Riferendomi all’articolo dell’Unione dei Comuni sull’incontro dei marittimi ed i sindacati di categoria col Ministro dei Trasporti, credo sia veramente importante che da parte dei cittadini ci sia un sostegno affinchè si salvaguardino i posti di lavoro, per le isole vi sono anche società private che assicurano una parte dei collegamenti, ma questo non deve essere la scusa per mandare a casa decine di lavoratori, diventa anche evidente che il periodo che stiamo vivendo non garantisce la sicurezza al 100% che anche il privato non possa trovarsi successivamente in difficoltà.
Spesso non ci rendiamo conto che la perdita del lavoro di molte persone coincide con altre perdite di posti di lavoro, mi riferisco a tutto l’indotto che ruota attorno a queste società, non saranno solo i marittimi ad andare a casa, ma saranno anche piccole aziende che dovranno a loro volta licenziare quel personale che diventa in più, se non addirittura chiudere specie se sono piccoli artigiani.
I costi per i privati sono certamente superiori, questo potrebbe portare, naturalmente in periodi “morti” ad una diminuzione delle corse di collegamento, che non potrei assolutamente criticare, muovere dei mezzi con 4/5 persone, quando l’equipaggio è quasi il doppio è chiaramente un suicidio economico.
Le critiche fatte ai marittimi della Toremar per gli scioperi sono inacettabili, quando vengono fatte dai loro stessi compaesani, difendere il posto di lavoro da qualsiasi situazione si provenga, privata o parastatale, è un’obbligo di ogni persona che si è assunta degli impegni verso i propri figli, mogli e in prima persona verso se stessi.
Spesso è stato detto perché non danno gli incentivi alle società private, certo si potrebbe anche fare ma i dipendenti della Toremar dopo?
Le società private che già lavorano sono efficienti e complete nel personale, non assumerebbero certo i marittimi della Toremar e se lo facessero di sicuro qualcuno dei loro andrebbe a casa e  ricominceremmo da capo, non credo che verrebbero costruite altre navi, il problema che oggi ha la Tirrenia di un surplus di mezzi e uomini sarebbe nuovamente un “loro problema”, ancora più grave, proprio perché sono dei privati.
Si decida di dare un taglio al flusso del turismo,che è l’unica vera fonte di lavoro e di guadagno per tutto l’arcipelago e la costa, accettando che la Toremar scompaia, che le compagnie private raggiunto il numero, smettano di traportare le persone e pace per chi resta fuori.
Se come si dice la Toremar è l’unica che all’interno della Tirrenia è positiva economicamente,allora lo spacchettamento deve essere l’unica strada perseguibile da tutti, l’unione in questo momento deve essere unanime con il sostegno anche delle società private di tutto l’arcipelago, affinchè si continui offrire un servizio, in parole povere non dobbiamo lasciare a terra nessuno dove non arriva una compagnia deve arrivare l’altra.

Franca melis