Sono nuovamente di grande attualità gli argomenti che riguardano l’istituzione, dove non ci sono, o l’ampliamento, dove già esistono, di parchi marini o zone marittime protette. Per sabato 1º dicembre il dott. Mario Tozzi, presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e il Comune dell’Isola del Giglio, hanno invitato un po’ tutti (Ministero, Regione, Provincia, Guardia forestale, autorità marittime, Consorzio Isola di Giannutri, Comune di Monte Argentario, società di navigazione, associazioni varie» ad una riunione che ha per oggetto “Regolamentazione isola di Giannutri”. La riunione si terrà a Porto S. Stefano con inizio alle 9:30, nella sala consiliare del Comune.
Più che una semplice riunione sarebbe un tavolo di concertazione per la discussione sulla regolamentazione degli accessi all’isola di Giannutri. Secondo il presidente del parco dott. Mario Tozzi, il tavolo dovrebbe riunire tutti gli sforzi comuni al fine di ottenere una fruizione dell’isola di Giannutri che si appoggi sulle prerogative di conservazione di valore internazionale e faccia perno sui dati scientifici relativi ai patrimonio naturalistico.
Senza tanti giri di parole e frasi più o meno decifrabili, si tenta di arrivare ad adottare per l’isola di Giannutri il numero chiuso visto come il fumo negli occhi da decine di operatori che svolgono la loro attività nel settore della nautica da diporto.
In buona sostanza, i visitatori danno noia. Pare che sull’isoletta manchino i servizi e quindi invece di organizzare i servizi si vogliono ridurre i turisti. Per il 1º dicembre quali siano le condizioni meteomarine intorno all’Argentario, nella sala del tavolo di concertazione, l’atmosfera sarà piuttosto calda.
Comunque oltre alla questione “Giannutri”, bollono in pentola ben altre cose che riguardano l’isola del Giglio. Circola da qualche giorno, tra le associazioni interessate, una proposta dell’amministrazione comunale isolana, nata - si legge in apertura del fascicolo: “Da un lungo lavoro iniziato dallo stimolo prodotto dal Ministero dell’ambiente, che tramite l’Ente Parco, ha proseguito l’iter istitutivo della Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano”.
La proposta è contenuta in 37 pagine più due carte topografiche ed ha già suscitato reazioni contrarie di notevole ampiezza. La proposta divide l’umanità che risiede o che si avvicenda sull’isola in: popolazione residente; popolazione non residente; popolazione turistica che alloggia sull’isola; popolazione turistica che non alloggia sull’isola (giornalieri e yacht superiori a 10 metri di lunghezza); popolazione turistica formata da gruppi sub provenienti dal continente.
Trattando il caso degli yacht, al punto 5 della proposta, si legge: “Merita individuare a parte la categoria costituita dalle grandi imbarcazioni superiori ai 10 metri, provenienti dai numerosi porti della terraferma, che a centinaia si ancorano liberamente davanti agli arenili principali e nelle cale più belle dell’isola.
Questa categoria, si sostiene, oltre a contribuire marginalmente alla vita economica e sociale dell’isola, è una delle più devastanti e deleterie dal punto di vista ambientale (centinaia e centinaia di ancore che quotidianamente, 24 ore su 24, arano i fondali, le posidonie e tutto ciò che si trova alla loro portata). Anche dal punto di vista prettamente turistico, rispetto al più proficuo turismo che alloggia sull’isola, questa categoria danneggia non poco l’immagine che da terra si ha dell’ambiente circostante, sicuramente contribuendo a diminuirne il valore». Per questa categoria viene proposta l’istituzione di zone di ancoraggio in siti ben individuati con opportuni campi boa.
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