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Dibattito sulla musica nei locali: "concludo e rispondo"
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Concludo e rispondo agli ultimi interventi.

Volevo soffermarmi sulla questione delle discoteche, perché evidentemente c’è stato un fraintendimento.
Ho sempre usato il termine “discoteca”, a partire dall’articolo del signor Galletti, per intendere un luogo con musica e drink ... a questo punto penso che l’abbiate percepito come un covo di ragazzi fuori di se.

Tutti quanti noi chiediamo un posto dove poter divertirci in serenità. Siamo tanti, d’estate, tra turisti e residenti, e abbiamo bisogno di uno sfogo dopo lo stress o semplice routine giornaliera.

Faccio l’esempio del frigorifero: sapete come funziona? Ve lo spiego in modo molto semplice. Il suo funzionamento si basa su una trasformazione ciclica: il frigorifero assorbe energia dall’esterno per raffreddarsi internamente e quella stessa energia viene trasferita a temperatura maggiore di nuovo verso l’esterno, come una sorta di sfogo.
Parlando da lavoratrice (COME ME TUTTI), siamo anche noi delle macchine termiche: se da una parte ci impegniamo nel nostro lavoro, dall’altra abbiamo bisogno di uno sfogo per mantenere la serenità mentale, che la vita non deve essere solo fatica. Ma non si tratta solo di questo, banalmente anche di puro divertimento e intrattenimento serale per chiunque, giovani, adulti e anziani (che poi, a mio parere, l’età la detta la forza d’animo, ma questi sono altri discorsi).

“Nel caso in cui, invece, il bisogno di una discoteca sull'Isola fosse così impellente, si tratterebbe comunque di imprenditoria privata: non può pensarci il Comune! Su le maniche, mettere in piedi un'attività è complesso ma non infattibile: basta imparare a destreggiarsi nella burocrazia italiana. […] nessuno metterà i bastoni tra le ruote a un progetto ben fatto e a un'idea imprenditoriale che possa funzionare e risulti sostenibile sul lungo periodo.” (Citazione dal l’articolo di Giorgia Schiaffino)

Ci sono stati svariati tentativi di creare spazi per ballare e divertirsi accompagnandoci con casse e amplificatori non professionali quindi non molto potenti, in aree lontane dal centro abitato, in zone isolate dell’isola, nel rispetto dei lavoratori e turisti quindi consci delle problematiche che avremmo riscontrato mettendo la musica ad alto volume nei pressi delle zone abitate.

Siamo finiti nei posti più sperduti e in ville private isolate e, nonostante ciò, gran parte di queste iniziative si sono concluse con la loro l’interruzione da parte delle forze dell’ordine.  Quindi, se abbiamo detto che il problema ruota intorno al limite dei decibel, inquinamento acustico, disturbo notturno, e tutto quello che si voglia elencare, per quale motivo reprimere anche questo tipo di feste private appena descritte?

Chi disturbiamo? La fauna? Cioè i topi? I mufloni che ormai nemmeno ci sono più? I gatti randagi? I gabbiani?

Capisco che si tratti di iniziative non regolari, talvolta fuori dagli schemi, ma non si è mai tentato di venirci incontro.

E non solo: a mio avviso, lasciare che ci sia un unico punto di ritrovo controllato potrebbe risultare più gestibile di una mole di persone sparse per tutto il Porto / Campese / Castello.

Per quanto riguarda l’agire attivamente e in prima persona: siamo in un periodo storico in cui l’economia è a picco ... come potremmo noi ragazzi investire denaro nell’apertura di un’attività simile? È chiaro che quello di cui parliamo non è una tale attività ma di un semplice intrattenimento estivo anche organizzato privatamente ... abbiamo bisogno di una mano, ed è quello che chiediamo.

In totale serenità, per concludere questa catena di polemiche, ci aspettiamo tutti il riscontro da chi di dovere.

Francesca Fanciulli