A bordo del velivolo, un Augusta A109 Grand, c'erano il pilota Aldo Baldoni, il co-pilota Gaetano Anestrelli, il medico Laura Giordano e l'infermiere professionale Alessio Gonnelli.
L'elicottero stava per atterrare sull'isola per prelevare e trasferire all'ospedale Misericordia di Grosseto un paziente isolano quando è avvenuto l'incidente.
Alle 20:46, dopo aver dato il "finale" all'equipaggio dell'ambulanza che lo stava attendendo in piazzola, ovvero circa 10-15 secondi prima dell'atterraggio, il velivolo, stando alle prime ricostruzioni, avrebbe perso potenza e di conseguenza quota dall'altezza di 300 metri.
A quanto ci raccontano testimoni oculari, il pilota avrebbe a quel punto operato una provvidenziale manovra di ammaraggio consentendo a Pegaso un impatto meno violento con l'acqua, a circa 500 metri dalla costa tra Punta del Lazzaretto e la Cala dell'Arenella.
Mentre da terra scattava un'imponente macchina dei soccorsi, i 4 superstiti, come ci raccontano, riuscivano senza non poche difficoltà ad uscire dal velivolo che dopo circa 7 minuti si è inabissato.
Le operazioni di ricerca, nonostante il buio ed il mare leggermente agitato, hanno dato il loro frutto alle 21:10 quando i 4 naufraghi sono stati recuperati dalla Protezione Civile, da Ido Cavero e Matteo Mariuz e dalla motovedetta dei Carabinieri. A bordo di altre imbarcazioni c'erano Capitaneria di Porto, Polizia Municipale e tanti altri volontari.
I 4 erano in buone condizioni nonostante avanzati sintomi di ipotermia dovuti a quegli interminabili 24 minuti in balia delle onde. Sono stati accolti nel porto isolano dalle ambulanze della Misericordia, dal medico Armando Schiaffino, dalla dottoressa della Guardia Medica Domitilla Ordini e da una popolazione sollevata dall'incubo di un'ennesima tragedia per questi "Angeli del Soccorso".
Subito è stato allertato l'equipaggio del traghetto Toremar che, atteso l'arrivo da Porto Santo Stefano della motovedetta con a bordo una squadra di soccorso del 118, è partito alla volta dell'Argentario, caricando anche il paziente isolano per il quale era partita la missione di Pegaso; paziente che durante il trasporto si è aggravato in maniera preoccupante.
Mi preme segnalare la professionalità e la disponibilità di tutto l'equipaggio della nave nei confronti dei 5 pazienti durante la traversata: il prezioso operato degli uomini di bordo è stato il più bel completamento di un sistema di soccorso che ha funzionato in maniera egregia.
All'arrivo a Porto Santo Stefano un'imponente mobilitazione di mezzi del 118, cronisti e fotografi attendevano il traghetto Aegilium e mentre un'ambulanza trasferiva il paziente isolano velocemente a Grosseto, gran parte degli uomini della Centrale Operativa potevano riabbracciare, finalmente sollevati, i propri colleghi.
Un incidente dunque che per molti minuti ci ha fatto rivivere l'incubo di quella maledetta notte sulla collina di Tirli; un incidente su cui si dovrà indagare. Crediamo che uno dei prossimi passi obbligati sarà il recupero del velivolo dal fondo del mare per appurare le cause dell'avaria.
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