste ricorrenza) dal punto di vista tecnico sappiamo solo che è stato aspirato il carburante e poco più. I giornalisti fanno troppo spesso notizia con i bollettini giornalieri della Protezione Civile, non con inchieste indipendenti e approfondite. Tre mesi è un tempo lungo, lunghissimo. Cosa aspettiamo? Una bella mareggiata per poi piangerci addosso? Sveglia!! Qualsiasi cosa abbiate deciso di fare.
E se il problema fosse, caro Berardi, la estrema difficoltà di effettuare la scelta decisionale finale fra i due progetti e le due aziende concorrenti rimaste in lizza, l'americana "Titan Salvage" e il gruppo italo-olandese "Neri-Smit" già presente nel cantiere della Concordia al Giglio? Riflettiamo un attimo infatti: i due progetti rimasti sono a quanto si sa abbastanza simili.Prevedono entrambi la rimozione della nave tutta intera.
Quello della Neri-Smit comprenderebbe anche il traino in un supercantiere di Livorno per fare cosa di preciso però non si sa. Mettiamoci nei panni della Commissione Tecnica Ministeriale: non è uno scherzo scegliere uno dei due.
In base a cosa si dovrebbe scegliere?
Criteri precisi discriminanti per casi di questa complessità e novità non esistono.
Scegliere in base all'economicità del progetto potrebbe essere un rischio.
Ideale sarebbe che uno dei due contendenti, dopo aver soppesato i pro e i contro si ritirasse dalla gara.
Ma se questo non avvenisse? Insomma non vorrei essere al posto di chi deve scegliere e decidere, anche perchè poi dovrà darne ampia e dettagliata motivazione pubblica giustificativa.
Ecco perchè, Gent. Massimo Berardi, i tempi potrebbero dilatarsi in modo al momento del tutto imprevedibile.
Il problema non è se i tempi sono giusti o no, è che sono ignoti. Se siamo d’accordo che il tempo è la variabile indipendente più importante di questa inedita situazione, per quale motivo sappiamo cosa è successo e mai cosa succederà? Perché le Autorità non pretendono dagli addetti ai lavori un piano dall’”A”alla “Z” (forse lo fanno), con precise scadenze, e non informano la Cittadinanza? Sappiamo cosa è successo giorno per giorno dal bollettino della Protezione Civile, ma non sappiamo quando verrà rimosso il relitto e che fine farà. Del resto se lo sapessimo non avrebbe ragione d’essere questo blog. Ma se sono stati chiamati i massimi esperti per operazioni sul relitto, rimozione inclusa, e di ciò che contiene, perché non ci comunicano il loro piano, al netto di eventuali giorni di maltempo e imprevisti? Si tratta del modo di fare alla vecchia maniera, quando il popolo non doveva sapere perché era ignorante? Oppure è “solo” incapacità nella gestione del progetto? Oppure lo sanno e non lo dicono per qualche motivo (non ho usato la parola interesse)? Oppure non si può sapere perché la complessità è tale che è inimmaginabile sapere una scadenza? Non ho mai visto un progetto, per quanto complesso, senza una scadenza oppure con una serie di scadenze a cascata. Allora qual è il punto? Che la gestione del fattore tempo non appartiene ai Cittadini, non è qualcosa su cui si può discutere. Quando avviene avviene. Pensate se si annunciasse: “le operazioni di ricerca delle povere vittime, di pulizia del mare, riparazione ecc saranno concluse entro fine maggio 2012; nella seconda settimana di giugno ,appena le condizioni del mare lo consentiranno, il relitto sarà …., e in XY giorni rimorchiato al cantiere XZ”. Saremmo un paese forse troppo civile?
L'isola la si puo' godere e vivere lo stesso,anche con la presenza forzata di quel bestione. Ovviamente se non ci fosse,sarebbe meglio. Concordo con quello che ha detto Roberto Galli.Si deve fare nei tempi e nei modi giusti. E non e' detto che siano per forza tempi biblici. Magari chissa',il nostro grande paese per una volta ci sorprendera' in positivo. Un saluto. STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA
Dichiarata la perdita totale del mezzo, le assicurazioni dovranno pagare quanto deciderà la magistratura o come concorderanno le parti, inclusi i passeggeri e le vittime. Il valore del relitto sarà ovviamente il maggiore tra quelli di recupero, smaltimento e riciclo a meno di offerte di terzi, alquanto improbabili.
Il fattore tempo, non quello economico, sembra essere la variabile indipendente più importante per la deperibilità del relitto nel mare. Ma il fattore tempo a favore di chi gioca? A favore degli inquirenti che hanno necessità di concludere le complesse indagini e analisi da fornire ai magistrati, degli addetti ai lavori che hanno più tempo a disposizione per far bene ciò che devono fare e dei loro preventivi d ispesa e consulenza che possono solo crescere, di coloro che vendono servizi e prodotti agli addetti ai lavori, dei media che continuano a vendere “news”, senza dimenticare i cinici e odiosi turisti dello scatto davanti al relitto. Chi è a favore di fare le cose in fretta? Tutti coloro che amano il Giglio più delle loro tasche, Gigliesi e non, che tengono alla flora e alla fauna marina, all’acqua pulita, ai bei tramonti. Quindi siamo in tanti ma contiamo poco. Almeno ci confrontiamo su questo blog, è comunque un modo per esserci, per testimoniare. Buona Pasquetta a tutti!
Gent.Sig.Roberto Galli, la ringrazio della sua puntualizzazione.
Oltre che una brava persona lei appare come una persona assai consapevole e coscienziosa che conosce bene i dettagli della vita quotidiana dell'isola.
Ed è vero che io parlo da "esterno" mentre lei da "interno" all'isola ma mi sento ugualmente in qualche modo compartecipe, in quanto Grossetano e Italiano, del grave problema accaduto sull'Isola più bella dell'Arcipelago.
Ho già ampiamente espresso le mie opinioni in questo blog che ha raggiunto quasi i 150 commenti compresi i suoi e questo già dimostra come il problema della Concordia è sentito sia all'interno che all'esterno dell'Isola.
E ho già detto che di fronte alla straordinaria eccezionalità e gravità dell'evento accaduto al Giglio altrettanto eccezionale e responsabile è stato il comportamento di tutta la Comunità Gigliese, Grossetana e dell'intera area Tirrenica, da Livorno a Civitavecchia e dei loro rappresentanti istituzionali e delle forze dell'ordine di terra di aria e di mare, tanto è vero che per tale comportamento sono stati raccolti encomi e benemerenze a livello perfino internazionale.
Ma quando affermo che bisogna avere "Furissima", quasi contestando il suo invito alla calma, intendo dire, in senso metaforico, che bisogna tenere alta la "tensione " e "l'attenzione" sul problema, e questa tensione e attenzione va ritrasmessa alla "catena virtuosa" dei responsabili che stanno via via più in alto perché progetti e realizzazioni relativi alla soluzione del problema Concordia siano i più rapidi ed efficaci possibili.
Perché se tutti noi, ciascuno per una piccola parte che gli compete, ci sentiamo responsabili di quanto accaduto e che non doveva assolutamente accadere,altrettanto e a maggior ragione dobbiamo sentirlo per rimediare e rimettere a posto le cose.
Molto probabilmente non ha ben capito il mio intendimento, oppure non lo ha voluto capire. Lei parla da esterno, io invece da chi la situazione la vive giorno dopo giorno.....il mio pensiero è molto semplice e di facile interpretazione e ripeto che i lavori di cantierizzazione e di recupero della nave devono seguire i tempi tecnici stabiliti. C'è un pool di esperti che monitora la nave secondo per secondo registrandone ogni più millesimale movimento....La furia non ha mai portato risultati positivi, e ripeto che un lavoro malfatto complicherebbe moltissimo l'economia dell'Isola anche per gli anni a seguire....BUONA PASQUA A TUTTI....
E comunque,caro Sig. Roberto Galli, scusandomi se Le ho risposto in modo un pò impulsivo, Lei mi sembra proprio una brava persona e ha ragione quando raccomanda calma e precisione in questa brutta faccenda della nave naufragata davanti alla Vostra bella isola.
Il fatto è che ho il timore che come purtroppo è accaduto nel nostro Paese in situazioni analoghe "passata la Festa, gabbato lo Santo".
Mah, speriamo che questa volta non sia così e che per la Concordia si trovi una soluzione accettabile e onorevole per tutti.
Ma oggi godiamoci la bellissima giornata di sole della Festa del risveglio e della "Resurrezione" qui in Maremma e penso senzaltro anche al Giglio.
Colgo l'occasione per rinnovarLe i miei più sinceri auguri di Buona Pasqua a Lei e alla sua famiglia.
Ing. Attilio Regolo
Mi scusino i lettori e commentatori del blog e i redattori di Giglionews, cui rivolgo un particolare augurio di Buona Pasqua, per questa mia invadenza ma il Sig. Roberto Galli mi costringe ad una doverosa replica.
Vede, Sig. Galli, è proprio un atteggiamento superato e inerte come il suo che rischia di far affondare non solo il relitto Concordia ma anche alla lunga l'economia dell'isola.
Primo perché l'attendismo in questo caso oltre che far rimandare la soluzione dei problemi sine die la darebbe vinta ai tanti oggi nascosti e silenziosi che sperano proprio in un ritardo dei lavori per far mandare alla malora definitiva la nave, dopodiché non ci sarà più bisogno di darsi tanto da fare per recuperarla, che la cosa più semplice economica e sbrigativa sarà di disincagliare quel tanto che basta il relitto per trascinarlo al cimitero o addirittura farlo affondare da qualche parte in itinere. Questi silenziosi e cinici personaggi, assai più numerosi di quello che potremmo pensare, non aspettano altro appunto che i gigliesi, per tirare a campare la stagione in tranquillità come se niente fosse successo fino ad oggi, facciano poi trovare sul groppone dell'isola quel gigante assai più invecchiato non per uno ma per due o tre anni e forse più per poi rischiare addirittura di doverlo demolire sul posto.
Sono cose già ampiamente sperimentate in altre parti del mondo con relitti meno problematici.
Addirittura c'è sicuramente anche qualche mente spregiudicata e piccina che spererebbe in una lunga permanenza del lugubre relitto sulla spiaggia come fenomeno d'attrazione turistica, tanto chi se ne frega della dignità morale e civile e del rispetto della storia memoria e ambiente, l'importante e fare un pò di quattrini in più senza tante scocciature di cantieri ingombranti e rumorosi.
E' per tutte queste ragioni, caro Sig galli che bisogna avere "FURISSIMA" nel pretendere che il problema della Concordia venga risolto il più presto possibile.
E permettetemi un'ultima osservazione e poi mi zitto (comunque basta un "clic" per passare ad un altro blog). Nella vicenda Concordia sono implicati l'immagine e l'orgoglio di interi settori strategici della marineria Italiana, che ha uno storico prestigio da difendere nel mondo.
Riterrei davvero irrazionale e inaccettabile che il gravoso compito di risolvere il problema della Concordia al Giglio non venisse affidato ai Livornesi della "Neri Group", anche se con la collaborazione della poderosa tecnologia degli olandesi della "Smit Salvage".
Perchè per risolvere l'enorme problema della Concordia occorre si ingegno, esperienza e tecnologia, ma sopratutto occorre "cuore e volontà".
E chi non riconosce alla "rossa Livorno" queste essenziali doti caratteristiche?
Certo occorreranno prudenza, maestria , intelligenza esperienza e tante altre virtù per riuscire in un'impresa unica al mondo, ma sopratutto ci sarà bisogno di coraggio e tenacia e i "livornesi" queste caratteristiche ormai ce l'hanno nel DNA da secoli.
Stiano sicuri i "livornesi", che se avranno l'appalto, noi "grossetani" gigliesi o non, nonostante le rivalità storiche e sportive, saremo totalmente con loro a sostenerli nell'impresa, con tutte le nostre forze.
Quello che sinceramente continuo a non comprendere è perchè un'azienda di rilevanza non solo nazionale ma internazionale come la Fincantieri di Genova-Trieste non sia minimamente pronunciata pubblicamente fino ad oggi sulla gravissima vicenda della Costa Concordia al Giglio.
Eppure quella nave da sogno è uscita dai suoi cantieri prodotto dell'ingegno e del lavoro dei suoi dipendenti.
E allora viene naturale da chiedersi: quanto realmente importa a "Fincantieri" circa la propria immagine fortemente appannata, anche se solo indirettamente, rappresentata da quella grande nave da crociera "abbattuta" da un solo "colpo di scoglio" anche se ben assestato e che sta lì morente sulla riva della più bella Isola del Mediterraneo sotto gli occhi mediatici del mondo?
Insomma, noi qui parliamo e dibattiamo, ma ci piacerebbe sapere direttamente da chi conosce meglio di ogni altro come è fatta la grande nave adagiata su punta Gabbianara al Giglio, e cioè proprio da "Fincantieri" che l'ha progettata e realizzata, se quella nave, almeno in linea teorica, potrebbe riacquistare l'assetto originario oppure no, se potrebbe essere risistemata e rimessa in mare oppure no, se insomma potrebbe essere integralmente recuperabile oppure irrimediabilmente destinata, come paventato, ad un cantiere di demolizione finale e riciclo materiali.
Sig. Regolo, le posso assicurare che quello che dice Lei è solo detleterio per l'economia dell'Isola. Noi non vogliamo assolutamente il porto del Giglio come cantiere di lavoro, ma deve essere quello che è stato lo scorso anno e che sarà l'anno prossimo. La gattina furiosa fece i gattini ciechi.......chi sarà deputato a svolgere l'attività di recupero, dovrà operare seguendo dei criteri impartiti da coloro che hanno richiesto la progettazione, tra cui spicca il mantenimento dell'economia dell'Isola....quindi le attività come dicevo prima dovranno essere fatte con tranquillità, professionalità e cura dei particolari, senza nessuno dietro che brucia la coda.....buona Pasqua
Non sono per niente d'accordo con Lei gent. Sig Galli.
Nel caso della nave Concordia secondo me non bisogna aver "FURIA" bensì "FURISSIMA".
Nel senso che se materialmente occorre rispettare i tempi tecnici per scegliere e approntare i progetti e cominciare ad operare sul relitto, vista la gravità dell'accaduto è necessario moltiplicare "tensione" e "attenzione" sul problema e non trovare le scuse che è meglio "rallentare" in vista della stagione estiva turistica e poi riprendere di buona lena a stagione ultimata.
Ogni giorno che quella nave sta lì richia di condizionare pesantemente la vita economica e sociale del Giglio dopo millenni di normalità e gradualità.
Ben tornato nel blog al "Livornese" purosangue Antonio Malanima e Buona Pasqua pure a lui, deh!
Molto interessante è quello che dice a proposito dell'industria povera delle demolizioni nei cimiteri navali dei paesi in via di sviluppo.
E allora chiedo a Malanima e a tutti i lettori e commentatori del blog: è giusto che alla più grande e bella nave da crociera Italiana, con un nome,"Concordia", così suggestivo da essere tutto un programma, che dopo il dramma dell'impatto sugli scogli di una delle più belle isole del Mediterraneo, dove ha rischiato di affondare con tutti i suoi passeggeri a bordo, e che invece miracolosamente si è poi adagiata quasi intatta sulla riva della stessa isola permettendo il salvataggio di quasi tutti i naviganti, sia riservato il destino verso uno di quegli orribili cimiteri?
Per quanto riguarda poi, caro Malanima, la sua "maliziosa chiosa" finale circa il giustificare le sue osservazioni-invettive nei miei confronti con la motivazione di voler salvaguardare gli interessi della Neri Group, Lei mi fa troppo onore!
Non pensavo davvero di essere così importante, per Lei, su tale grande questione.
Ma, a parte le battute, sarei il primo a rallegrarmi se la Livornese Neri Group, anche se in cordata con l'Olandese Smit Salvage, vincesse quell'appalto.
Sarebbe lavoro e prestigio indirizzato in gran parte verso la nostra Regione anziché verso l'estero.
Però attenzione!
Perché l'impresa è assolutamente nuova e rischiosa e se non si fanno bene i calcoli potrebbe anche andare (facendo rispettabilmente le dovute alla "Totò") assai diversamente da quanto sperato.
Egregio sig. Regolo, noi al Giglio vogliamo che la nave venga rimossa. Ma deve essere rimossa nei tempi previsti, nei modi previsti e senza, come si dice al Giglkio, FURIA.......Dal momento che è impossibile rimuoverla prima della stagione estiva, è giusto che i lavori vengano eseguiti a regola d'arte, in sicurezza per coloro che vi lavorano, e poi vedrà che come è successo con il recupero del carburante, così sarà per il recupero della nave. Buon dibattitoa tutti voi.
Buongiorno a tutti, tra le più disparate ipotesi lette su questo post non ho mai letto questa domanda:
dove vanno a «morire» le navi naufragate petroliere o altro che siano? Oggi smantellare navi (petroliere incluse) è soprattutto un lavoro da «paesi poveri». Intere spiagge in India, Bangladesh, Pakistan e in parte Turchia sono diventate «cimiteri» dove le carcasse di navi sono sezionate da lavoratori di solito armati di seghe e fiamma ossidrica, smontate per toglierne i metalli riciclabili, pezzi di macchinari - chi ha visto questi cantieri li ha descritti come gironi infernali di chiazze oleose, barili che perdono, veleni nerastri e lamiere arrugginite. Questi quattro paesi più la Cina smaltiscono oggi il 90% delle navi rottamate dai paesi industrializzati (l'India ha la parte del leone, il 60%, ma Pakistan e Bangladesh si aggiudicano le navi più grosse). Gli standard di sicurezza sono minimi, o zero.
Altra ipotesi è l'acquisto e trasporto in Russia ( Moby Prince) per recupero materiale ferroso?
L'importante, almeno per gli amanti del Giglio, è toglierla intera da dove si trova.
Il problema per l'intera comunità mondiale è quello sopra descritto.
Dimenticavo, non è che se si aggiudica il contratto la ditta Smit-Neri (di Livorno) il sig. Regolo deduce che le mie precedenti osservazioni avevano questo scopo???
Un saluto e augurio di Buona Pasqua.
Antonio Malanima
Buongiorno Sig. Stefano Ansaldo e innanzitutto auguri di Buona Pasqua.
Dunque, venendo alle sue osservazioni, se legge con attenzione gli ultimi interventi noterà che la mia opinione si è già consolidata da diverso tempo attorno all'idea del recupero integrale della nave, nel senso del suo raddrizzamento-galleggiamento totale dopo la riparazione provvisoria delle falle e il suo successivo traino ad un cantiere di ristrutturazione-risistemazione per un suo eventuale riuso a mare.
L'ipotesi caldeggiata dal Sig. Berardi, che non conosco e non so se ha parentele a Varese,di adattare la nave a grande struttura turistico-rivettiva multifunzione da collocare al Giglio oppure altrove, anche se da me non rifiutata, è solo un'ipotesi eventuale da considerare solo nel caso di un'impossibilità tecnico-economica di quella primaria preferita.
Quindi non c'è ragione per i suoi timori di perdita di "godibilità e vivibilità" dell'Isola in futuro.
E d'altra parte i due progetti che sembra siano rimasti in lizza nella scelta finale per affrontare il problema della Concordia, cioè quello dell'azienda "Titan Salvage" americana e quello della cordata "Smit- Neri" italo-olandese, prevederebbero entrambi appunto il recupero integrale del relitto con traino a cantiere di trattamento.
Semmai la curiosità e l'interesse tecnico personale stanno nel come si affronteranno effettivamente nel dettaglio i grandi problemi del recupero da parte della azienda che sarà incaricata, sperando ovviamente in una completa riuscita dell'impresa, e poi su quale sarà il definitivo destino del relitto una volta portato al cantiere.
Salve sig. Regolo. Nessun problema per il tono confidenziale. Pero' voglio dirle una cosa. Magari mi sbaglio. Ma credo che le sue parole e quelle del sig. Berardi(ha parenti a Varese ?) non sarebbero proprio le stesse se la vostra vita quotidiana si svolgesse sull'isola. O anche se foste presenti sull'isola per i 4/5 mesi della bella stagione,magari frequentando la spiaggetta fuori il porto. La sagoma di quella nave e veramente qualcosa che impressiona. Proprio oggi ho sentito un amica che con la famiglia(gigliese) e' spesso presente sull'isola. Mi ha detto che la mamma non sa' se vuole andare per pasqua. Ma lo fara' alla fine. Io stesso ancora non sono andato da quando e' successo il fatto. E sinceramente non so' la sensazione che provero'. Anche perche' mi e' stato detto che appena il traghetto "gira" l'estremita' dell'argentario,ecco subito che si vede quel gigante del mare. Vada a fare una visita al giglio e al suo ritorno ci faccia sapere tutte le sue impressioni. La saluto e ricambio gli auguri di una buona pasqua. STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA
Gent. Sig. Leonardo Rosato.
Anch'io penso e spero che sia nell'interesse di Costa Crociere dimostrare che la sua nave sia in grado, nonostante tutto, di poter recuperare pienamente il suo assetto.
Dopodiché la cosa più logica sarebbe anche per me quella da lei auspicata: la riparazione e la rimessa in mare.
Cordiali saluti e "Buona Pasqua" anche a lei.
Se il relitto verrà raddrizzato spero proprio che la nave rimanga a costa crociere e che venga riparata, deve essere tolta il più presto possibile da punta gabbianara per il fascino dell'isola del giglio...
Cari Gigliesi, oggi al Giglio ci sarà il vostro incontro settimanale con il Prefetto Governativo.
Fossi in voi, chiederei al Prefetto Gabrielli, che mi sembra una persona oltre che di indubbia esperienza anche di notevole capacità di ascolto e comunicazione, con cortesia ma fermezza di accelerare la procedura di recupero della Concordia perché il Giglio ne ha estremo bisogno e perché tutto il mondo ci guarda.
E nel chiederlo suggerirei di scegliere la procedura più semplice e naturale possibile, senza tante e costosissime infrastrutture e apparecchiature preliminari o intermedie.
Qui si tratta di risollevare un'imbarcazione che sì è inclinata esageratamente e a cui è venuta gradualmente a mancare la sufficiente spinta di galleggiamento per aver imbarcato acqua sopratutto dalla falla in un lato.
Si rattoppi provvisoriamente quella falla e altre più piccole che si sono prodotte nel lato sommerso e si estragga l'acqua con sistemi di pompaggio dal lato emerso ma anche se possibile e conveniente da quello sommerso.
La nave una volta disincagliata recupererà la spinta necessaria e sufficiente per raddrizzarsi e risollevarsi.
Colgo l'occasione per cominciare a fare i miei più calorosi auguri di buona Settimana Santa e Buona Pasqua e Pasquetta a tutti voi compreso il Prefetto Gabrielli.
Gent.Sig Carlo Centurioni, grazie per il suo intervento. Io sono un commentatore come lei, probabilmente anzi certamente con meno esperienza di cose di mare di quanta ne possa avere lei.
Pertanto parlo, come dire, cercando si di usare la ragione ma anche "a sentimento".
E francamente, anche se cerco di comprendere le motivazioni di carattere economico che spingono il General Manager di Costa Crociere a preannunciare la demolizione certa della Concordia,mi vengono i brividi al solo pensiero che questo possa avvenire direttamente sul posto.
Di gran lunga preferibile sarebbe quindi un preliminare raddrizzamento anche se questo comporta sforzi tecnici ed economici aggiuntivi notevoli.
E d'altra parte anche la soluzione minimale di farla raddrizzare quel tanto che basta per disincagliarla e poterla trascinare semisommersa come si farebbe con un cadavere in barella verso il cantiere di demolizione mi sembrerebbe una mezza beffa.
Se si riuscisse infatti a raddrizzarla un pò per disincagliarla senza danneggiarla troppo e senza spezzarla in tronconi allora mi sembrerebbe quasi un obbligo morale cercare di raddrizzarla del tutto prima di farla eventualmente portare via.
Signor Regolo proprio ieri il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato ha ribadito che la nave, naufragata al Giglio, è destinata alla demolizione, quindi, considerato tutto ciò, a questo punto cosa potrà succedere, conviene più raddrizzarla o portarla via a pezzi? qualsiasi sia la soluzione (speriamo in quella che si fa prima) l'importante è che questo relitto venga rimosso prima possibile dal punto in cui si trova, noi Gigliesi non la vogliamo lì, questa nave deturpa troppo il paesaggio della ns. splendida isola!
Nell'occasione Le invio i miei più cordiali saluti.
CARLO CENTURIONI
E comunque, a parte tutti i dibattiti e le ipotesi che continuiamo a fare fra pochi interlocutori di questo blog, messoci benevolmente a disposizione dalla dinamica e intelligente Redazione di Giglionews, non ci sentiamo tutto sommato presi un po' in giro?
Noi parliamo e straparliamo, e la grande povera Concordia continua desolatamente e miserabilmente a stare ancora lì sdraiata davanti a Giglio Porto.
Per ora solo vaghe promesse e buone intenzioni a proposito da parte dei soggetti preposti ad affrontare e risolvere gli urgentissimi problemi in campo.
Eppure non ci vorrebbe chissacché almeno per risollevare e raddrizzare quella benedetta nave, dopo averla rattoppata alla bellemeglio, e per riposizionarla lì davanti a Punta Gabbianara, in via provvisoria, ancorata al fondale, in attesa di decisioni successive sul suo destino, ma nel frattempo con un immagine assai più dignitosa e conforme alla sua natura e alle esigenze ambientali e paesaggistiche dell'Isola.
Caro Stefano (scusa il tono confidenziale, anche se non ti conosco personalmente mi stai simpatico perché ti chiami come mio figlio), è di grande interesse quello che ti chiedi.
Primo perché lasci intravedere che anche al Giglio si comincia a guardare a quella grande nave adagiata sulla costa con occhi "più benevoli" e non solo come ad "un bubbone malefico" capitato da chissà dove a infettare la millenaria immacolatezza dell'Isola da asportare drasticamente al più presto.
E poi perché il problema delle mareggiate al Giglio esiste senz'altro essendo un'isola aperta a tutti i venti, ma niente di paragonabile con gli "tzunami" di Fukushima!
Certo, la Concordia eventualmente raddrizzata esporrebbe oltre 10.000 metriquadri di superficie laterale ad un vento sostenuto di qualche decina di nodi che ne metterebbe a dura prova gli ancoraggi di fondazione e stabilizzazione. Ma questo è solo un problema di ingegneria navale e marittima da risolvere, magari costoso ma risolvibile.
Il vero problema, Stefano, sarebbe di trovare, come lucidamente espresso da Massimo Berardi, gli sponsor finanziatori dell'impresa, magari con l'ausilio dello Stato.
Cioè trovare quello o quegli imprenditori illuminati e iperdinamici, insomma quei "compratori straordinari" e non ordinari, esattamente come accade nelle normali operazioni immobiliari, che intravedono l'eccezionalità dell'affare e sono disposti a a investire risorse straordinarie che nessun altro sarebbe altrimenti disposto a spendere.
In caso diverso, alla povera Concordia-relitto sarebbe riservato un solo destino: un cimitero di relitti e di riciclo e svendita materiali.
Ma nell'ipotesi(ribadisco per me assurda) che rimanesse li',qualcuno ha pensato alle eventuali(e sicuramente non remote)mareggiate e a cio' che potrebbe seguirne? STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA P.S. VENDELLOVA E' UN SOPRANNOME COME TUTTI AL GIGLIO HANNO,CHE SI SONO EREDITATI COL PASSARE DELLE GENERAZIONI
Non credo che la storia della nave Concordia finisca al Giglio! Ad oggi non si vedono ragioni perché il progetto di sgombro non abbia successo, ma è noto che i relitti attirano curiosità ed interesse di un ampio pubblico, come il Titanic sul fondo dell’oceano o la nave da guerra HMS Belfast ormeggiata sotto il Tower Bridge di Londra o il sottomarino Rubis affondato al largo di Cap Camarat. Dal sito http://www.the-titanic.com/it/Traversata/Relitto.aspx riporto testualmente: “I relitti di navi sono motivo di fascino sin dal Medioevo. Il termine stesso rievoca immagini di pirateria, bottini, forzieri pieni d'oro e gioielli e storie dimenticate da lungo tempo. La pubblicità che circondò il recupero della Mary Rose, il vascello di Enrico VIII, dalle acque antistanti la costa meridionale inglese nel 1982, fornisce un'indicazione del livello di interesse nel recupero di relitti dagli abissi marini.” Ad esempio cosa succederebbe se un imprenditore, uno tipo Sir Richard Charles Nicholas Branson, quello della Virgin, nel pieno rispetto delle ordinanze governative di sgombro, bonifica e ripristino, facesse un’offerta di acquisto del relitto maggiore del suo valore residuo? La fantasia, come spesso accade, potrebbe superare la realtà!
E comunque, gent.Sig. Berardi, ringraziandola ancora per il suo cortese tentativo di aiutarmi ad illudermi che questo sia un vero dibattito, e non un "incontinente parlarsi addosso",vorrei concludere con un'osservazione.
Non sono così ingenuo da non capire che il dedstino del relitto-Concordia sia già segnato.
Nell'epoca dell'"usa e getta" con le Assicurazioni che provvedono immediatamente a rifondere almeno in parte i danni, la grande nave reclinata su Punta Gabbianara al Giglio, è già da considerarsi, nell'accezione dei più, solo un penoso ingombrante rifiuto di lusso da smaltire e riciclare al più presto.
Eppure, finché ne avrò la possibilità, proverò a portare avanti l'idea alternativa dell'assai più dignitoso recupero, nell'una o nell'altra forma che è emersa dal nostro ultimo dibattito a due.
Perchè non riesco ad accettare il fatto che una delle più belle grandi e lussuose navi da crociera del mondo possa essere stata messa K.O. in modo definitivo e mortale da un solo se pure poderoso "colpo basso".
A Sestri Ponente, nel centro marittimo di Genova,nel cantiere di Fincantieri,c'è senz'altro un sacco di gente, ne sono intimamente sicuro, che ha concorso ad ogni livello alla realizzazione di quella nave da sogno pronta a rimettere mano alla "propria creatura" per ritirarla su e restituirgli lo splendore di prima del disastro.
Gent. Sig. Berardi, francamente la soluzione ultima da lei proposta, quella di rimettere in assetto la nave e poi spostarla presumo in un cantiere di risanamento e ristrutturazione per adattarla a struttura fissa a scopo turistico-sociale-ricettivo da collocare in un luogo diverso e lontano dal Giglio, non la vedo molto percorribile e sopratutto logica.
Tutta questa fatica e impiego di risorse infatti quale ritorno economico avrebbe sull'isola?
Praticamente zero.
L'unico risultato utile per il Giglio sarebbe quella di cancellare dal panorama dell'isola la grande nave-relitto.
E allora se questo è davvero il desiderio dei Gigliesi tanto vale fare in modo da far galleggiare il relitto quel tanto per farlo disincastrare dagli scogli del fondale di appoggio e trascinarla così come si trova a un cantiere di demolizione, vicino o lontano che sia, per riciclo materiali.
Se invece si decidesse di rimetterla pienamente in assetto allora le naturali destinazioni che vedo sono due: o la si lascia lì dov'è per riadattarla a megastruttura turistico-ricettiva a servizio sopratutto del Giglio e dell'area circostante come da lei originariamente proposto, o la si porta ad un cantiere di risanamento e risistemazione per rimetterla in grado di riprendere autonomamente il mare. Entrambe le soluzioni, e sinceramente per me la seconda più che la prima, farebbero riacquistare il prestigio perduto alla Società Armatrice proprietaria della nave.
Nell’ipotesi di raddrizzare il relitto e utilizzarlo come precisato nei miei precedenti post, cioè una struttura multi uso fissa in un posto, non è detto che il sito debba necessariamente essere l’isola del Giglio. Potrebbe essere identificato un sito alternativo dove la permanenza del relitto, per un periodo di 5 anni prorogabile, potrebbe impattare l’ambiente in misura minore, per quanto sia possibile per una nave di 300 metri, che trovasse un sufficiente consenso nella popolazione per l’indotto che ne potrebbe derivare. Il sito potrebbe essere in Italia o all’estero, nel Mediterraneo o altrove. Ciò renderebbe i Gigliesi felici e forse anche qualcun altro. Se esistesse un imprenditore interessato, sarebbe una soluzione percorribile?
Insomma, precisando l'ultima opinione espressa e ragionando per ipotesi teoriche idealistiche. Abbiamo già detto che l'optimum per noi sarebbe che la nave Concordia venisse recuperata integralmente e rimessa addirittura in grado di navigare.
Naturalmente a costi i più bassi possibili.
Diciamo che dei 6 progetti presumibilmente di rimozione-recupero presentati da Costa Crociere a noi ancora del tutto ignoti ed in fase di esame dalla apposita Commissione bisognerebbe ipoteticamente scegliere quello a costo più basso e possibilmente adattarlo e finalizzarlo al recupero integrale della nave per rimetterla in grado di navigare.
E' ovvio che se poi tutto questo a quel costo minimo non fosse proprio tecnicamente ed economicamente possibile si dovrebbe necessariamente ricorrere ad un'alternativa di sottordine più fattibile e percorribile.
Allora, proviamo a dare una "scossa" al dibattito.
Qualche post fa riferii di un articolo de "Il Tirreno" di Livorno in cui la città Labronica si offriva per recepire il relitto della Concordia qualora si fosse riusciti a rimuoverla quasi tutta intera, probabilmente allo scopo di un smantellamento con riciclo dei materiali.
Il soprascritto denunciò questa intenzione affermando che non era giusto che Livorno si prendesse i residui dell'impresa di recupero del relitto e il Giglio e Grosseto in senso più lato solo le rogne e i danni.
Chissà perché fu da quel momento che l'"amico" Antonio Malanima cominciò ad entrare a "gamba tesa " contro lo scrivente.
Tante volte questo Sig. Malanima fosse di Livorno, deh?
Mah,Penserei proprio di si.
E comunque , lungi da me dal disconoscere il valore e l'esperienza nell'ambito navale e marittimo della nostra contigua sorella Livorno.
La città è nata e cresciuta sul mare e intorno al porto e la cantieristica è di primissimo livello.
Chi non conosce la prestigiosa storia ad esempio dell'azienda Neri (la stessa che sta collaborando al Giglio per la Concordia con l'olandese Smit), fondata da quell'uomo straordinario quale fu "Tito Neri" che insieme al padre Costante fondò l'omonima azienda di famiglia che da oltre 120 anni domina il settore dei recuperi navali nel Tirreno e nell'intero Mediterraneo.
E allora, se la "Tito Neri" è riuscita a recuperare e addirittura a rimettere "in piedi" e in navigazione decine di relitti navali che sembravano irrecuperabili, perché non poter sperare di poter fare la stessa cosa con la Concordia?
Caro Berardi, Lei ha perfettamente ragione.
Un blog-forum incentrato su un particolare argomento, oltretutto di portata considerevole, come questo sul destino della nave-relitto del Giglio, non dovrebbe essere un "botta e risposta" tra il promotore e pochi altri.
Il fatto è che quando l'argomento è complesso e critico come in questo caso è difficile che i lettori, magari numerosi, si sentano poi incentivati ad intervenire in forma diretta e personalizzata.
Tocca quindi al promotore, che diventa nel bene e nel male anche il riferimento ultimo e comune, fare il massimo dello sforzo e della fatica per tenere in vita il dibattito.
Comunque La ringrazio per l'importante contributo di qualità che continua a dare a questo blog-forum.
Ringrazio il Sig. Stefano Ansaldo di Vendellova (vero nome?) per aver replicato direttamente ai miei post. Infatti un blog che si rispetti non si limita a un botta e risposta con il suo promotore, che comunque rimane il punto di riferimento, se lo desidera, ma è capace di generare libero pensiero e uno scambio diretto tra i partecipanti. Quando il Sig. Stefano afferma che, al Giglio e in Italia (aggiungo io), nessuno vuole quel relitto, egli ha ragione da vendere. Perché la sua riutilizzazione sembrerebbe quasi non voler rispettare le vittime, non voler rispettare la meravigliosa natura che Dio (per chi crede) ha regalato ai Gigliesi e a tutti i visitatori del mondo e ci ricorda infine la vergogna subita di una (ancora non provata) inadeguatezza del comando, causa della tragedia.
Tuttavia il mondo oggi gira diversamente, si è europeizzato e globalizzato. Senza soffermarmi su questo noto aspetto e relative conseguenze, dico solo che se per il Titanic sono serviti 100 anni per sviluppare ciò che ho ascoltato ieri sera, ben raccontato dal giornalista Alberto Angela su RAI3, oggi tutto questo può succedere in pochissimi anni (o mesi). Dovremmo quindi farci qualche domanda, ragionare insieme e sviluppare pensiero positivo, invece di sottrarre il relitto alla nostra vista il prima possibile.
Gent.Sig. "STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA", sono d'accordo con Lei che chi ha coniato il motto "MI FACCIA IL PIACERE!" sia stato un "Grande" italiano dell'ultimo secolo.
Un "Principe" amatissimo anche dai poveracci dell'ultimo ghetto di Napoli.
E lo dico a ragion veduta visto che per 1/2 ho sangue napoletano nelle vene probabilmente misto ad acqua di mare, da parte di mio nonno e mio padre, che erano di Resina (Ercolano) alle falde del Vesuvio, e il primo era un marinaio che ha trascorso la vita a navigare.
Ma insisto, l'ipotesi per ora solo teorica di una riutilizzazione sul posto del grande relitto-nave della Concordia non va considerata un'idea del tutto peregrina e fantasiosa.
Ha le sue ragioni e motivazioni a monte.
Mi meraviglierei se un'azienda prestigiosa come Costa Crociere, che ha avuto un tracollo d'immagine dall'evento Concordia al Giglio, non riuscisse a comprendere che uno dei modi di recuperare alla grande la quota di prestigio oggi perduta potrebbe essere proprio quella di recuperare la nave integralmente con il suo "Marchio" intatto da riutilizzare in modo significativo e pubblicistico appunto per il rilancio spettacolare della sua immagine nel mondo.
Buonasera Sig.ri Malanima, Centurioni e Berardi.
Vi ringrazio dei commenti e delle osservazioni critiche, anche severe, che mi rivolgete.
Un vero dibattito serve anche a questo, a risvegliare il senso critico libero e polemico.
E' chiaro che nell'esporre le mie opinioni ho volutamente un po' esagerato, anche rischiando di urtare il buon senso e la suscettibilità di qualcuno.
Ma è l'unico modo per tentare di tenerlo vivo tale dibattito.
Per quanto riguarda Sergio Centurioni, vorrei solo suggerirgli di non confondere atti terroristici efferati e volontari come quelli da lui ricordati con l'evento eccezionale ma del tutto fortuito e involontario della Concordia finita sulla costa del Giglio.
Ad Antonio Malanima vorrei fare osservare che anche questa volta si limita ad un'invettiva personale sul mio "sproloquiare" senza dire nulla di nuovo o di concreto sui problemi posti in campo dal dibattito.
A Massimo Berardi dico che quello che dice è ragionevole ma prematuro.
Convincere la gente del Giglio che l'alternativa alla rimozione e scomparsa del relitto dalla riva di Punta Gabbianara potrebbe essere quella di tenersi la nave raddrizzata e stabilizzata per scopi turistico-socio-culturali è un "boccone" troppo grosso e indigesto da proporre oggi a chi ha ancora negli occhi e nella mente la tragedia del 13 gennaio che si vorrebbe esorcizzare appunto con la cancellazione dal panorama dell'Isola di quel grande relitto reclinato davanti a Giglio Porto.
Chi stasera dalle 21:30 alle 23:30 ha visto “La lunga notte del Titanic” di “Ulisse - Il Piacere della Scoperta” della premiata ditta Angela può aver cercato, come ho fatto io, qualche raffronto con l’affondamento della nave Concordia, pur ovviamente trattandosi di situazioni e secoli differenti. Questo programma televisivo, rivedibile sul sito di RAI3, oltre a ripercorrere quella tragica concatenazione di eventi che 100 anni fa portò l’affondamento della nave da crociera più grande del mondo, descrive le più importanti attività oggi sorte a valle del Titanic. Sulla base dell’esperienza del Titanic, il cui relitto giace in fondo al mare, perché non pensiamo a come riutilizzare il relitto (disponibile) della Concordia in loco, scrivendone la storia, invece di lasciarlo fare ad altri?
Ma veramente ancora qualcuno parla di utilizzare il relitto,in uno dei modi piu' volte(purtroppo) elencati,lasciandolo li' dove si trova dopo averlo "riposizionato"? Avete veramente un bel coraggio. Andate al giglio e chiedete al primo isolano che incontrate scendendo dal traghetto cosa vuole. E per dirla come un grande del passato....MA MI FACCIA IL PIACERE!! STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA
Buona sera Prof. Regolo,
non le sembra "leggermente" presuntuoso asserire che quelli come me, contrariamente a lei, "non vogliono il bene dell'isola"?
Vorrei chiarirle ancora una volta che la mia non è una invettiva personale ma un invito a riflettere su come l'incontinenza verbale e/o grafica, certe volte, porta fuori del seminato e induce a "sproloqui" fini a se stessi.
Non avverte che al Giglio, (ieri ero presente) riguardo ai suoi post, serpeggia questo pensiero??
Un sempre cordiale saluto.
Antonio Malanima
Ah dimenticavo....se avessero lasciato magari come era stata ridotta anni fà la strada della Strage di Capaci, avremmo avuto un'economia fiorente, sa quanti turisti, e magari lasciato così com'era Piazza Fontana, o la stazione di Bologna....o la funivia del Cermis, oppure la diga del Vaiont........Ma per favore, professore......
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Che fretta c’è? Preso atto della terribile tragedia, perché i Gigliesi vogliono l’immediata rimozione della nave? E se per un periodo limitato di 5-10 anni, il relitto, sottoposto a opportuno riposizionamento, non solo fisico ma di mercato, contribuisse a conservare l’ambiente, diventando centro di attività ecologiche e studio di arti marinare? Fosse utilizzato per ricordare le povere vittime attraverso la creazione di un museo e di un luogo di preghiera? Aiutasse a rilanciare l’occupazione in toscana, la formazione dei giovani, la cultura e l’arte, attraverso un partecipato progetto di gestione dei servizi e di iniziative varie negli oltre 100.000 mq disponibili, anche se oggi parzialmente rovinati dal mare? Rifiutare categoricamente un confronto nell’immaginare i “se, come, quando, chi” di un progetto di fattibilità economico e ambientale è, a mio avviso, un errore. Con questo non affermo di essere un fautore del progetto, ma penso che potrebbe scaturire un valore aggiunto da un confronto aperto e approfondito sul destino del relitto includendo questa ipotesi che le Autorità e i Gigliesi hanno già scartato a priori.
Mi scusi prof.Regolo, ma siamo al limite del ridicolo, usare la parola rimozione è ruvido e crudo, invece riposizionamento suona meglio....ma dai lei è come quelli che alla parola inceneritore (che suona male) la sostituisce con termovalorizzatore, oppure la vecchia discarica ora viene chiamata piattaforma ecologica o oasi ecologica.....mah se andiamo avanti così cambierete anche parole tipo cimitero, che ne so magari in "residence eterno o oasi celestiale", oppure la cassa da morto verrà trasformata in "canoa per l'aldilà"......
E poi addirittura la sua più ecclatante frase:"Quando mai nel prossimo millennio può capitare all'isola una cosa così? "
Ma scherza o cosa??? ma perchè allora non apre un'azienda che organizza sciagure in tutto il mondo...sicuramente avrà un successo planetario, s'immagina ...scagliare un Ch 47 sulla torre eiffel??? naturalmente cercando di farlo incastrare sulla punta della torre, in modo che i turisti vedano un elicottero in bilico sul monumento, oppure un bel treno che entra a tutta velocità alla stazione centrale di Milano e che magari fuoriesca dalla parte opposta in strada, in modo che si possa venire a Milano a vedere l'evento del secolo....Chissà che questo tipo di attività possa magari risollevare l'economia italiana....attenzione però, le consiglio di brevettare l'idea , prima che il capitano Schettino o magari i parenti dei terroristi che hanno distrutto le torri gemelle le chiedano i soldi x il copiright........
Va bene la discussione sul relitto, ma quello che ha scritto, sinceramente poteva risparmiarselo, torno al mio pensiero: rispetto zero x gli altri.....
P.s.: quasi quasi organizzo un bel terremoto dalle mie parti, così magari riesco a vendere qualche casa in più.......
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Insomma, anche se dovessi continuare a "parlarmi addosso" come dice l'"amico" Malanima, finché lo riterrò utile e potrò non mi stancherò di cercare di convincere chi legge, e mi si dice che non sono pochi anche se non commentano, che fossi al posto dei Gigliesi prima di "farmi portare via la nave" ci penserei non una ma dieci volte.
Quando mai nel prossimo millennio può capitare all'isola una cosa così?
Anche se l'evento è stata una tragedia, qualcuno può mettere in dubbio che in conseguenza ad esso il Giglio, noto solo nei trattati di Storia e Geografia Toscani e Italiani, abbia acquisito improvvisamente rinomanza mondiale?
E, scusate la quasi brutale sincerità, qualcuno può pensare davvero che una volta "rimossa" e fatta "scomparire" la nave dal panorama della costa del Giglio l'Isola conserverà intatta suddetta rinomanza mondiale?
Il ministro del Turismo in visita oggi al Giglio ha proferito parole belle e confortanti per l'isola e i suoi abitanti.
Trovo poi oltremodo interessante la nuova allocuzione utilizzata per il problema della Concordia, e cioè, invece dell'abusato e piuttosto ruvido e crudo termine "Rimozione" (termine usato ad esempio nel caso di povere carcasse di animali morti oppure nel caso di brutti tumori maligni o di maleodoranti rifiuti ingombranti e imbarazzanti) ha parlato in modo del tutto innovativo di "Riposizionamento", termine più elegante e rispettoso che lascia intravedere soluzioni alternative diverse dalla drastica e semplificatoria "rimozione".
Gent.Sig Sergio Centurioni. Innanzitutto ringrazio anche lei per il contributo che continua a dare a questo dibattito, anche se con l'eccessiva personalizzazione si rischia di affievolirne i contenuti di fondo.
A me non interessa l'espansione del dibattito su altri potenti strumenti di diffusione internautica come da lei suggerito, per trovare "pane per i miei denti".
Sarei assai più soddisfatto se si riuscisse a sollecitare altri interventi proprio su questo simpatico e ben organizzato blog di Giglio news da parte di altri commentatori più localistici, che conoscono davvero la situazione dell'isola e di quanto è accaduto.
Vede Sig. Centurioni, ritengo molto importante tenere vivo il dibattito all'interno della Comunità del Giglio, proprio per tenere alta l'attenzione sui grandi problemi innescati dall'evento Concordia.
Chi come per esempio il Sig.Antonio Malanima, anche se ben accetto al contributo sul dibattito, si è limitato però solo a qualche invettiva personalizzata e per il resto è stato del tutto restio a commentare davvero spingendo anzi al silenzio stampa che tanto c'è chi più in alto ed esperto di noi predestinato ad occuparsi realmente e concretamente dei problemi, ecco i Sig.ri come Malanima non credo che vogliano davvero il bene dell'isola.
La discussione sulla soluzione da dare ad un problema così grande, con oneri sociali e tecnico-economici di vastissima portata, non può e non deve escludere chi è più direttamente interessato , e cioè in primis la Comunità Gigliese e a scalare tutti i soggetti privati e pubblici più o meno contigui ad essa.
Sig.Regolo, se non lo ha già fatto , le consiglio di iscriversi a Facebook, li sicuramente troverà pane per i suoi denti......
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Finché c'è Malanima c'è speranza.
Il dibattito non è morto.
Grazie Antonio.
Siamo quasi a 110.
Non siate insensibili al grido di dolore dell'Ing. Regolo, scrivete qualche cosa, rispondete, sono già 4 commenti che si scrive e si risponde da solo ed ormai si paventa la crisi di astinenza.
Un cordiale saluto a tutti, Regolo compreso.
Antonio Malanima
Ma insomma, non cerchiamo di nasconderci dietro un dito!
Ci rendiamo conto o no che ogni giorno che passa si sedimenta sempre più radicata in tutto il mondo quella penosa figura del gigante navale italiano "abbattuto" sulla riva del Giglio come emblema dell'imperizia e dell'impotenza dell'intero sistema della marineria italiana?
Sono passati già due mesi e mezzo dall'incredibile evento disastroso e quell'immagine continua ad imperversare con tutto il suo pesantissimo carico mediatico.
Siamo sicuri che si sta facendo tutto il possibile sia da parte dei soggetti privati interessati che da quelli istituzionali pubblici per porre un rapido e drastico rimedio a tutto questo?
Si sta cercando di rilanciare il sistema economico Italia che ha rischiato di rimanere schiacciato da una crisi economica epocale.
La figura persistente di quella grande e bella nave semisommersa e reclinata sulla costa della più immacolata isola d'Italia non può certo aiutare al conseguimento di suddetto obbiettivo.
Giglionews ci informa che l'Associazione (Comitato) "SOS Concordia" si riunirà sabato 31 Marzo all'Hotel Bahamas di Giglio Porto per fare il punto della situazione.
Ritengo questo appuntamento assai significativo per affrontare i problemi determinati dalla presenza della nave Concordia naufragata a fianco di Giglio Porto.
Certo si è tutti in attesa delle decisioni in merito ai progetti di risoluzione del problema, ma mi auguro che il Comitato assuma un'atteggiamento fermo ma anche responsabile, nel senso che l'"SOS"che caratterizza nominalmente suddetta Associazione non venga interpretato esclusivamente come un "SOS" della Comunità Gigliese rispetto all'ingombrante e pericoloso oggetto navale che sta davanti a punta Gabbianara come un grande e lugubre rifiuto di cui sbarazzarsi al più presto possibile, ma come se fosse piuttosto un "SOS" lanciato proprio dalla stessa Concordia alla Comunità Gigliese affinché si faccia il possibile perché ci si occupi di essa almeno per rimetterla "in piedi", mentre si decide cosa farne subito dopo.
Il Sindaco del Giglio, giustamente, ha ordinato che si cessi di speculare sulla tragedia vendendo cartoline panoramiche centrate sulla Concordia semi-sommersa e reclinata sulla costa, nel contempo Legambiente chiede la rimozione della nave nella sua interezza senza sporcare l'ambiente. Ebbene, se la nave fosse perlomeno raddrizzata in asse e fatta galleggiare stabilizzandola, ovviamente sporcando il minimo possibile, probabilmente faremmo contenti Sindaco, turisti, fotografi, venditori di souvenirs e cartoline forse, almeno in parte, anche Legambiente.
Quei poveri 5 ultimi corpi trovati a galleggiare tra il fianco reclinato della nave e il fondale del Giglio alla stessa stregua di un marasma di altri "rifiuti" fuoriusciti dalla pancia dell'imbarcazione sommersa dimostrano inoppugnabilmente una cosa: che la nave va immediatamente raddrizzata. Per una questione di elementare senso civico, per una imprescindibile motivazione di carattere morale.
Gli ultimi scritti pubblicati a me portare la memoria 6 aforismi:
1) La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione fuggevole, l'esperienza ingannevole, il giudizio difficile.
Ippocrate
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2) Il sogno è il pensiero in vacanza;
3) L'ottimismo è un assegno in bianco da compilare a cura del pessimista;
4) Il dolore si sviluppa nel corso della vita e separati da blocchi di oblio;"
Drummond
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5) Prima di avere una risposta... cerco di capire le domande;
6) il penultimo atto di una bestia è un giudizio di valore ..... l'ultimo è uno schiaffo!
Confucio
Cari Gigliesi e amici partecipanti al blog, è evidentemente iniziato il tentativo di minimizzazione da parte dei vari "sparigliatori" o "mortificatori" del significato del dibattito democratico che si è acceso in questo post.
Specialisti dello sparigliamento e della mortificazione del dibattito probabilmente espressione diretta o indiretta di alcuni poteri forti non esplicitamente manifestatisi che non vedono di buon occhio che si possa esprimere opinioni libere su argomenti che implicano grandi interessi come questo del grande relitto della nave Concordia sulla costa del Giglio.
Ma non importa, finché ne avremo forza e voglia, beninteso con l'approvazione di Giglionews, cercheremo di continuare a tenere acceso tale dibattito. Ricambio i cordiali saluti ad Antonio Malanima.
Gigliesi, avete soccorso gli oltre 4000 naufraghi che quella grande nave ferita vi ha portato alle soglie di casa vostra quella notte del 13 gennaio.
Pretendete ora che si soccorra anche la nave!
Non vedete che vi sta chiedendo aiuto?
La Concordia va rimessa per lo meno in piedi!
Faccio 100, così rendo felice il Sig. Regolo.
Quanto ai miei commenti, che secondo lei sono "privi di contenuti e significati percettibili", spero possano aver contribuito a chiarire che la "sua creatura" era "ed è" solo un mucchio di chiacchere a vuoto finalizzata al raggiungimento del record.
Spero che questo mio "centesimo" abbia soddisfatto il suo desiderio.
Cordiali saluti.
A. Malanima
E se posso dare la mia preferenza sulle tre ipotesi di massima prospettate nell'ultimo commento non ho alcun dubbio: la preferenza andrebbe nonostante le ripetute affermazioni in senso contrario da parte della Società Armatrice proprietaria alla seconda opzione, quella cioè che prevede il raddrizzamento e conseguente galleggiamento in asse con traino al cantiere nazionale più idoneo per tentare di effettuarne un recupero restaurativo e funzionale il più completo possibile anche mediante un parziale rifacimento strutturale e impiantistico. Nel caso che detta ipotesi non reggesse in alcun modo ad una preverifica di fattibilità tecnico-economica allora non resterebbe che provare a percorrere la terza ipotesi, quella cioè di un restauro conservativo e una adeguata riutilizzazione in loco fissandola sul bass o fondale della costa del Giglio.
Coraggio, cerchiamo di avvicinarci al traguardo dei 100 commenti tralasciando i banali commenti fatti di "ripicca inacidita" prima che Giglionews si stanchi e ci oscuri il post e proviamo a rientrare nell'argomento del dibattito.
Abbiamo più volte espresso insieme ad altri partecipanti al dibattito sul destino della nave (ci piace ancora chiamarla nave anche se ogni giorno che passa rimanendo nelle "penose" condizioni in cui si trova la Concordia rischia di perdere la freschezza dei suoi connotati originari per assomigliare sempre più ad una cosa irrimediabilmente "morta") che i progetti di rimozione in procinto speriamo di essere presentati finalmente al pubblico dovranno per forza prevedere un raddrizzamento-galleggiamento tramite preliminare disincaglio.
Ebbene, a me pare evidente che, suddetto raddrizzamento-galleggiamento potrebbe essere quello minimo necessario e sufficiente per poter trascinare la nave-relitto ad una opportuna destinazione di smaltimento-smantellamento, in questo caso una specie di "cimitero dei relitti", ma potrebbe oppure essere un raddrizzamento-galleggiamento spinto fino al massimo tecnico-economico consentito per il traino ad altro tipo di cantiere che potrebbe essere di deposito e/o addirittura di recupero della intera struttura con finalità diverse.
L'ultima ipotesi, poi sarebbe quella puramente di esercizio teorico, di un raddrizzamento totale stabilizzato sul fondale ai fini di un recupero della struttura sul posto e successivo riutilizzo per finalità diverse.
Fino a qualche giorno fa non avrei scommesso sul successo di questo post, messo a disposizione da Giglionews, fino a questo livello. Quasi raggiunto il traguardo record dei 100 commenti! Anche se oggettivamente dovuto in gran parte ai miei stessi commenti.
E ringrazio anche Antonio Malanima che se pure con commenti del tutto privi di contenuti e significati percettibili sta comunque aiutando per il conseguimento di suddetto apprezzabile obbiettivo numerico.
Sig. Centurioni, non si scaldi così. Mi scuso se ho potuto urtare la suscettibilità di un Gigliese autentico come lei che vuole bene alla sua Isola.Le ricordo però che a chiamare "Scherzo della natura" quello scoglio semiaffiorante sul quale è andata a finire la nave Concordia per una manovra totalmente sbagliata del Comandante Schettino, non sono stato io ma l'anziana proprietaria dello scoglio stesso ultima erede di una vecchia famiglia dell'Isola in una intervista in TV del mese scorso. Inoltre non le pare di esagerare a definire "cinico speculatore di morte" chi come me ha dibattuto solo per esercizio teorico sull'ipotesi di recuperare la nave incidentata con finalità turistico-ricettive? E non le pare di esagerare anche quando definisce il già tanto vituperato e mediaticamente massacrato a livello mondiale Comandante di quella nave praticamente un "assassino" che ha provocato deliberatamente e volontariamente quelle 25-30 vittime del disastro? Ed infine, lei dovrebbe essere a perfetta conoscenza che il gruppo di scogli della sua isola denominato "Le Scole" è noto fin dall'antichità per il suo "rovinoso pericolo" avendo causato nei millenni moltissimi naufragi e innumerevoli vittime. Tanto è vero che all'epoca dei Romani fu edificato in prossimità delle "Scole" un faro visibile fin dall'antica Civitavecchia, faro di cui vi sono ancora le tracce, e che recentemente l'Amministrazione Comunale dell'isola aveva predisposto una bozza di regolamento disciplinare che impediva l'avvicinamento eccessivo di qualsiasi imbarcazione alla costa specialmente di quelle di grande dimensione. Purtroppo tale regolamento non ha fatto in tempo a prendere corpo e ad acquisire efficacia operativa.
Finalmente!!!!!!
Qualche gigliese, ma attendo anche altri, comincia a capire lo spessore dell'Ing, Regolo (creatore di questo post)che, vedi le sue ultime disperate richieste di "dibattere", pur di scrivere qualche cosa si "scrive addosso"
Un saluto a tutti.
Antonio Malanima
Non vorrei che le mie riflessioni teoriche sul “destino del relitto”, oggetto del blog, fossero state mal interpretate. Mi rendo conto che chi legge un post può interpretarlo senza considerare che chi scrive ha già pubblicato nello stesso blog premesse e spiegazioni in considerazione del rispetto delle vittime, dell’ambiente e della volontà di chi abita quei meravigliosi luoghi. Tali premesse sono sostanziali e non in secondo ordine a qualsiasi altra considerazione a seguire, primo pensiero non negoziabile con qualsiasi altra riflessione che ne è seguita. Per chiarezza quindi non mi interessano affatto i 600 milioni di euro del costo di costruzione della “megastruttura ricettiva polifunzionale”!
Preso atto della terribile tragedia, mi sono chiesto pubblicamente se, per un periodo limitato di 5-10 anni, il recupero del relitto possa aiutare a rilanciare l’occupazione in toscana, la formazione dei giovani, la cultura e l’arte, opportunamente riattando e gestendo i servizi che tale colosso del mare potenzialmente offre nei suoi oltre 100.000 mq disponibili, anche se oggi parzialmente rovinati dal mare.
Pensare in tal modo non vuole essere lesivo nei confronti di nessuno o mancare di rispetto alle vittime o a chiunque altro. Ritengo invece che porre un’ipotesi che sia controcorrente a quanto le autorità hanno annunciato di voler fare espone a critiche che, oltre a rappresentare una ricchezza per questo blog, ci aiutano a comprendere la complessità di un’opera che dovrebbe superare analisi preliminari di fattibilità ambientale, economica e di consenso generale.
"perché allora avete fatto di tutto, o perlomeno poco o niente avete fatto per impedire che venisse "arpionata" da quello "scherzo della natura" di quell'ultima propaggine appena affiorante del promontorio scoglioso delle famigerate "Scole"?"
Caro sig.Regolo, massimo rispetto x lei, ma sta scherzando o cosa???? Aspetta che ora è proprio colpa degli scogli che sono andati addosso alla nave... mi scusi, se un comandante come Schettino è a dir poco incoscente va a sbattere x un SUO ERRORE , è colpa dei Gigliesi che non hanno segnalato gli scogli???? Perchè allora non segnalare tutta la costa dell'isola già che ci siamo, così evitiamo che qualche imbecille possa andare a sbattere con qualsiasi imbarcazione!!!! Mi meraviglio delle sue parole..........e poi lo scherzo della natura come lo chiama lei.... non è lo scoglio, ma Schettino, che ha ucciso più di 30 persone con la sua incapacità.......Mi dispiace x lei ma quell'uomo è indifendibile e mi chiedo come uno che ha tolto la vita a tante persone , sia a casa sua beato......Se x caso mi beccano a maltrattare un animale... finisco in cella.....( sia chiaro che non maltratto animali, è solo un paragone), questa è l'assurdità dei giudici italiani.....
Ultima cosa e poi chiudo: probabilmente lei il Giglio non lo ama veramente, perchè non direbbe mai certe parole che ha scritto.
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Caro Sergio Centurioni, detto Bergher o Ghego, se davvero i Gigliesi questa nave non ce la vogliono proprio lì davanti a fianco del Porto, perché allora avete fatto di tutto, o perlomeno poco o niente avete fatto per impedire che venisse "arpionata" da quello "scherzo della natura" di quell'ultima propaggine appena affiorante del promontorio scoglioso delle famigerate "Scole"? Erano anni che venivano fatti "inchini" sempre più audaci alla costa del Giglio con i Gigliesi plaudenti e festosi. Siete gente con tradizioni marinare robustissime, non è venuto a mente a nessuno di voi che prima o poi qualcuno di questi giganti del mare a forza di sfiorare la costa sempre più vicini e sempre più veloci avrebbe finito per fare un grosso guaio del tipo di quello che è effettivamente accaduto la sera del 13 Gennaio alla Costa Concordia? E ora che l'inevitabile è accaduto quella povera incolpevole nave è diventato solo un lugubre rifiuto da smaltire al più presto, per sgombrare panorama e coscienza? Io non credo proprio che sarà così. Tra centomila isole del mondo, una cosa del genere il destino ha voluto che succedesse proprio all'immacolata isola del Giglio. Non sarà tanto facile liberarsi di punto in bianco di ciò che ha stabilito il fato. E Lei, caro Massimo Berardi, secondo me sbaglia nel voler per forza intravedere una soluzione iperrazionale su base economica e con finalità commerciale quale la "megastruttura ricettiva polifunzionale" da 600 Milioni di Euro. Qui si tratta solo di comprendere che dalle conseguenze di una disgrazia di questo genere non ci si può liberare in un batter d'occhio magari riuscendo a tramutare un grande male in un grande bene. Un grande male resta un grande male, se poi l'uomo riesce a reagire positivamente e a riscattarsi almeno in parte questo è inerente alla sua natura. Insomma, accettiamo umilmente e consapevolmente che quello che è accaduto è una tragedia che ci vede tutti fortemente corresponsabili, e cerchiamo poi di intravvedere qualche strada per rimediare almeno in parte al danno fatto e subito per ripartire e rilanciare iniziative utili e costruttive sopratutto per i gigliesi.
Egregio Ing. Regolo, cari lettori del blog, oggi ho ascoltato gli interventi del Sindaco del Giglio e dell’Assessore al Turismo della Regione Toscana in occasione dell’idea di rilanciare l’immagine dell’Isola del Giglio stanziando 50.000 euro della Regione. Nei giorni scorsi ho letto tanti commenti di giornalisti, opinionisti e politici sui vari argomenti che riguardano la tragedia della nave Concordia. In tutti gli articoli, i post e i video non ho trovato alcun accenno alla possibilità di utilizzare il relitto lasciandolo sull’isola per un periodo determinato, nessuno ritiene questa ipotesi utile e opportuna. Si investono soldi per far dimenticare il relitto, come se tale impegno economico, per quanto ben speso, possa avere il minimo impatto su un evento, lo ripeto, unico e di rilevanza mondiale, visto e commentato da oltre un miliardo di persone.
Sia chiaro mai mi sono illuso che le nostre riflessioni potessero influenzare il destino del relitto, ma ho sperato che, attraverso il ragionamento, potessimo anticipare ipotesi costruttive che le autorità responsabili e gli addetti ai lavori avrebbero autonomamente contemplato nel ventaglio delle soluzioni alternative percorribili. Comprendo il sentimento, da tutti condiviso, di voler dimenticare il relitto il prima possibile, come se la tragedia non fosse mai avvenuta. Magari fosse possibile. Purtroppo la tragedia è avvenuta e dobbiamo partire dalla situazione di fatto, quella di avere una “megastruttura ricettiva polifunzionale”, del valore di 600 milioni di euro, adagiata su un fianco a 400 metri dal porto dell’Isola del Giglio, con progetti esecutivi e investimenti a disposizione per rimetterla in assetto e forse sistemare gli interni. Tutti d’accordo nel portarla via il prima possibile? Abbiamo fretta perché la sua genesi è purtroppo tragica? Certo potrebbe essere un motivo sufficiente, ma perché nessuno ne parla?
Da quello che leggo , vedo che non c'è piú rispetto nemmeno x i morti....ci sono ancora vittime da trovare e giá si pensa alla speculazione ...sulla possibilitá di trasformare quello che x molti è stata una bara galleggiante , in un albergo.....ci manca solo che si faccia un percorso interno alla nave stile nave dei pirati di Gardaland, magari indicando anche i luoghi esatti con le sagome o i manichini delle povere persone scomparse......vorrei vedere se avreste fatto stessi discorsi se fosse morto un vostro parente.....provate a chiederlo ai parenti delle vittime ed ai sopravvissuti se piacerebbe un'idea del genere.....e poi i Gigliesi quella nave li non la vogliono........
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Ed infine, Gent. Sig. Sergio Centurioni, per quanto riguarda la sua convinzione che nessuno verrebbe a passare qualche giorno di vacanza su una nave-albergo che ha significato naufragio e morte, mi scusi, ma è proprio il contrario. A parte il fatto che le vittime sono state praticamente quasi tutte ritrovate e identificate e hanno ricevuto degna sepoltura e resteranno nei cuori e nella memoria dei loro cari, io penso agli scampati al naufragio della Concordia. Oltre 4000 persone, di tutto il mondo, che hanno vissuto un'"avventura assolutamente straordinaria e unica nel suo genere" per quanto si facciano improprie similitudini con il "Titanic" di 100 anni fa. Nel caso della nave Concordia al Giglio, la quasi certa tragedia biblica dell'inabissamento con migliaia di persone a bordo, in poche decine di minuti si è tramutata in uno straordinario fenomeno salvifico, un miracolo da "Arca di Noè", con un'intera comunità isolana, quella del Giglio ad accogliere amorevolmente una folla di naufraghi bagnati e spaventati. Quindi un evento totalmente differente da quello spaventoso del Titanic, con migliaia di persone scampate alla morte di ogni paese e razza e lingua e religione in cui rimarranno per tutta la vita ricordi struggenti che tramanderanno a figli e nipoti. Centinaia, migliaia, decine di migliaia di persone nel mondo che proveranno prima o poi il desiderio di venire a rivisitare o vedere per la prima volta il luogo della "tragedia finita in miracolo".
Domande: per un periodo di 5-10 anni potrebbe il relitto della Concordia essere una risorsa degli ambientalisti, degli abitanti dell’arcipelago toscano, per la formazione dei giovani, per sviluppare occupazione, pur nel rispetto dell’immane tragedia? Perché la maggioranza silenziosa, che sembra non considerare questo “improbabile e fantasioso” epilogo, non ne vede l’unicità e la globalità, oggi sempre più utili? Perché non proviamo ad andare contro corrente per differenziarci e dire la nostra al mondo?
Il recente ritrovamento dei corpi delle vittime del naufragio e la ricerca delle altre ancora disperse impone rispetto e preghiera. In questo frangente dovremmo forse riflettere sui valori fondamentali della vita e non di come sfruttare commercialmente un relitto dove ci sono sette ristoranti e tre discoteche.
Tuttavia immaginare un epilogo che non sia solo lo smantellamento del relitto, pensare con la fantasia a tracciare una fine differente, se pur irta di difficoltà, come correttamente ci ricorda il Sig. Centurioni, contribuisce forse nella mia mente a dare un minimo senso alla tragica follia di un’isola galleggiante di vacanza e divertimento di 300 metri affondata di fronte al porto dell’Isola del Giglio.
E se invece fossero proprio le associazioni ambientaliste a imporre un periodo di stazionamento del relitto, opportunamente raddrizzato e assicurato al fondale? Potrebbero trasformarlo in parte in un museo della “fallacità e della caducità umane” nei confronti della nostra madre terra, utilizzarlo per imporre agli occhi del mondo i problemi di sostenibilità ambientale come l’effetto serra, lo spreco dell’acqua potabile, l’inquinamento dell’aria e degli oceani e via andare. Il relitto sarà forse “disponibile” ancora per poche settimane o mesi, perché si sta deformando velocemente, al punto temo che non sarà possibile altro che smantellarlo a partire dai ponti superiori, per abbassare il baricentro, e poi man mano tentare il raddrizzamento, attraverso una serie di leve e contrappesi, come ben spiegato da persone esperte anche in questo blog, per rimorchiarlo in un cantiere attrezzato.
E comunque, per quanto riguarda le difficoltà a gestire la Concordia nell'ipotesi come già detto improbabile e fantasiosa di un suo recupero come struttura navale fissa sul fondale a scopo turistico, si fa sempre tanto per parlare, non mi sembrerebbero poi così insuperabili come tenderebbe a dipingerle il Sig Sergio Centurioni. Le mareggiate, se la nave è salda sul fondale roccioso, sarebbero addirittura un'attrazione aggiuntiva per chi stazionasse sulla nave-albergo. La presenza di centinaia o anche migliaia di persone in grado di fare turismo in tutto il circondario in periodi di punta stagionale non sarebbe affatto una "calamità", al contrario porterebbe sviluppo e benessere anche fuori dalla stagione ordinaria. La necessità dell'accurata manutenzione periodica, da farsi nei periodi di bassa stagione, oltre che una ovvia necessità analoga a tutte le strutture navali a mare, permetterebbe un prolungamento di vita operativa dell'impianto garantendo condizioni di massima sicurezza. E chi desidera stare tranquillo nel suo "buen ritiro" a terra o alla spiaggia o al mare, non vedo perché debba essere irrimediabilmente disturbato da qualche centinaio di turisti che provenendo attratti e incuriositi da tutto il mondo girovaghino spendendo tra il Giglio, le altre isole dell'arcipelago, il Monte Argentario e tutto il resto del vasto territorio della Provincia di Grosseto.
Gent.Sig.Berardi. Poco fa è giunta la notizia del ritrovamento dei corpi di altri tre dispersi all'interno della parte sommersa della nave. Ecco, prima di lasciarci andare troppo in dibattiti e previsioni di future straordinarie utilizzazioni del grande relitto della Concordia, non dimentichiamoci che per il momento quella nave sdraiata sul basso fondale del Giglio è e resta sopratutto un drammatico simbolo della fallacità e della caducità umane. E poi, mi scusi ancora per la franchezza, dato che Lei mostra di essere una persona di indubbia sensibilità e notevole preparazione, Le pare sinceramente possibile che in una delle aree marine meno contaminate del Mediterraneo e forse del Mondo, l'Arcipelago Toscano, dove l'ambientalismo è assurto a religione, si possa tanto facilmente pensare ad una utilizzazione così antropizzante e commercialistica come quella da Lei prospettata per il recupero del relitto? Certo nessuno può impedirci di perlomeno pensarla una cosa del genere, ma da qui a pensare di poterla tramutare in una proposta operativa immediata ce ne corre!
http://www.youtube.com/watch?v=GjDuAZpc67M
consiglio a tutti di vedere il seguente filmato e di pensare poi seriamente se un progetto simile è fattibile, senza poi pensare alle conseguenze.....Inoltre avete valutato le infrastrutture da realizzare per avere 4200 persone in più sull'isola???e poi siete così sicuri che un turista voglia soggiornare in una nave dove sono morte tutte quelle persone??? Siate sinceri, e poi la manutenzione annuale di una nave??? ogni anno va fatta e sta via mesi....... sono troppe le varianti in gioco, troppo facile con le parole.... ricordiamoci che il Giglio non è la riviera romagnola....(senza nulla togliere alla riviera romagnola, sia chiaro, ha un'altra tipologia di turismo, l'esatto contrario del Giglio)chi viene al Giglio ci viene x la tranquillità e non x il caos......
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Quando gli opinionisti e gli ambientalisti grideranno all’eco-mostro, si dovrebbe presentare loro un progetto di fattibilità di una “megastruttura ricettiva polifunzionale” e dei relativi collegamenti logistici che assicuri aria e acqua pulita e la possibilità di portar via la nave in un secondo tempo (5-10-20 anni), a spese di chi deve farlo oggi, qualora la sostenibilità ambientale o economica venisse meno.
Il potenziale successo dell’iniziativa sta nella dimensione, cioè nella parola “megastruttura”. E’ infatti la dimensione ad attrarre un numero potenzialmente incredibile di visitatori da tutto il mondo; è la dimensione a consentire ad agenzie di viaggio americane, indiane, russe e cinesi di poter lavorare su questa iniziativa, unica nel suo genere; è la dimensione a consentire alle famiglie del Giglio e dell’Argentario a pensare all’opportunità di decuplicare i propri profitti, creando opportunità di lavoro e imprenditoriali mai prima immaginabili. Nello stesso tempo, si potrebbe dedicare una parte dei profitti alla sostenibilità e studio dell’ambiente, all’arte, alla cultura, come anche al ricordo degli vittime della sciagura, al sostegno dei bisognosi ed altre opere da loro stessi decise, di anno in anno, attraverso la costituzione di un comitato cittadino. I Comuni del Giglio e dell’Argentario, di Orbetello e delle altre isole vedrebbero fiorire i loro bilanci e potrebbero sistemare tante opere pubbliche rimaste in sospeso per l’insufficienza cronica dei fondi.
Tuttavia è la reazione dei “benpensanti”, degli opinionisti che non danno sufficiente importanza alla creazione di posti di lavoro per migliaia di famiglie, dentro e fuori la nave, che credo costituisca la barriera più grande alla realizzazione del progetto. Se non si è sensibili alle infinite iniziative imprenditoriali che potrebbero fiorire all’interno e all’esterno a supporto, come si può ragionare? A questi opinionisti, che non si espongono forse perché ritengono le nostre opinioni non degne di nota, risponderei che l’arcipelago toscano ha l’opportunità di svilupparsi in 3-5 anni diventando un punto di riferimento culturale, ambientale, artistico ed economico più di quanto non lo sia mai stato finora.
Caro Ing. Regolo, certo, è cosa fare del relitto il punto sostanziale. Se possedessi un albergo di 40-50 stanze all’Isola del Giglio o a Porto Santo Stefano, quanto mi piacerebbe poterne aprire un altro sulla nave, prendendo in gestione ad esempio 100 stanze, sotto la mia diretta gestione! Ed ancora, dopo tre giorni su una nave ferma, non credete che i turisti amerebbero visitare l’isola del Giglio e poi tutto l’arcipelago toscano e poi ancora tornarci l’anno prossimo? Tanti esercizi commerciali potrebbero quindi rimanere aperti tutto l’anno in conseguenza dell’indotto che si verrebbe a creare. Si potrebbe anche attirare un turismo stanziale dando in uso (no vendendo) alcune centinaia di stanze a privati o anche in multi-proprietà per un periodo di 5 anni rinnovabile, dando lavoro alle agenzie immobiliari e a tutti gli altri.
Se opportunamente gestito e spiegato, non credo che il progetto di trasformare il relitto in una “megastruttura ricettiva polifunzionale” (perfetta descrizione dell’ing. Regolo) vedrebbe le famiglie che hanno importanti interessi contrarie. Piuttosto farebbero a gara per starci dentro. Ai cittadini del Giglio e dell’Argentario si dovrebbe offrire l’opportunità di condividere un progetto per la gestione degli esercizi commerciali e dei servizi offerti in nave, creando sviluppo a supporto in tutto l’arcipelago.
Oggi le attività di successo all’isola del Giglio e all’Argentario, consolidate nel territorio, di fatto operano in regime di oligopolio che porta loro un certo profitto, sempre meno purtroppo, spesso lavorando pochi mesi all’anno su un turismo principalmente del Lazio e della Toscana. Al Giglio e all’Argentario le famiglie che contano, che hanno davvero proprietà e gestione delle attività più proficue, sono in numero limitato. Ciò potrebbe essere un vantaggio. Tali famiglie dovrebbero infatti essere le prime ad essere contattate per fare in modo che il progetto diventi “il loro progetto”.
Beh, che succede? Nessuno che si senta di tagliare il traguardo dell'80esimo commento? Che l'argomento e il dibattito del post non interessi più? Eppure la nave sta lì davanti al porto e aspetta che qualcuno decida del suo destino. Ieri ho fatto un piccolo esperimento idraulico casalingo per verificare la validità di alcune considerazioni circa la difficoltà di disincagliare il grande relitto. E sapete cosa ne ho dedotto? Che non sarebbe poi così difficile come potrebbe apparire disincagliarla e farla cominciare a raddrizzarsi e galleggiare. E questo andrebbe in direzione diversa rispetto a miei precedenti convincimenti e a quanto da me già ripetutamente espresso in questo blog. Se le cose stessero davvero così, mi chiedo allora dove sono in realtà le grosse difficoltà per risolvere in futuro il problema di questa nave. E la risposta è quella già indicata in qualche predente commento, e cioè che il vero problema sarà decidere sul cosa fare di questo relitto navale ancora quasi integro. Perché è evidente che non appena disincagliata, e ho già detto che non dovrebbe costituire un problema insormontabile, bisognerebbe sapere cosa fare immediatamente dopo.
Gent. Sig.ri Berardi e Ramos.Ringraziandovi ancora per il sincero e disinteressato contributo che continuate a portare in questo post, devo dirvi francamente quello che penso e che ho già espresso nell'altro precedente post "Dubbi sul recupero della nave" di questa stessa rubrica di Giglionews. Io non credo affatto che la Comunità Gigliese ma anche quella prossima di Monte Argentario, o almeno una parte di essa che però conta molto sull'isola e sul promontorio argentarino, cioè quella proprietaria degli alberghi e hotels e ristoranti possa vedere con favore un recupero della nave finalizzato alla trasformazione in loco in megastruttura ricettiva polifunzionale. Per evidenti motivi di timore di concorrenza alle loro attività. Ed è per questo che continuo a nutrire forti dubbi sulla speditezza delle operazioni legate alla soluzione del problema del grande relitto davanti a Punta Gabbianara. Perché oltre alla oggettiva difficoltà tecnica per "smuovere e spostare" la gigantesca nave dal posto dove si trova praticamente sdraiata su un fianco, rimarrà a lungo irrisolto il problema della destinazione immediatamente successiva. Ed è invece evidente che prima di poter avviare operativamente il cantiere di "lavorazione sul relitto" si dovrà decidere preventivamente e con chiarezza la destinazione del relitto stesso.
Mi scuso con i lettori e gli eventuali partecipanti al post per lo sfogo finale dell'ultimo intervento. Ma la storia di queste cose nel nostro Paese e non solo è arcinota. A mente più fredda, ribadisco che i progetti di "rimozione" che sono sotto esame da parte della Commissione Tecnica preposta riguardno appunto la "rimozione" senza , ritengo, particolari precisazioni sull'immediato dopo. "Rimozione" dovrebbe significare appunto solo e semplicemente "prendere il relitto della nave e spostarlo dalla posizione in cui si trova". Le modalità operative poi con cui si scelga e si decida di "prenderla la nave" dipenderanno dal tipo di progetto così come quelle per spostarla. Sul dove spostarla e per farne cosa non si sa se i progetti in questione l'abbiano già previsto. E comunque al momento ciò che più in teressa nell'immediato è come e quando si deciderà di "prenderla la nave" sul posto dove si trova. Una cosa mi sembra inoppugnabile e certa: la nave dovrà essere preliminarmente "disincastrata-disincagliata" dalle zone rocciose subacquee dove si è appoggiata e parzialmente incastrata. Ecco, è questa l'operazione preliminare che più ci incuriosisce, perchè la ritengo quella più critica e complessa in quanto le incognite sono ancora tante e i risultati niente affatto certi.
Il parere del signor Berardi coincide con una precedente da sig. Lorenz Silva.
Nella mia lingua madre c'è un detto "semi-maleducato" che, a proposito di situazioni inevitabile, riassume ...
Se lo stupro è inevitabile ... almeno che la vittima gode ...
A me mi piace l'idea di trasformare l'inevitabile in qualcosa di utile...
B.Ramos
Desidero ringraziare il Prof. Ing. Attilio Regolo, che non ho il piacere di conoscere personalmente, per aver aperto e ben gestito questo dibattito, espressione del libero pensiero, e tutti coloro che lo stanno arricchendo, in un modo o nell’altro. Per quanto riguarda il destino del relitto, continuando a confrontare le rispettive opinioni sul blog, mi rendo anche disponibile a far parte di un auspicabile gruppo di lavoro di volontari, coordinato dall’ing. Regolo, se ne ha voglia, che approfondisca il progetto e possa sondare l’interesse preliminare da parte dei soggetti coinvolti o da coinvolgere.
E quindi finchè non ci venga espressamente detto, in base al progetto di rimozione che sarà scelto, quale sarà il destino effettivo e definitivo della nave Costa Concordia, potremmo sempre dibattere sulla base di questa ipotesi iniziale proposta da Massimo Berardi. Fare cioè, del relitto, una importante struttura ricettiva polifunzionale a carattere marinaresco da vincolare saldamente al territorio e all'ambiente del Giglio, là dove circostanze eccezionali l'hanna fatta pervenire, operazione per la quale servirà necessariamente e preliminarmente il recupero della nave tutta intera. Sul come effettuare poi tale recupero, anche questo sarà oggetto principale del progetto che sarà esaminato e scelto dagli Organi Istituzionali preposti, con le eventuali opportune successive varianti, ma al momento potremmo continuare ad esercitarci verbalmente sulla base di quanto emerso fin qui nel dibattito, mediando fra le varie opzioni proposte dai commentatori del post. Tutto questo, è sottinteso, se Giglionews continuerà a darci lo spazio e la considerazione necessari.
Per fortuna non ci sono solo i "Malanima" con il loro sorrisetto accidioso a leggere questo post e a partecipare a questo blog di Giglionews. Bensì tanti onesti lettori mossi solo dalla motivazione a partecipare ad esprimere le loro idee e i loro sogni. Ai sig.ri Agugliari, Melis, Rum, Fanciulli, Scholl, Centurioni, Ramos e agli altri che hanno partecipato in modo disinteressato e spontaneo a questo post va il mio personale ringraziamento. Il Sig Malanima, con il suo scetticismo distruttivo, mi aveva fatto sorgere il dubbio di essere solo un "chiacchierone vanitoso e inutile" e mi ero quasi deciso ad uscire dal blog. Gli interventi costruttivi e positivi invece di tutti gli altri sul grande e improvviso per l'isola del Giglio della nave Concordia, mi hanno invece convinto ad andare avanti.Un particolare plauso all'intervento ultimo del Sig. Massimo Berardi. Una proposta la sua molto bella e dettagliata da prendere senz'altro nella massima considerazione. Una proposta ovviamente tutta da esaminare e discutere ad ogni livello e che spinge ulteriormente a tentare di salvarla questa nave, prima che il tempo e l'inerzia degli uomini la riducano davvero ad un relitto irrecuperabile con destinazione il fondo dell'abisso marino.
Caro Signore Attilio. La mia interferenza è fatta "via" traduzione; così, scusi per il "cattivo" italiano. L'operazione di salvataggio della Concordia richiedono una serie di azioni concorrenti, tutti con diverse alternative possibili evenienze. Il mio primo (e unico) suggerimento, ha preso in considerazione gli effetti degradanti di posizione adernada prolungata de la nave sulla struttura di esso. Inoltre ... credo che le navi trattori giganti non sono in grado di affrontare l'isola. Sono d'accordo che il ritiro del carburante è, senza dubbio, una priorità. Solo con una solida base di dati (geologia locale, etc) è che si può definire il migliore insieme di azioni per mobilitare la Concordia. Il tempo scorre ... e non incoraggia giudizi di valore o contestazioni da parte di ragione.
Comunque alberghi galleggianti (ancorati) già esistono in tantissimi posti nel mondo, come tutti sapete, ma questo potrebbe diventare uno dei più belli e prestigiosi.
Un’idea del genere potrebbe avere successo solo ed esclusivamente se riscuotesse consenso nella popolazione, prima di tutto quella dell’isola del Giglio, delle autorità, della “Costa Crociere”, del pool di assicurazioni e del Governo. A volte le idee che sembrano più ovvie sono quelle vincenti. In una recente reclame, il famoso l’attore George Clooney dice “Immagina … puoi!”.
Per quanto riguarda lo sfruttamento della tragedia, questa proposta consentirebbe di creare un memoriale come luogo di raccoglimento e preghiera e un centro studi e documentazione di ciò che è accaduto, affinché possa essere evitato nel futuro. Inoltre una percentuale dei profitti, derivanti da qualsiasi iniziativa che scaturisca dalla nave Concordia, potrebbe essere devoluta agli eredi delle vittime, a coloro che hanno riportato danni permanenti e a opere di bene da definirsi.Lo studio di fattibilità dovrebbe consentire:
una sostenibilità ambientale ed economica nel breve e nel lungo periodo
un’opportunità professionali ai giovani (e ai meno giovani)
un arricchimento dell’arcipelago, tutto l’anno, non solo in termini di denaro, ma soprattutto di cultura, studi e ricerche ambientali, opportunità, attività, idee, eventi ecc.
A questo proposito occorrerebbe studiare un adeguato sistema di smaltimento rifiuti organici e non, come anche un nuovo sistema di trasporti su acqua a minimo impatto ambientale. Molti ambienti della nave, che non navigherebbe e non avrebbe più motori funzionanti, andrebbero ripensati e utilizzati diversamente.
Chi finanzierebbe tutto ciò? Senz’altro chi finanzia oggi la rimozione, trasferimento e demolizione della nave, magari risparmiando anche un po’. La Costa crociere avrebbe un ritorno di immagine incredibile e offrirebbe a catalogo una crociera che nessuna altro operatore potrebbe offrire. Le comunità locali avrebbero da spartirsi le attività e le opportunità di lavoro per i propri giovani e non.
Ovviamente non mi faccio illusioni. Innanzitutto servirebbe uno studio di fattibilità ambientale ed economico, a breve e lungo termine, oltre a trovare soluzioni tecniche per l’ancoraggio della nave Concordia sul fondo roccioso.
. Ci sarebbe l’ostacolo dei movimenti ambientalisti, di tutti coloro che vogliono mantenere lo status quo e della burocrazia.
un centro congressuale con capienza fino a 3.500 persone circa; un luogo di celebrazioni di matrimoni ed eventi conviviali; un sito suggestivo per premi letterari, defilé di moda, conferenze, concorsi, rassegne del cinema e di arte in genere, sede di congressi di partito, ecc.; un centro fiere internazionale; un casinò da gioco; un centro di ricreazione e svago ecc. I Gigliesi, come anche gli abitanti di tutto l’arcipelago toscano, potrebbero avere la prima opzione sulla gestione degli esercizi commerciali da aprire sulla nave. Immaginate un’isola del Giglio con capacità di ricevere turismo tutto l’anno, con un calendario di 2.500 – 3.500 persone a settimana, trasportate da vari porti, sede di importanti attività culturali, sociali, economiche. Pensate a quanta gente si potrebbe assicurare un posto di lavoro, diretto o indiretto.
Questo progetto potrebbe avere un seguito se gestito nel rispetto delle vittime; dell’ambiente naturale; degli abitanti del Giglio e di coloro, cittadini del mondo, che visitano l’arcipelago toscano; del contesto culturale, sociale, geografico, economico locale.
Molti griderebbero all’eco-mostro e all’idea di pessimo gusto di sfruttare commercialmente una tragedia. Nel pieno rispetto e condivisione di questi sentimenti, se non era eco-mostro quando passava pericolosamente vicino alla costa, con le conseguenze note, non lo sarebbe neanche oggi, senza rischio alcuno. Certo stravolgerebbe il panorama, ma in realtà garantirebbe sviluppo senza impatto diretto sull’isola, senza costruire alcunché. Potrebbe essere un compromesso accettabile, soprattutto se con una clausola di rimborso spese di trasferimento della nave, con preavviso di 1 anno, qualora non presentasse il bilancio economico e ambientale previsto.
Nonostante la tragedia abbia colpito decine di passeggeri in crociera sulla nave Concordia, desidero approcciare il dibattito sul destino del relitto ricercando una soluzione che presenti qualche riflesso positivo sul futuro degli abitanti e del territorio. Gli interventi su questo blog sono centrati su come rimuovere la nave. Mi sono posto tuttavia la domanda se siamo certi che la rimozione della nave sia l’obbiettivo giusto, almeno nell’immediato. Personalmente vedrei un destino differente per il relitto della nave Concordia da quello di essere subito rimosso dall’isola del Giglio. La mia ipotesi prevede di rimettere in assetto funzionale la nave Concordia, senza poter navigare, saldamente fissata (se tecnicamente possibile) alla fondo roccioso della costa dell’isola del Giglio, tramite apposite strutture da progettare, che offrano il minimo impatto ambientale e la massima sicurezza in tutte le condizioni meteorologiche. Questa situazione potrebbe protrarsi per un periodo concordato, con eventuale proroga se utile e consensuale tra i vari attori.
La messa a disposizione della nave Concordia, ferma in mare, se pur vicinissima alla costa, nel rispetto del micro sistema ecologico, offrirebbe un’esperienza di vita in una mega-nave da crociera, per 12 mesi all’anno, a chiunque soffra mal di mare o semplicemente non ami avventurarsi in navigazione: “La più grande nave del mondo non itinerante”, sottotitolo “vita da crociera senza mal di mare”. Il tutto certamente a prezzi concorrenziali, non avendo la spesa del carburante. In realtà, oltre alla vita da crociera, la Concordia potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo mai vista prima, ed in particolare potrebbe ospitare un centro studi ambientali; la sede distaccata di scuole professionali ed in particolare di quelle marinara, sub, pesca, vela, biologia marina, ingegneria navale, ecc, di un museo, di centri studi della flora e della fauna marina; [i]segue[/i]
Avevo promesso di non intervenire ancora in questo post ma l'Ing. Regolo stuzzica e allora....
Non tema Ingegnere, non mi arrabbio per così poco, mi viene solo da ridere al pensiero di quanto tempo dedica a questa sua "creatura" con lunghi interventi su cui, le persone che partecipano definiscono CHIACCHIERE E LAMBURCHIELLE, ma quelle che leggono, e mi creda sono più di quante possa immaginare, "glissano".......
Un saluto.
Antonio Malanima
Gent. Sig. Ramos. I suoi interventi sono sempre di notevole interesse tecnico e tecnologico almeno per chi come me non è specialista di settore. Ma dovrebbe per favore chiarire qualche aspetto. Le due navi gru-idrovore l'una la Saipem Micopori 7000, italiana costruita dalla Fincantieri di Monfalcone, e l'altra la Thialf olandese presentano la caratteristica principale di una capacità di sollevamento massima di circa 7500 tonn., che è davvero ragguardevole. Ma è evidente che con la Concordia si ha a che fare con pesi iniziali di ben oltre 7.500 tonn. E allora come pensa di agire per rendere eventualmente efficaci questi sistemi di sollevamento marini? Probabilmente la risposta sta nel suo primo schema grafico dove evidenzia l'inserimento preventivo di palloni gonfiabili all'interno del corpo della nave capaci di scacciare buona parte dell'acqua presente alleggerendo l'imbarcazione di quel tanto da renderla raddrizzabile agendo sul fianco sinistro proprio mediante i sistemi nave-gru da Lei indicati e scaricando la massima parte del peso sulla chiglia preventivamente protetta meccanicamente da quelle enormi selle lungo il fondale a sinistra della chiglia stessa. Beh, Sig. Ramos, anche se continuo a preferire una soluzione più tradizionale fatta di recupero di ermeticità e svuotamento dello scafo, penso che la sua proposta sia logica e da prendere in alta considerazione. Probabilmente la soluzione ideale potrebbe essere un compromesso tra le due strategie. Ma non facciamo altre chiacchiere che sennò il Sig. Antonio Malanima si arrabbia.
Thialf: nave costruita nel 1985 da Mitsui Engineering & Shipbuilding Co., Ltd., ha due gru con una capacità massima di sollevamento combinato di 14.200 tonnellate, il che rende la nave più grande gru del mondo. Per le acque poco profonde per 12 ancore Delta Flipper. La carena consiste di due e quattro pontoni lastreáveis colonne come l'operazione da eseguire. Per sollevare i carichi Thialf possono essere zavorrate a circa 27 m, causando i pontoni sommerse e si gonfiano. Può ospitare 736 persone.
Desfazer edições.
B.Ramos
[img]http://www.giglionews.it/images/stories/allegati/thialf.jpg[/img]
La notizia mi era sfuggita! Se la sono proprio portata via. Bastardi!
Dimenticavo: ma davvero si sono fregati la campana della Concordia? Pensavo fosse un mio incubo. Io la avrei vista come un giusto compenso (simbolico) alla popolazione del Giglio che si è tanto adoperata per i primi soccorsi ai naufraghi. Ci avrei costruito attorno un manufatto di granito e poche parole per ricordare il disastro. Ditemi che non è vero :cry:
Eh si, caro Sergio (Centurioni) è stato battuto ogni record di post. Un bel successo per Giglio news. Io sono intervenuto per pura curiosità. Mi piace il mare e le barche, e anche il Giglio :-* . Speravo in qualche intervento più tecnico per capire come può avvenire il recupero di una nave di tali dimensioni. Purtroppo è mancato un intervento di alto livello, peccato. Per il momento mi defilo da questa discussione.
Auguro a Te e a tutta la comunità Giglise, di cui mi sento minimamente parte, ogni bene :-)
Mi sa che stavolta è stato battuto il record di post.........
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Il recupero della Concordia è già iniziato con il prelievo della campana, speriamo che abbiano lasciato le casseforti. Mentre in Giglio si stanno facendo discorsoni intelligenti. CHIACCHIERE E LAMBURCHIELLE E LEGNA O BANCO E NAPULE NOLL'EMPEGNA.
Sempre per chiarirsi meglio le idee. "Brunildo Ramos" ha fatto alcuni interessanti interventi con taglio tecnico-ingegneristico dove dimostra una notevole dimestichezza con i problemi sollevati, almeno per chi come il sottoscritto, che pur in possesso di cultura tecnico-scientifica per gli studi e il lavoro effettuato in decenni, non ha conoscenze specialistiche nel settore navale (ma non per questo debbo stare per forza in silenzio ad aspettare come suggerito da Antonio Malanima). In un primo intervento con l'ausilio di un efficace schema grafico ci ha mostrato quale potrebbe essere la sequenza principale di interventi e relativa dotazione di strutture ausiliarie (palloni gonfiabili interni, grandi selle di appoggio esterno etc.) per raddrizzare e far iniziare a galleggiare la nave. In un secondo intervento ci ha illustrato le straordinarie capacità operative della stazione-galleggiante Saipem 7000, già indicataci dal Sig. Scholl. Ma fin da ora mi chiedo, è proprio necessario adottare tutti questi sofisticati e costosi marchingegni per ottenere il risultato voluto? Non è sufficiente, come già espresso più volte, la preventiva accurata "ermeticità idraulica" dello scafo e il graduale svuotamento per ottenere sia il raddrizzamento che l'iniziale galleggiamento che automaticamente impedirebbe il rischio di affondamento su fondale più profondo? Inoltre, per lo svuotamento, è proprio indispensabile ricorrere a sistemi idrovori così massicci complessi e potenti come la stazione Saipem 7000, utilizzata per i pozzi petroliferi off-shore, o non sarebbe sufficiente qualche qualsiasi altro sistema di pompaggio di minore potenzialità capace di garantire suddetto svuotamento in 2-3-4 settimane di lavoro?
Ciao Maurizio,
grazie del saluto che contraccambio.
Antonio
Stasera in TV il Prefetto Governativo Gabrielli ha dichiarato la volontà di risollevare e recuperare tutta intera la nave Concordia. La ritengo una dichiarazione importante e chiarificatrice. Se poi venisse recuperata anche la campana della nave, rubata a 8 metri sott'acqua, sarebbe una bellissima cosa. Altrimenti potrebbe essere la Costa Crociere a farne rifondere una eguale da appendere alla nave, al posto di quella scomparsa, quando questa sarà stata rimessa in piedi.
Dispiace sempre quando una persona abbandona un post per incomprensioni personali. Che ti devo dire, Antonio...
semmai dovessi ricollegarti... io ti saluto ;-)
La Saipem 7000, originariamente chiamato la Micoperi 7000, è stato concepito nel 1980 dalla sua metà Micoperi originale proprietari come nave di installazione off-shore multiuso piattaforma petrolifera che sarebbe in grado di installare grandi ponti di piattaforma di produzione del petrolio (noto come mazzi integrati), nonché strutture portanti i ponti "(noto come giacche) utilizzando le sue due gru di grandi dimensioni completamente girevoli. Sarebbe anche in grado di sostenere il completamento della piattaforma off-shore, fornendo strutture alberghiere e laboratorio per gli equipaggi grandi opere. Attrezzature per le immersioni di saturazione sarebbe utile un lavoro di collegamento sottomarino. La dimensione delle navi e semi-sommergibile forma consentirebbe di operare in condizioni climatiche peggiori rispetto a navi più piccole e convenzionalmente forma. Il costo enorme di una nave di queste dimensioni sarebbero compensate dai risparmi di costi e tempi da parte della compagnia petrolifera, come i ponti di grandi dimensioni integrati potrebbero essere completato, provata e messa a terra. Prima dell'introduzione dei grandi vasi piattaforme petrolifere gru off-shore erano costituite da 1000 - 2000 moduli di tonnellate che sono stati sollevati in posizione individualmente da piccolo SSCV o vasi gru monoscafi e poi collegati tra loro in mare aperto, collaudato e poi commissionato, questo spesso ha più di un anni. Altri risparmio nell'installazione delle giacche potrebbe anche essere realizzato.
[img]http://www.giglionews.it/images/stories/allegati/saipem7000150312.jpg[/img]
Egregio Sig. Regolo,
e qui la chiudo altrimenti si cade nel ridicolo, vorrei significarle che non ho avuto e non ho intenzione di varcare i confini della riservatezza verso estranei ma solo chiarire ad altri interlocutori che l'avevano scambiata per un soggetto irreale che aveva voglia di creare sarcasmo sul problema "Concordia".
Detto questo mi passi il concetto che la "spocchia" abita nel suo "ego" perchè primo si autoincensa quale ideatore e promotore di questo post (ora so come si chiama) poi non ammette che si possa asserire che, in certi casi, è meglio prima ascoltare piuttosto che dibattere nel vuoto.
Non le fa onore darmi del maleducato con animo chiuso e malevolo (dove è finito l'insegnante scolastico?) ma non me la prendo più di tanto i problemi "reali" nella vita sono altri.
Vorrei inoltre farle notare che non ho mai istigato a tacere sul problema e sulle sue soluzioni ma ho invitato a riflettere.
Di contro "perchè non se ne sta lei zitto a casa sua" mi sembra tipico dell'indispettito di fronte alla critica.
Infine vorrei dirle di non temere non mi avrà più "ospite di questa trasmissione" e se non formulo opinioni o suggerimenti non è per codardia ma per il semplice fatto che in me prevale l'UMILTA' di riconoscere che il problema è di entità tale che solo esperti del ramo e di provata capacità potranno (speriamo vivamente) risolvere.
Un saluto.(a proposito ma lei non saluta mai?)
Antonio Malanima
L'appalto per il recupero non è stato ancora accordato a nessuna ditta che ha presentato il progetto. La Smit&Neri al momento stanno terminando il recupero degli inquinanti maggiori, idrocarburi e acque nere.
Il passo successivo sarà tappare la falla. Bisognerà lavorare sui contorni della falla ripulendoli dai "denti creati dall'impatto in modo da poter posizionare le nuove lamiere. Le nuove lamiere andranno curvate secondo il disegno originale della nave, posizionate e saldate. Poi si vedrà. Ing. Regolo si guardi anche questa nave officina: SSCV Thialf è impressionante. Atualmente è nel porto di Rotterdam.
Vanno valutati anche i costi, ovviamente. Non credo che la protezione civile abbia i fondi necessari all'operzione. Bisognerà aspettare che le compagnie assicuratrici sborsino il dovuto. :-? Saluti
Molto interessante quello che dice Sig. Scholl. A dire la verità anch'io sto cominciando a pensare che dietro questa enorme cosa che è successa con la nave Concordia al Giglio ci sono molte disinformazioni o informazioni non esaurienti e corrette. Insomma se come dice lei, il problema di "risollevare" la nave potrebbe essere più semplice di quello che ci fanno credere perché non lo fanno e alla svelta? Cosa stanno aspettando? Lei cita il caso della nave Saipem 7000 che potrebbe svuotare in circa 30 giorni lo scafo dopo le opportune riparazioni sotto lo scafo (non dimentichiamo la grande lacerazione con tanto di "scoglio-corpo del reato" ancora infisso sul lato scoperto di sinistra per niente facile da rappezzare), perché non lo si dice con chiarezza, e quanto tempo occorrerà, e quando si comincerà ad agire di conseguenza? Ci sono le procedure peritali da espletare e va bene, c'è ancora l'importante questione dei dispersi da risolvere e va bene, ma la Comunità tutta del Giglio e di Grosseto e non solo ha bisogno al più presto di avere più certezze in merito da chi è preposto a darle.
Uffa' ho alcuni problemi con il PC e mi salta di continuo la risposta :o
Al signor antonio volevo dire che mi dispiace averla scambiata per un Gigliese seccessionista (razza in via di estinzione, per fortuna, ma solo grazie alle nuve generazioni...moooolto più aperte :lol: )
Per Regolo: continuo ad insistere che, a mio avviso, la parte sommersa della nave non ha subito grossi danni. Basterebbe davvero poco a siggillare le vie d'acqua maggiori e a procedere allo svuotamento della nave. Con le moderne pompe a centrifuga capaci di muovere dai 5000 / 7000 metri litri d'acqua al secondo sembrerebbe davvero uno scherzo.
E' tutto il resto che mi preoccupa. La Protezione Civile è davvero trasparente nei suoi comunicati? Il costo e la disponibilità delle grandi navi officina come la Saipem 7000 sono davvero alla nostra portata? Che io sappia la Saipem 7000 al momento si trova nel Golfo del Messico. Pompare petrolio è più redditizio che liberare uno scoglio da un transantlantico. Mi piacerebbe postarvi una foto di questa nave, davvero gigantesca ma non so' come si fa'.
Saluti
Egregio Sig.Antonio Malanima. Lei, pur non essendo nativo del Giglio come da lei stesso dichiarato e non risultandomi essere nemmeno di Grosseto, continua con la solita "spocchia" di chi da fuori la vuol fare da padrone in casa altrui a consigliare il silenzio-stampa ai commentatori di questo post, in particolare a me che ne sono l'ideatore e promotore, e non contento di avermi "svelato" nel primo suo intervento rivelando "urbi et orbi" chi sono in realtà dietro ad un nome che sembra un nick-name, mostrando così di non essere capace della minima riservatezza nei confronti di terzi estranei, arriva a dare del "tuttologo" al sottoscritto capace con le chiacchiere di spostare la nave prima che venga fatto dai soggetti istituzionalmente preposti a farlo. Io non so e non mi interessa chi sia lei e cosa faccia nella vita, quanti amici abbia al Giglio o fuori dall'isola, capisco solo che lei è un bel presuntuoso maleducato, con animo chiuso e malevolo. Se non le piace il dibattito di questo blog e non è capace di formulare la minima opinione nel merito perché non se ne sta lei zitto a casa sua?
Chiarisco meglio i contorni del precedente commento.
Se si decide di intervenire sul posto sulle grandi e quasi inaccessibili falle provocate dagli spuntoni di appoggio occorre ritengo una bella fantasia tecnologica per risolvere il problema.
Io per il momento non saprei come fare. Se invece si decide di intervenire sulle falle dopo aver disincastrato lo scafo allora mi chiedo come possa essere effettuato questo iniziale disincagliamento. Ed è proprio per questo che tutti noi aspettiamo con grande interesse l'esito della gara internazionale. Anche per vedere come si pensa di risolvere questo difficile e basilare problema.
Egregi Sigg. Regolo e Scholl, premetto che non sono gigliese, che credo di potermi vantare di avere più di "tre o quattro" amici gigliesi, che ho a cuore il problema e la sua soluzione rapida e migliore.
Aggiungo che non ho esperienza di "Tag" "Blog" "Twitt" ed altro, e forse questo è il modo di parteciparvi, ma la mia non è banale ironia o istigazione al silenzio passivo ma vorrebbe essere solo un invito a far riflettere i "tuttologi".
Per mia abitudine credo sia meglio prima ascoltare (magari da fonti ufficiali) poi dibattere e, se necessita battere i pugni, altrimenti si rischia di aver spostato la nave prima della conoscenza dei progetti presentati e o appaltati.
Un saluto a tutti.
Antonio Malanima
Tutte le soluzioni proposte sono meritevoli di attenta riflessione, ma il problema principale e prioritario al momento, secondo me, resta sempre quello della riparazione provvisoria delle falle irregolari e frastagliate provocate dalla penetrazione degli spuntoni rocciosi su cui si sta appoggiando in equilibrio ancora non stabilizzato la nave Concordia. Qualcuno sul web ha qualche buona idea in proposito?
@ sig, Gianneschi
Il posizionamento di palloni di galleggiabilità è gia stato escluso dalla Smit che si è consociata con la Neri per il recupero di Nave Concordia. Il problema penso che risieda nel fatto che tutti gli spazi liberi siano ostruiti da materiale vario. Leggendo quà e là ho capito che i palloni (serbatoi) normlmente prodotti abbbiano una capacità di ca 10 mq cubi. Il problema è piazzarli senza mettere a repentaglio la vita degli operatotri subacquei. Un migliaio di serbagtoi aiuterebbde di certo. Altra chicca: in occasione di alcuni recuperi sono state immesse all'interno dei relitti miliardi di palline da golf.. i recuperi sono andati a buon finre, peccato che le palline da Golf, fatte in poliutretano ed aria abbiano causato un grosso problema ambientale mano a mano che venivano vomitate dal relitto :cry:
Dato il continuo deterioramento della struttura fisica dello scafo, credo che sia una priorità riposizionare la nave orizzontalmente.
Pertanto suggerisco due sistemi, vale a dire:
(sistema 1 esterno) 4-6 trattori la schermatura del cavo, che sarebbe ancorata in posizione sul lato del substrato dritta dello scafo;
(sistema 2 Internal) l'uso concomitante di più elementi gonfiabili.
(Vedi figura)
[img]http://www.giglionews.it/images/stories/allegati/rim_concordia140312.jpg[/img]
Gentil sig. Melanima, il recupero o spostamento del relitto della Concordia non è affare interno del comune di Isola del Giglio in quanto esso si trova in acque demaniali. Puo' anche essere che l'ing. Regolo esageri con i suoi interventi che possono essere condivisi o meno.
Tutti ci auguriamo che sia rimosso al più presto. Se non possa essere posto in condizioni di galleggiabilità spero almeno di semi galleggiabilita in modo da farlo affondare ad un miglio dalle coste dell'isola. In fondali abbastanza profondi da evitare un turismo subacqueo.
Con questo la saluto, sperando di aver mal interpreto i suoi pensieri. Il Giglio, isola meravigliosa, è territorio Italiano.
Se poi Giglionews ritiene scomoda o inutile questo 3D non ha che da chiuderlo.
'Notte
Mi scusi, Sig. Malanima, a parte che i commenti non miei in un post proposto da me sono quasi la metà di quelli complessivi, cioè quasi il 50% e non appena 5 come da Lei ironicamente riferitoci, e questo vuol dire che il tentativo di dibattito su un argomento fondamentale per il Giglio si può dire abbastanza riuscito, se tutti facessimo come Lei, che invita sostanzialmente al silenzio passivo in attesa che altri si occupino in modo esclusivo dei problemi, allora l'isola rimarrebbe allo stato soporoso e primordiale dei secoli passati. Ma oggi non è più così, tutti noi e in particolare i giovani con i nuovi mezzi di comunicazione abbiamo il dovere e il diritto di partecipare ai grandi problemi che interessano la vita pubblica. E se permette, una nave da crociera lunga come una petroliera alta come un grattacielo con un numero di passeggeri triplo degli abitanti d'inverno dell'isola addosso alla costa a tutta velocità rischiando l'inabissamento con tutti i suoi naviganti e che si incaglia sulla riva davanti al Porto principale dell'isola, non è proprio un problemino da poco da delegare tutto quanto agli altri e di cui non si possa nemmeno discutere un pò tra di noi. E a proposito, ma Lei, a parte la capacità di "svelare" la mia vera identità ai suoi tre o quattro amici isolani o di fare banale ironia sul dibattito qui presente, ha qualche opinione tutta sua da esprimere in merito all'argomento di questo post?
Egregi signori tutti,
dopo 41 commenti dei quali ad occhio e croce 35 dell'Ing. Regolo, mi viane da pensare:
"se non svelavo l'identità dell'ingegnere cosa avrebbero fatto questi interlocutori in questo tempo?"
Ovviamente la mia è una battuta ma tra il serio ed il faceto non pensate che sarebbe meglio attendere le scelte di chi, non me ne vogliate, è della partita più di voi?
Cordialmente.
Antonio Malanima
E comunque lo stesso video del robot-telecamera ROV subacqueo sembrerebbe dimostrare che i punti di appoggio-incastro del fianco della nave sul fondale scoglioso non sarebbero così numerosi come si poteva temere. Anzi sembrano circoscritte essenzialmente a due zone distanti circa cento metri tra di loro, una verso prua e l'altra verso poppa, abbastanza ben definibili e non troppo estese lungo una linea allo stesso livello dislocata sul fianco sinistro dell'imbarcazione, così da formare da un punto di vista strutturale semplificato una grande trave obliqua che oltre che vincolata sul bordo-chiglia allo sperone laterale longitudinale che non la fa affondare risulta praticamente semincastrata su questi due speroni puntiformi di roccia e si deve probabilmente alla notevole elasticità e cedevolezza del materiale acciaioso di cui è fatta la fiancata se la struttura non si è fratturata in più spezzoni ed invece si è deformata e adattata al fondale irregolare rimanendo intera. Se le cose stessero davvero così, senza voler sembrare di voler fare i "veggenti" come direbbe la simpatica Sig. Melis, allora la nave se si interverrà in tempi sufficientemente brevi potrebbe essere ancora salvata in modo pressoché integrale.
Non sono un tecnico esperto di recuperi,ma(oltre a tutti gli interventi esterni possibili)ritengo che il riempire i vani interni della parte sommersa con robusti palloni,gonfiati alla bisogna, aiuterebbe moltissimo. Al posto dell'acqua ci sarebbe aria...cominciando dalla parte destra si faciliterebbe anche la rimessa in assetto. Che ne dite??? ...e adesso:....pronti...attenti.... via al vostro sarcasmo!!!!
Gent. Sig. Lubrani. Il suggestivo video da ROV trasmesso da "Il Tirreno" l'avevo già visto, è di metà Febbraio, ma non ritengo proprio possa essere esaustivo del problema e sopratutto possa essere una base tecnico-scientifica realmente utile per il tipo di operazioni che si dovrebbero effettuare sulla nave. Suddetto video infatti è solo uno "zoom" visivo approssimativo e limitato della situazione sotto la chiglia della Concordia che testimonia semmai come la situazione sia complessa difficilmente definibile e in continua evoluzione, con parti di carena e di scafo e delle rocce su cui appoggiano in progressiva alterazione strutturale e chimico-fisica. Già oggi la situazione può essere assai cambiata rispetto a quella trasmessa dal ROV il mese scorso. Secondo me, in questo caso senza precedenti, l'analisi de ve essere assai più circostanziata e accurata di quella che può effettuare una sia pur sofisticata e ingegnosa apparecchiatura telecomandata elettronica quale il ROV per decidere con precisione ed efficacia i provvedimenti da prendere prima di eseguire ciclopiche e rischiose operazioni di svuotamento e raddrizzamento.
Signor Attilio,
quello delle falle e' gia' stato fatto con i ROV. Mi sembra che una copia del video lo puo' vedere sulla pagina del tirreno o la nazione. Questo controllo fu fatto anche per controllare l'appoggio e lo stato di movimento della nave.
Piuttosto rispondendo al suo commento sui progetti di recupero le posso dire che vi sono ditte specializzate per il recupero di relitti che non sono degli sprovveduti. Queste ditte sono state capaci di recuperare navi, piattaforme, sommergibili nucleari, etc..con piu' stazza, pericolosita'ed in peggiori condizioni.
un saluto
Perchè per esempio, come operazione preliminare e urgente, non addestrare e organizzare opportunamente una squadra di sub per perlustrare tutta la superficie attualmente sommersa al fine di ricercare, fotografare, registrare e segnalare tipo posizione forma e dimensione di ogni pur piccola falla o via d'acqua attualmente aperta secondo un programma preordinato? Si ricordi che la superficie sommersa, non tutta regolare e uniforme, si sviluppa per migliaia e forse decine di migliaia di metri quadri e l'analisi completa e dettagliata se pur indispensabile per qualsiasi tipo di operazione successiva è un'impresa tutt'altro che facile e breve.
E questo approntamento fin da subito di una squadra di "ricercatori di falle navali" alla stessa stregua dei "ricercatori di falle nei sistemi informatici" professione attualmente ben ripagata, potrebbe essere demandata alle Istituzioni Locali, a cominciare dal Comune del Giglio, con il coordinamento del Prefetto del Governo, ricorrendo a personale tecnico locale o almeno a livello regionale o nazionale, senza dover aspettare i tempi più lunghi e gli scarsi o assenti ritorni e benefici economici a carattere locale legati al fatto di dover necessariamente scegliere un'azienda estera specializzata fra quelle che hanno presentato i progetti per il Bando di Gara Internazionale per la rimozione della Concordia alla quale verrà affidata il lavoro e che tenderebbe invece ad utilizzare, salvo appunto clausole e vincoli contrattuali diversi da fissare preliminarmente, presumibilmente personale specialistico interno estero di sua diretta conoscenza e competenza per questa come per le altre fasi dell'imponente operazione.
Mi scuso con Alessandro Brizzi perché ho digitato per errore Fanciulli a proposito dell'idea dei cassoni saldati sotto la chiglia della Concordia, idea su cui sembra d'accordo anche il Sig. Scholl. Io resto dell'opinione che prima di pensare a metodi particolari e innovativi è meglio provare quelli più tradizionali e collaudati. Così come rimango convinto che qualsiasi sia la procedura scelta essa non possa prescindere da un'accurata e minuziosa ricerca di tutte le possibili falle e vie d'acqua dalla parte del fianco sommerso, di cui ancora si sa poco o nulla, al fine di una riparazione anche provvisoria e una chiusura prima di effettuare l'operazione di svuotamento graduale dell'acqua presente che, in presenza e permanenza di vie di penetrazione dell'acqua sarebbe assai difficoltosa per non dire inutile. Ed è proprio qui che sta uno dei problemi principali da risolvere prima del tentativo di raddrizzamento e ripristino del galleggiamento, quello cioè di assicurare la ermeticità idraulica di tutta la superficie sommersa.
Gent. Brizzi e Fanciulli. Ringrazio ancora della fiducia ma posso rispondere ai vostri quesiti solo indicativamente. La procedura proposta da Riccardo Fanciulli dei cassoni aggiuntivi da saldare sotto il lato libero della chiglia per fare immagino da contrappeso per poter disincastrare il fianco destro dai punti di aggancio da parte degli scogli per poi utilizzarli riempiti d'aria per l'emersione totale della nave, mi sembra non privo di logica ma andrebbe precisata meglio e poi suffragata da esperienza diretta sul campo. Al momento preferirei adottare una più tradizionale tecnica di preliminare accurata riparazione delle falle e chiusura di ogni possibile via d'acqua, quindi tentare di effettuare un graduale svuotamento dell'acqua presente nella parte sommersa dell'acqua con sistemi di estrazione ad elettropompa e contestuale tentativo di disincagliamento del fianco sinistro e parziale raddrizzamento con l'ausilio di cavi di trazione azionati da verricelli su pontoni e rimorchiatori, anche al fine di effettuare ulteriori necessarie riparazioni non eseguibili nell'attuale situazione, quindi continuare nello svuotamento e progressivo raddrizzamento e emersione totale della nave. Tutto quanto descritto dovrebbe in sostanza corrispondere anche al cosiddetto "pianetto" che Riccardo Fanciulli insieme all'amico Loris Rum dicono di aver predisposto.
Caro Alessandro (Brizzi), forse ti ricordi ancora di me ;-) . Mi permetto di intervenire. Non sono un tecnico ma frequentando l'Isola da 40 anni mi sento un po parte in causa. Sono il primo a volere che quel gigante venga rimosso al più presto e che si possa dare degna sepolutura ai poveri resti dei dispersi.
Il tuo suggerimento, quello di saldare enormi cassoni di galleggiabilità non fa' una grinza visto che i palloni pneumatici credo non si possano usare a causa del basso fondale e alla vicinanza dalla costa. Non credo che il lato immerso della nave sia particolarmente danneggiato.
Riparate le falle e chiuse le principali vie d'acqua con potenti idrovere si dovrebbe alleggerire lo scafo e radrizzarlo facendo leva con enormi argani.
Sarà una impresa colossale e costosa. Ma sono ottimista,
Ti incollo a titolo semplificativo un video tratto dalla rivista Focus
http://www.focus.it/scienza/tecnologia/le-tecniche-di-recupero-della-costa-concordia_c11.aspx
Per il resto ho letto sul sito della Smit
www.smit.com
Che sono riusciti ad aprire un varco fino alla sala macchine per svuotare gli ultimi serbatoi di carburante e oli da macchina.
Un caro saluto a tutti.
P.S. Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno. In caso contrario me ne scuso in anticipo.
Gentile Prof Regolo sono un gigliese ex collega di Loris ,insieme abbiamo scritto un pianetto(lo chiamiamo così) un insieme di idee dettate dall'esperinza e non da i numeri inquanto ci mancano dati essenziali per i calcoli ,questo pianetto prevede la soluzione sperata da tutti senza rimuovere niente o quasi dall'attuale RELITTO il problema sta nei costi e nella reale situazione dello scafo nella parte di dritta inquanto ad oggi nessuna foto o filmato è stato fatto filtrare alla stampa e di conseguenza è impossibile per noi fare supposizioni basate su fatti almeno visibili .Siamo convinti che sarà ncomunque una grande impresa ingenieristica che avrà grossi margini di rischio visto il posto in cui si trova il RELITTO ma eseguita sicuramente dai migliori specialisti al mondo e questo deve essere una cosa da non dimenticareLa saluto cordialmente fanciulli riccardo
Salve Prof. Regolo,
conosco Loris e Fabio ma per mia sfortuna non sono stato un suo allievo.
Mi sono affascinato a leggere le sue logiche; io lavoro con l'informatica e la logica, è un po' il mio pane!
Vorrei porre alla sua attenzione un pensiero che da un po' di giorni ho in testa: la Concordia è appoggiata sul fianco e trattenuta dagli scogli che gli si sono infilati nella fiancata, la chiglia, non è libera? Se così fosse e considerato che oggi si può saltare anche sott'acqua, non potrebbe essere una soluzione quella di saldare delle lamiere sotto la chiglia in modo da formare degli scompartimenti stagni, lasciando uno spazio (calcolato dagli ingegneri) sufficiente a far galleggiare successivamente la nave; inizialmente, i compartimenti dovrebbero rimanere pieni d'acqua poi, una volta terminato il lavoro su tutta la nave, liberare la nave dagli scogli in modo da farla adagiare sul fondale e, nel percorso, cercare di farla raddrizzare; in ultimo, quando la nave è in verticale, togliere l'acqua dagli scompartimenti immettendo dentro aria compressa. In questa maniera, si creerebbero dei “palloni” che permetterebbero di far riemergere la nave e farla galleggiare, con la forza dell’aria, per fare il suo ultimo viaggio.
Confido in un suo cordiale riscontro. (ovviamente anche degli altri!)
Saluti, Alessandro Brizzi.
Gent.mo Sig "Carlo Centurioni". La ringrazio della fiducia da Lei implicitamente datami circa la mia capacità di esprimere giudizi sulla effettiva possibilità di rimuovere dalla costa del Giglio dove è adagiato e incagliato il grande relitto della Concordia. Ma lo ripeto, non mi esprimo per esperienza diretta o indiretta di casi analoghi che non ho, cerco solo di far funzionare il ragionamento e la logica secondo alcune intuizioni di base ed alcune esperienze generali di studio di materie tecniche e scientifiche sviluppato in 40 anni di insegnamento e di 30 di professione ingegneristica non in ambito specificatamente navale e non di certo a livelli così elevati quali necessitano casi di questa portata e complessità. E comunque non è affatto detto che possedere esperienze specifiche pregresse di settore ti facciano ragionare con più lucidità e neutralità di giudizio. Tornando alla sua gentile richiesta, in tutti i miei interventi ho cercato di tratteggiare tutte le opzioni possibili in merito alla soluzione del grande problema Concordia. Ma per nessuna di esse mi sentirei di fare una scelta certa e definitiva. Troppo complesso e nuovo è il problema e troppo numerose le incognite. E comunque, come in tutte le imprese difficili o che appaiono quasi impossibili ciò che conta è la volontà di affrontarle e superarle. Per cui se proprio devo esprimerle una preferenza sarei per una soluzione "globale sincronizzata" del raddrizzamento e galleggiamento "tutta in una volta e tutta insieme" della grande nave dopo ovviamente operazioni preliminari di eliminazione falle e chiusura di ogni via di possibile penetrazione di acqua di svuotamento dell'acqua presente e pulizia e alleggerimento ad ogni possibile livello per ridurre al minimo sia gli sforzi necessari che i danni ambientali. Dopodiché si faranno le successive opportune scelte sul suo destino finale.
Gent. Sig. Rinaldi, siamo tutti in attesa delle risultanze delle operazioni di scelta progettuale sul problema Concordia secondo l'atto di indirizzo del Comune del Giglio, ma non capisco perché nel frattempo non si possa continuare ad esprimere le nostre opinioni in merito. Comunque stia tranquillo, Sig. Rinaldi, Lei non ha "sparigliato" le opinioni espresse in questo blog dato che Lei non ha espresso alcuna opinione in merito.
Sig. Attilio, mi dica in tutta sincerità (vista la sua esperienza ed i suoi innumerevoli interventi al riguardo) se Lei crede veramente nella riuscita di questa mega-rimozione e se, in passato, sia già stata effettuata un'operazione di questa portata! poi mi può dire anche il perchè di questo lungo tempo (si parla addirittura di un anno) per raddrizzare questo bestione! Anche se non La conosco personalmente, La saluto cordialmente.
CARLO CENTURIONI
Non voglio "sparigliare" opinioni altrui, ma non mi sembra opportuno, in questa fase di prescelta della proposta di intervento sulla rimozione dello scafo, entrare nel merito della questione. Potrebbe peraltro essere considerata mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio Comunale Gigliese che ha approvato all'unanimità un preciso atto di indirizzo ... proprio nel merito del problema.
E poi, siccome ogni notte porta maggior consiglio, nella nostra mente si stanno precisando sempre meglio i contorni della straordinaria vicenda che ha "investito" il Giglio. Se ci si pensa bene quello che è successo dal 13 Gennaio in poi dall'inizio fino ad oggi ha tutto quanto il carattere dell'assoluta eccezionalità. Il destino ha voluto così. E dobbiamo accettarlo da uomini con coraggio e intelligenza. Per quanto riguarda per esempio la soluzione al problema di ridare dignità al luogo e alla stessa nave che sta penosamente reclinata a fianco di Giglio Porto sto cominciando a perdere i forti timori iniziali per una scelta progettuale che preveda il raddrizzamento e il galleggiamento in soluzione unica dell'intera nave tutta insieme. Il Prefetto Gabrielli ci ha anticipato che ben 4 su 6 sarebbero i progetti ch e prevedono tale tipo di soluzione. Si può mai pensare che le aziende di caratura mondiale che le stanno proponendo mettendoci "la faccia" di fronte al mondo intero lo stiano facendo a "cuor leggero"? Io penso proprio di no. Saranno senzaltro soluzioni più o meno "spettacolari" e del tutto innovative che meritano tutte una grande attenzione. Perché se è vero che i rischi di fallimento ci sono è anche vero che un'eventuale riuscita sarebbe un risultato straordinariamente positivo e spettacolare a fronte di un caso straordinario come questo e anche perchè dal punto di vista ambientale e gestionale una cosa è allestire intorno al grande e ancora "fresco" relitto della Concordia un mega-cantiere con relativa organizzazione finalizzata al suo raddrizzamento-galleggiamento e ben altra cosa e allestire un cantiere per la demolizione sul posto (cosa che peraltro sembra già esclusa) o anche per smontaggio parziale di alleggerimento preliminare al raddrizzamento-galleggiamento. Quindi, facciamoci coraggio e cerchiamo di guardare alle 4 soluzioni globali del "tutto insieme" con minor scetticismo all'impronta del notissimo motto del "chi non risica non rosica!".
Per esempio, non mi sta bene che che strutture cantieristico-portuali come quella di Livorno, così come riferito dal quotidiano di questa città "Il Tirreno", si sia già offerta per prenotare l'accoglimento nei propri cantieri di ricostruzione e/o smantellamento il relitto raddrizzato e trainato, se mai ci si riuscirà, fra un anno e passa della Concordia invece che portarla lontano a mille miglia in qualche cantiere asiatico o indiano. E allora alla nostra terra e in particolare alla nostra Isola sarebbero riservate solo le nefaste e lunghe conseguenze dell'"abbordo" in velocità della costa con un bestione navale da 120.000 tonnellate, invece a Livorno, nonostante le responsabilità in materia ancora da precisare di quella Capitaneria, andrebbero i benefici dei soldi e dei lavoro derivato dal disastro. Ma perché non abbiamo anche noi le competenze e le infrastrutture necessarie e sufficienti per accogliere e lavorare nei nostri cantieri la nave incidentata, per esempio a P.S. Stefano?
Ciao carissimo Rum. Sono davvero contento di interloquire con uno come te, che oltre che dotato di notevole carica umana, come ti ricordo e come dimostri dai tuoi interventi, riveli un'indubbia esperienza in merito. Però tu ragioni giustamente da tecnico esperto di imbarcazioni e di mare, che nel mare e sulle navi praticamente ci sei nato e cresciuto, e quello che dici ha una logica ferrea ed è evidente che ti riferisci a tue conoscenze ed esperienze dirette o indirette in materia, ma in una situazione del tutto nuova come questa, con un gigante navale lungo 300 mt, alto 50, largo 40, di stazza 120.000 Tn, buttato giù da uno squarcio alla carena di poppa di qualche decina di metri, con una lamiera di carena e di fasciame presumibilmente di poche decine di mm, di qualità acciaiosa non particolarmente resiliente, con baricentro assai vicino al metacentro, e tu sai bene che cosa intendo,che ha perso assetto e galleggiabilità con una facilità irrisoria, che sospinta a motori spenti, anche per merito della sua enorme estensione superficiale di fiancata, da un leggero vento di Nord-est, si è infine adagiata dolcemente sul basso e per quanto uniforme pur sempre scoglioso fondale che gli ha fatto da "letto subacqueo", davanti a Punta Gabbianara, dove sta "dormendo" di fianco deformandosi lentamente giorno dopo giorno in modo irregolare e indeterminabile, dimmi sinceramente Loris che affidamento daresti in questo caso alle tradizionali tecniche di recupero dell'assetto e contestuale tentativo di galleggiamento stabile cui facevi riferimento?
E comunque, caro Loris Rum, lungi da me la voglia di spargere pessimismo e scetticismo da "bastian contrario" ad ogni possibile iniziativa. Ho solo cercato fin qui in questa efficace rubrica "on line" frutto della perspicacia della Redazione di Giglionews, di "dire la mia" da cittadino comune che vuol bene alla sua terra di acquisizione. E' inteso che se verrà scelto un progetto di "raddrizzamento e galleggiamento" che si riterrà idoneo, tutti noi, gigliesi e non gigliesi, democraticamente, ci uniformeremo a tale progetto e anzi daremo una mano morale e materiale ciascuno per quello che potremo alla riuscita dell'impresa, un'impresa straordinaria per un caso straordinario che ci vede sotto i "riflettori" dell'intero Pianeta. Certo è che nessuno finché ce lo permetteranno potrà impedirci via via che le cose si evolveranno di continuare a "dire la nostra" opinione.
Ciao Attilio e tutti quelli che leggono, scusami ma sono a bordo e la sera quando finisco alle 1945 leggo tutto e ti rispondo subito su come dovrebbero fare o FARANNO le ditte per raddrizzarla?
Bene, attraverso calcoli collocheranno dei palloni a dritta, verrà alleggerita sopra, selle antiscivolo, rimorchiatori che tirano trasversalmente,idrovore in aspirazione il tutto deve essere sincronizzato! La cosa èiù importante, che ancora non sono riuscito a sapere è se, sul lato dritto (OPERA VIVA) ci sono squarci perchè, se ce ne saranno, il lavoro sarà più complicato anche se fattibile, ma se ci sono sulla murata, quelli si possono tappare con saldature anche dopo o durante il raddrizzamento. Nel frattempo delle idrovore posizionate in più parti aspireranno l'acqua! Oh, questo è quanto secondo me si potrebbe fare, i mezzi ci sono.......I SOLDI???? Penso pure quelli!!!! Ciaoo Passo e Chiudo
Ancora un'osservazione, visto che per ora non ci sono risposte ai recenti commenti: sarei curioso di sapere da "Andrea Padellettti" nel suo interessante e suggestivo intervento a "Dite la Vostra" di Giglionews intitolato "Lettera aperta di un concittadino" che cosa più precisamente intendesse quando alla fine, riferendosi al destino futuro della nave Concordia adagiatasi dopo il naufragio sulla riva scogliosa di Punta Gabbianara, invocava "lasciatela lì dov'è", e cioè che si dovesse lasciarla in quel medesimo luogo dopo averla in qualche modo raddrizzata e stabilizzata, oppure come credo che intendesse dire che si dovesse lasciarla "lì dov'è" esattamente "così com'è".
E poi caro Rum, eri uno studente troppo "sveglio" così come oggi dimostri di essere un uomo assai dinamico e pragmatico, per non comprendere che qui non si tratta di risolvere un semplice problema di tecnica e ingegneria navale anche se allo scopo di una eventuale rimozione-demolizione, qui c'è qualcosa di molto più complesso. La grande nave che è venuta a "morire" sulla riva del Giglio, ogni giorno che passa sta perdendo i connotati di imbarazzante enorme relitto-rifiuto di cui sbarazzarsi al più presto. Guardiamo anche le belle foto che la Redazione di Giglionews ci presenta oggi. Ormai la nave, non solo con la sua imponente sagoma ma anche con la recente drammatica storia che si porta dietro, sta diventando una sempre più radicata familiare e indelebile presenza sia nello stupendo scenario dell'Isola sia alla nostra vista e nella nostra coscienza. Operare su un così importante "soggetto" pertanto non è più, come già detto, solo un problema di scelte tecniche e di progetti ingegneristici, bensì sta diventando un assai più complesso problema di scelte strategico-culturali e di progetti architettonici di ampio respiro che debbono necessariamente precedere le successive soluzioni tecniche.
Ciao Rum. Si nota che hai un'indubbia esperienza pratica e diretta di navi e magari anche di recupero di relitti e quello che dici è assolutamente condivisibile. Ma, almeno a chi come me ragiona non per esperienza diretta ma solo per intuito e per logica, rimane qualche dubbio sulla possibilità di "sbandare la nave" a sinistra dopo aver riparato la grande falla ora emersa sullo stesso lato, vista la particolare struttura della nave e della sua fiancata non so quanto predisposta per operazioni di questo genere,specie se lo sbandamento per raddrizzamento si decide di effettuarlo con trazione di tiranti,e qualche dubbio rimane anche sulla possibilità di effettuare una contestuale aspirazione dell'acqua contenuta all'interno dell'imbarcazione mentre la si raddrizza visto che anche sul fianco sommerso potrebbero esserci falle di consistenza e numero per ora non determinabili e non so quanto riparabili. E comunque il problema principale rimane sempre lo stesso. Come si può essere sicuri che la struttura assiale e trasversale della nave così come si sta adattando inclinata al fondale da ormai due mesi e quindi continuerà a farlo per i prossimi lunghi mesi, potrebbe reagire all'applicazione se pure graduale e progressiva di decine di migliaia di tonnellate per metro di sforzo rotatorio di raddrizzamento?
Attilio, una volta alleggerita anche tagliando alcune sovrastrutture(fumaiolo e quant'altro) e riparata la falla a sinistra (la cosa più facile da fare) la nave potrebbe venir sbandata proprio sul lato sinistro essendo tutto in ottimo stato e nel contempo aspirare l'acqua all'interno man mano che il raddrizzamento è in atto! Una cosa importante da fare è quella di sistemare sul fondo sotto la carena di sisitra, delle selle con profilo carenato atte a non far scivolare la nave verso il fondale....e anche questo credo si possa fare. Un saluto a tutti......
Bene, visto che gli ultimi commenti non hanno ricevuto particolari osservazioni, proviamo a fare il punto sommario del dibattito.
Penso che siamo tutti d'accordo che l'unica cosa da evitare è la rimozione tramite lo "squartamento" della nave o lo "spezzettamento" direttamente sul posto per evidenti motivi di carattere ambientale e gestionale.
Così come penso che siamo d'accordo sulla necessità di effettuare un tentativo serio ed oculato per il "raddrizzamento" in asse della stessa, come d'altra parte è assai probabile che sia previsto da tutti i progetti che verranno presentati a breve a cominciare da stasera da parte del Commissario Governativo Gabrielli. Se poi il raddrizzamento si tenti di fare tutto insieme o dopo una preliminare fase di alleggerimento della struttura questo dipenderà dai progetti e dalle scelte connesse. Sulla necessità del "galleggiamento" invece secondo me ancora c'è molto da dibattere. Perché la consistenza del galleggiamento, se non necessario,oppure parziale o totale, dipenderà strettamente da quello che si vuole o si può fare in seguito al raddrizzamento. Il dibattito è ancora aperto e continuiamo a ringraziare Giglionews per lo spazio che continua concederci in questo interessante blog.
Ed è proprio per questo, per non farsi prendere di sorpresa da eventi futuri che nessuno al momento può prefigurare con certezza e anche per rispetto delle opinioni altrui, di tutte le opinioni in campo, insieme ai progetti di rimozione totale o parziale tutta insieme o graduale non escluderei affatto pregiudizialmente fin da oggi di poter pensare anche a qualche forma di "recupero conservativo" della grande nave intorno alla quale poter sviluppare un progetto turistico-culturale di più ampio respiro a beneficio dell'Isola del Giglio e della sua straordinaria Comunità.
Certo Sig. Centurioni, potrebbe esserci una "prima volta" sia nel caso da lei giustamente auspicato della rimozione totale della nave tutta intera ma anche in quello contrario, invocato da "Andrea Padelletti", della permanenza della stessa là dove il destino l'ha mandata a finire magari dopo essere stata perlomeno raddrizzata.
C'è sempre una prima volta per tutto, no????
Sergio Centurioni detto Bergher o Ghego
Ringrazio la Gent. Sig.ra Melis e i miei ex-allievi per i calorosi segni di stima e di affetto espressimi in questo blog. Ma per ora, subissato dalla quotidianità della famiglia e del lavoro preferisco stare in contatto con Voi via web utilizzando per quanto posso questo nuovo e straordinario mezzo di intercomunicazione messoci cortesemente e professionalmente a disposizione da Giglionews. Tornando un attimo ai progetti di rimozione della nave Concordia. L'amico Rum prefigura anche la possibilità che qualche progetto preveda un approccio graduale con fasi parziali preliminari di smontaggio e smantellamento per alleggerimento della struttura navale prima delle operazioni di raddrizzamento. E questo lo troverei ragionevole. Ma, è bene le cose dirsele con chiarezza prima che dopo. Resto comunque fortemente scettico sulla riuscita dell'operazione. Ho già detto più volte che le ancora lunghe e complesse procedure tecnico-peritali tutte da svolgere costringeranno all'attesa forzosa per un ancora lungo e indeterminato periodo di tempo. Nel frattempo la struttura continuerà a deformarsi e a modificare il proprio stato chimico-fisico in tutte le sue articolazioni e particolari costruttivi. Così che sarà sempre più problematico effettuare regolari procedure di smontaggio. D'altra parte, anche questo l'ho già ribadito, la rimozione dell'intera nave con un'unica complessiva operazione può presentare problematiche onerosissime e rischiosissime in corso d'opera. Non dimentichiamoci che è la prima volta al mondo che si tenterebbe di recuperare l'assetto per successivo trasferimento a cantiere di eventuale demolizione di un'imbarcazione di questa mole tipologia strutturale e situazione geometrico-logistica e le incognite e le incertezze sono molteplici. E non vorrei essere di nuovo accus ato di fare catastrofismo negativo. Sulla carta tutto potrebbe sembrare bello e fattibile poi bisogna fare i conti con la realtà, e la realtà potrebbe essere dura e del tutto imprevedibile.
buonasera Prof. Regolo se le fosse possibile venire, giovedi ci sarà la riunione col comissario Gabrielli, il quale dovrebbe già darci, se non erro, a grandi linee l'idea e i progetti per la rimozione della nave. Sarebbe l'occasione per conoscerci e per rivedere alcuni suoi ex allievi.
la saluto cordialmente Franca melis
Attilio, ti aspettiamo volentieri, ci andiamo a fare una bella mangiata poi tutti insieme a braccia la raddrizzeremo noi!!!!!!!
Ciao a presto
Si Attilio, sono stato tuo studente all'Istituto Nautico di psstefano. Cmq volevo dire a te e chi ci legge che nei progetti di queste ditte non è detto che non ci sia un'alleggerimento delle sovrastruttura prima di raddrizzarla!!!!
Un salutone a Te e tutti i GIGLIESI........ANCHE QUELLI NEL MONDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
Grazie dell'invito Fabio, appena potrò verrò con grande piacere a salutarti al Giglio. Ma torniamo al nostro argomento di base. La Redazione di Giglionews ci informa che dei sette progetti già sotto pre-esame di Costa Crociere che li ha commissionati la maggior parte prevede la "rimozione per intero" della nave verso il cantiere di trattamento. Maggior parte significa "non tutti" i progetti. Ecco, a parte la curiosità tutta tecnica di vedere le proposte dei massimi specialisti del mondo in trattamento e recupero relitti navali circa questo tipo di soluzione "globale", ribadisco qui l'opinione che fin da ora mi soffermerei con maggior attenzione su quei progetti minoritari evidentemente più prudenziali e che prevedono presumibilmente il recupero e/o rimozione più graduale e parziale del grande relitto.
Prof. Regolo, quando deciderà di venire al Giglio me lo faccia sapere, mi farebbe molto piacere rivederla e magari invitarla a pranzo o a cena.
E scusandomi per eccesso di interventi e non volendo apparire provocatorio o eccentrico, ma ciò che è accaduto al Giglio è un fatto di tale straordinarietà da meritare la massima attenzione. Una nave modernissima e maestosa da crociera da 120.000 tonnellate alta quasi quanto un grattacielo, vanto della marineria turistico-commerciale nazionale, con oltre 4000 passeggeri a bordo, il triplo degli abitanti del Giglio, che va ad impattare per fortuna solo di struscio alla velocità di un centometrista con uno scoglio dell'isola a poche centinaia di metri dalla costa e che poi dopo traversie varie e rischio di affondamento si va ad adagiare senza più alcuna forza motrice su un fondale di poche decine di metri sulla riva rocciosa dell'isola permettendo la salvezza di quasi tutti gli occupanti, è una cosa che il caso o il destino ha riservato alla più bella isola dell'Arcipelago Toscano e che presumibilmente non accadrà più per il prossimo mezzo millennio a nessuna altra isola del pianeta. Questa cosa, a parte la tragedia incommensurabile delle vittime e dei dispersi, la vogliamo per forza considerare tutta in "negativo"? Vogliamo continuare a considerare questa povera e incolpevole nave fatta per una vacanza di relax e di divertimento di uomini e donne di tutte le età e provenienza soltanto un' "orribile e lugubre rifiuto" di cui liberarsi al più presto in ogni modo? Oppure vogliamo trattarla con rispetto, quasi fosse come "animata" forse irrimediabilmente morta o forse ancora "moribonda" meritevole di un ultimo tentativo di "salvataggio"?
Caro Loris Rum, ma come posso non ricordarmi di te! Uno dei più birbanti e "svegli" studenti che abbia mai avuto, ma oltre 25 anni fa se non sbaglio, e all'Istituto Tecnico Nautico di P.S. Stefano anziché all'ITI di Grosseto come per Fabio Agugliari. Confermami se puoi questi ricordi. E comunque un salutone anche a te. Mi sa che di questo passo dovrò decidermi una volta o l'altra a prendere il traghetto e venirvi a salutare di persona, così proveremo tutti insieme a raddrizzarla a braccia noi questa benedetta nave!
Gent.Sig.ra Melis. Desidero innanzitutto dimostrarLe la mia personale stima per la "grinta" da Lei dimostrata nei suoi interventi a difesa sia dello sviluppo che della salvaguardia territoriale e ambientale dell'Isola dove lei vive e lavora con successo. Sviluppo e salvaguardia che per Lei verrebbero messe a dura prova se non si risolverà alla svelta il problema della rimozione totale del relitto della Concordia in prossimità di Giglio Porto. Ma bisogna avere pazienza e attenzione. Il fatto accaduto è troppo grosso per pensare di poterlo risolvere in quattro e quattro otto. Intanto le notizie di stamani ci riferiscono di ben 8 progetti di rimozione già pronti e al vaglio preliminare di Costa Crociere che insieme ad altri soggetti istituzionali dovrà scegliere quello "migliore". Staremo a vedere, ma con molt a attenzione anche noi Grossetani e sopratutto voi Gigliesi. Perchè, e non per fare scetticismo gratutito, non è detto che il progetto che appare migliore sulla carta risulti poi quello più fattibile e scevro di possibili rischi e conseguenze. Sono d'accordo con Lei, Sig.ra Melis, sui rischi ambientali di un progetto di sezionamento della nave per portarla via a pezzi. Ma ribadisco ancora la grande onerosità di un raddrizzamento dell'intera struttura, tutta intera, di oltre centomila tonnellate al fine del galleggiamento per successivo traino. Operazioni queste tutte ciclopiche ma costosissime e rischiosissime per ottenere cosa? La rimozione "spettacolare" e "scenografcica" della Concordia "resuscitata e imbalsamata" come fecero con il "bandito Tribulzi" ma solo per andarla a smantellare altrove. Ma allora smantelliamola, senza sezionarla, almeno parzialmente sul posto, togliendo le sovrastrutture del ponte più alto, e via via i primi 3-4-5 ponti immediatamente sottostanti, insomma quelli necessari e sufficienti per alleggerire la struttura spostare il baricentro e ridurre la forza rotatoria di "raddrizzamento" necessaria per rimetterla gradualmente in asse, approfittando anche dei buchi già prodottisi sul fianco immerso per "scolare" l'acqua, poi magari rappezzare la parte di nave che è rimasta farla galleggiare e trainarla finalmente a destinazione. I rischi sarebbero assai ridotti e il risultato finale utile pressochè certo.
Cara Franca, non devi preoccuparti neanche un po, anche perchè se leggi bene quello che ho scritto al sig. Regolo ho semplicemente detto che gli unici titolati a decidere sull'argomento sono gli abitanti del giglio intendendo per questo chi risiede 365 giorni all'anno sull'isola te compresa. nel dire questo, considerando che non posso essere li costantemente, mi sono tirato in dietro per rispetto dei gigliesi abitanti effettivi e tutti i gigliesi che vivono, come te con il turismo. se poi ti riferisci a quanto ho scritto su facebook a Fabio Agugliari è altra cosa perchè in altro contesto.
Non preoccuparti minimamente io mi fido di tutti i gilgliesi che sono sul posto e nelle istituzioni Sindaco,maggioranza, minoranza e Comune di isola del giglio in toto.
Carissimo Attilio, anch'io sono un tuo studente se ti ricordi di me, volevo solo dirti che certamente bisogna prepararsi anche ad altre alternative, anche per non rimanere delusi da eventuali già recuperi fatti solo a parole, ma con i mezzi che esistono oggi in questo campo dei recuperi, credo sia probabile il recupero e relativo rimorchio della Concordia in strutture portuali per la sua demolizione. Ovviamente la maggior parte credo di queste ditte sarà sicuramente del Nord Europa. Un carissimo saluto a Te e tutti quelli che leggono.
Carissimo Fabio Agugliari; anche se sei solo uno degli oltre mille studenti che ho accompagnato verso la maturità in quasi 40 anni di carriera scolastica (il prossimo anno dovrei decidermi ad andare in pensione) ti ricordo bene e fa grande piacere anche a me ritrovarti dopo diversi anni anche se sul Web. E' importante che il Comitato del Giglio annoveri persone in gamba e serie come te anche se da studente eri birbone, giustamente, come tutti gli studenti. Prendo in grande considerazione questo tuo intimo desiderio di risolvere il problema relitto-Concordia con la sua totale rimozione verso destinazione lontana. Vedremo presto se la cosa è nelle reali intenzioni di chi può o deve decidere e fare, ma consiglio di prepararsi almeno mentalmente anche ad altre opzioni alternative, sia per non farsi prendere di sorpresa qualora vengano proposte, sia per metterle razionalmente a confronto con quella preferita e quasi pretesa da te e dal Comitato che rappresenti. Un cordialissimo saluto dal tuo Professore di Impianti.
desidero rispondere prima ad alfredo, scusami alfredo ma il comitato non rappresenta tutti i gigliesi, questo tuo voler per forza continuamente inserirlo come se fosse una cosa comune mi disturba molto.non avevamo e non abbiamo bisogno del comitato per chiedere la rimozione della nave, è stato chiesto dalla gente che vive al giglio nativi e non, questo per far capire che il giglio non è il comitato. Abbiamo delle istituzioni che si occupano dei gigliesi che ci ascoltano e ci fanno parlare e partecipare attivamente sia alle riunioni che attraverso comunicati che giorno giorno ci aggiornano.
Buonasera Ing. Regolo, leggendo quello che lei ha scritto come risposta purtroppo tutto deve essere rimandato alla fine di marzo. Un possibile taglio della nave in loco porterebbe un'inquinamento ,che come lei ben sà, sarebbe un danno ecologico enorme all'isola, l'isola anche se poco conosciuta prima è sempre stata rinomata per il mare che la circonda, per un habitat sottomarino ricco e rigoglioso, ora quello che lei auspica danneggerebbe tutto questo; non voglio insegnarle niente ma ormai cerchiamo di avere la pazienza di attendere questi 25 giorni, che ci separano dall'incontro con chi ci spiegherà quale soluzioni verranno adottate. la saluto e le porgo distinti saluti
franca melis
Sig. Arienti, apprezzo molto il tono e il contenuto dei suoi interventi. Si avverte chiaramente che lei è profondamente legato alla storia e alla realtà della sua bella Isola. Ma, per favore, non si chiuda a riccio rispetto alle opinioni degli altri anche se non sono nativi del Giglio. E' evidente che la soluzione ottimale sarebbe di rimuovere tutta intera la nave che sta assumendo ogni settimana che passa sempre più le sembianze di un relitto. Ma è proprio il tempo che passa, e le grandi difficoltà ancora da affrontare e superare, non ultima la doverosa necessità di ricercare ancora i residui dispersi e le lunghe operazioni di perizia tecnico-giuridica, che rendono sempre più scettici riguardo alla effettiva possibilità di realizzare suddetta soluzione ottimale. L'acqua del mare ha invaso da quasi due mesi i gangli vitali della nave con assai probabile fuori uso definitivo della loro funzionalità: Il raddrizzamento e le contestuali operazioni di rappezzamento e svuotamento dello scafo per il tentativo di galleggiamento allo scopo del successivo traino alla stazione di "trattamento" implicano costi abnormi di cui nessuno, né privato né pubblico, vorrebbe caricarsi. In questa situazione non credo che per quanto forte e unito possa essere il Comitato di cittadini Gigliesi che hanno deliberato una certa volontà cui Lei ha fatto riferimento sia sufficiente a spingere rapidamente ed efficacemente in quella direzione. Ed è per questo che è meglio continuare a tenere aperto il dibattito, proprio per evitare che qualcuno dall'alto o da fuori decida il da farsi di punto in bianco al di sopra della vostra volontà e consapevolezza.
prof. Regolo,chissà se si ricorda che lei è stato il mio professore di Impianti elettrici all'ITI di Grosseto? Risentirla mi ha fatto un enorme piacere!
Io credo che la nave debba essere portata via intera e quanto prima, nei tempi necessari per eseguire un lavoro impeccabile. Sono estremamente curioso di vedere con quale sistema avverrà questa operazione, anche perchè vedremo sicuramente all'azione tecnici di fama mondiale. La mia speranza e anche quella del comitato che rappresento è semplicemente quella che tutto fili liscio; a mio parere però la nave deve essere rimossa, non mi piacerebbe che rimanesse li, proprio non riuscirei a vederla anche se portasse turisti a iosa! questa è la mia opinione e mi pare sia un pò quella di tutti i gigliesi. Vede professore (mi permetta di chiamarla così eh), a me quella notte sarebbe piaciuto continuare il mio sonno tranquillo, il giorno dopo andare a lavorare normalmente, Daiana avrebbe continuato a vivere insieme a tutte le altre vittime........quella nave, seppur stupenda, a me ricorda quella notte e quella notte mi ricorda tutte le povere persone che, almeno lo spero, stanno guardando tutto ciò da lassù. Lasciarla li, per me NO GRAZIE
Sig. Regolo credo che il dibattito sul destino della nave sia iniziato il giorno dopo dell'incidente e si sia chiuso qualche giorno dopo, quando i GIGLIESI, attraverso la costituzione del comitato ha chiesto a gran voce di portare via la nave intera e non sezionata.
In tutta onestà penso che i soli titolati a decidere del destino del loro territorio siano gli abitanti del Giglio, non capisco perchè da tempo c'è qualcuno che cerca di aprire discussioni su questo argomento già chiuso tempo fà.