Fratelli d'Italia sostiene Claudio Borghi
E' stato accolto da tanti gigliesi e dal gruppo isolano di Fratelli d'Italia il professor Claudio Borghi Aquilini, candidato a Governatore della Toscana per la Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Durante un aperitivo ed un pranzo con i simpatizzanti, il professor Borghi, esponente di spicco a livello nazionale della Lega Nord, uno tra i più importanti esperti economici italiani, ha affrontato insieme al responsabile isolano di Fratelli d'Italia Mario Pellegrini, molti dei temi caldi della politica locale, tra i quali la questione dei rifiuti, le difficoltà economiche delle amministrazioni comunali e la gestione gigliese del post Concordia.
Claudio Borghi ha salutato l'isola con la nostalgia di chi l'ha vissuta fin dalla giovinezza con la promessa di ritornare presto, qualunque sia l'esito della prossima consultazione elettorale.
Ci mancherebbe Gian Piero, non abbiamo la pretesa di convincere nessuno. Abbiamo soltanto spiegato le nostre regole interne che portiamo avanti ormai da 12 anni prendendo atto che non le condividi! Ribadiamo in estrema sintesi: - PROPAGANDA ELETTORALE: diamo spazio sempre a TUTTI (senza guardare lo schieramento e senza porre i limiti a ciò che, venendo sull'isola vogliono comunicare). Attueremo lo stesso metodo, come già fatto in passato, agli altri candidati che decideranno di farci visita elettorale. - Notizie/Pubblicità: le notizie di inaugurazione attività sono forme di pubblicità, non occulta ma palese. La prima pubblicazione/pubblicità la concediamo gratuitamente a TUTTI coloro che ne fanno/hanno fatto/faranno richiesta. - Comunicato su Micoperi: in riferimento al comunicato sugli utili della Micoperi (non avevamo capito a cosa ti riferissi), ritenendola una notizia interessante per i gigliesi, l'abbiamo condivisa citando opportunamente la fonte. E' libertà del lettore poi considerare più o meno attendibili gli stimatissimi colleghi di RavennaNotizie.
NON SONO D’ACCORDO! No!, proprio No!, cari amici-colleghi di “GiglioNews, cui sono tanto legato e cui sono assai grato per lo spazio che, immancabilmente, concede alle mie “riflessioni”, non mi avete convinto, con la vostra “replica” alle miei osservazioni su Borghi-Aquilini, sui suoi “camerati”, più, in appendice, su Micoperi e Lampogas. Non mi avete convinto per una serie di ragioni che, pazientemente cercherò di spiegarvi, e, sempreché mi riesca, di farvi capire. Innanzitutto, l’attività giornalistica, a meno che non si voglia apparire di parte, dovrebbe essere improntata, in ottemperanza alla vecchia regola che impone di “distinguere i fatti dalle opinioni”, all’oggettività dei fatti riportati e, se si è di parte, che lo si faccia sapere, onde consentire a chi legge, da quale “pulpito” venga la “predica”. Allo stesso modo, deve essere ben chiaro che quello che viene riportato sulla pagina è, a prescindere dallo stile in cui sia scritto, una vera e propria notizia e non già pubblicità, camuffata da notizia (la storia dei “Redazionali”, scritti o acquisiti per compiacere sia le aziende degli azionisti d’un “giornale”, sia i “capitani d’industria”, che garantiscono, comunque, in altra parte del “foglio”, sostanziosi flussi pubblicitari, è vecchia di tanti decenni che, seppure tuttora continui ad incombere sul mondo del giornalismo, non è il caso di rivangarla). Ebbene, partendo da questi semplici presupposti, dettati da una corretta “deontologia professionale”, non si capisce l’oggettività di regole che un giornale od un giornalista, in un contesto di “par condicio” qual è quello delle competizioni elettorali, possa altrimenti darsi, rispetto a quanto già codificato, validando, quasi fossero un “viatico” od un metro di misura per una più o meno congrua “visibilità” degli uni rispetto agli altri, visite, comunicati, saluti etc. Visibilità che, deve, invece, essere a tutti equanimamente riconosciuta, a meno che, alcuni “competitors”, a prescindere dal normale confronto politico, non diventino protagonisti, volontari od involontari, non fa alcuna differenza, di accadimenti per il quali insorga il diritto dovere della cronaca. Nella fattispecie, però, “ad adiuvandum”, ci sono anche regole di buon gusto o buon tono di cui avvalersi, che andrebbero senzaltro rispettate. C’è, infatti, un famoso detto latino che recita “est modus in rebus” e che, se letteralmente significa che le cose vanno “amministrate” con ordine ed equilibrio, intende pure asserire che c’è una “misura” da rispettare. Ebbene, nella fattispecie delle tre “occasioni”, una di seguito all’altra, date all'esimio professore della Lega Nord, per “illustrarsi” assieme ai suoi “camerati”, mi sembra proprio che una giusta misura, non ci sia stata. Parliamo, quindi, dei Redazionali. Ebbene, dopo aver premesso che, seppure i comunicati-stampa che si ricevono, a meno che non siano ingiuriosi o scandalosi, hanno diritto sostanziale d’essere pubblicati, è anche vero che non è che, per forza di cose, debbano essere presi e riversati sulla pagina così come arrivano, quasi fossero il Vangelo, perché il giornale ha il diritto-dovere di commentarli, se serve, di sintetizzarli, e, comunque, di spiegarli a chi legge, in modo da farne intendere i contenuti non solo agli “incliti”. Di più, il giornale, prima di pubblicarli, buoni o cattivi che siano, autoincensanti o meno che siano, deve anche valutare da quale fonte siano scaturiti e, prenderli, per così dire, “con le molle”. E questo soprattutto perché quando li riporta “sic et semplicer”, come gli arrivano, diventa automaticamente corresponsabile dei contenuti. Prendiamo, quindi, i due esempi: Micoperi e Lampogas Per quanto riguarda la prima, senza tirare in ballo il gemellaggio dei Marinai di Maremma con quelli di Ravenna, di cui il sottoscritto si compiace, ma di cui non ha minimamente fatto menzione, si evidenzia che il comunicato “pasquale” sulle virtù e sulle prospettive di quella società (che comunque sarebbe stato meglio “commentare” con un “cappello” od in termini di sintesi), non solo non proviene da una qualche fonte del mondo degli affari o della finanza, così come non deriva da qualche agenzia di caratura nazionale, bensì da “Ravenna Notizie”, ovvero un foglio romagnolo, di connotazione ovviamente campanilistica, che, in quanto tale, ha teso, comunque, a dipingere coi più fulgidi colori la Micoperi, che, guardacaso, è di Ravenna. Infine, per quanto si riferisce all’”informativa” sulla seconda, basta sottolineare che la pagina di GiglioNews, non solo, riporta “senza colpo ferire”, sotto il titolo “Sbarca al Giglio Lampogas”, il comunicato di detta società, ma addirittura, a fondo pagina, evidenzia, per chi avesse interesse ad avere maggiori informazioni sull’azienda, di contattarla, tramite l’indirizzo mail www.lampogas.it Al solito, comunque, un caldo abbraccio!
Eccetto la campagna elettorale per le elezioni del Sindaco (che merita appositi spazi), nei casi di elezioni regionali, politiche o europee abbiamo sempre adottato lo stesso criterio: diamo spazio soltanto a quei candidati (presidenti o consiglieri) che decidono di visitare l'isola e ci inviano comunicati stampa in proposito oppure ai gigliesi che tentano l'avventura politica in Regione o in Parlamento. Sempre, lo ribadiamo, se loro stessi decidono di inviarci comunicati. Per quanto riguarda l'articolo su Lampogas, abbiamo sempre dato spazio in Prima Pagina alle attività che "inaugurano" sull'isola o ai gigliesi che tentano l'avventura fuori dal Giglio, sempre, al solito, che loro stessi decidano di comunicarcelo. Altre e future pubblicità, se l'operatore commerciale lo desidera, diventano invece inserzioni a pagamento ed assumono altre forme e spazi all'interno del giornale. Per quanto riguarda l'articolo su Micoperi, sono stati i gigliesi stessi, ospiti in questi giorni a Ravenna, a volerci raccontare la loro esperienza, soprattutto nei termini di straordinaria accoglienza ed ospitalità ricevute. L'articolo a firma Micoperi non ha fatto altro che confermare quanto loro ci avevano raccontato.
A PROPOSITO DI BORGHI-SALVINI (CAMPIONE, PER ORA, DI LEGA NORD E FRATELLI D’ITALIA”) ED IL RISCHIO DEI COSIDDETTI “REDAZIONALI”, CON, IN APPENDICE, MICOPERI E LAMPOGAS Cari amici di GiglioNews, per quanto mi è piaciuta, anche se “costruita” a “bella posta”, la foto di quel pancione prominente, con l’ombelico od “ombicione” come pure si dice in Maremma, contornato tra l’altro, da due mani, vigili e “protettrici”, acconciate a cuore, significanti la custodia d’un “tesoro” ed inneggianti alla “Festa della Mamma”, non m’è, invece, affatto piaciuta la reiterazione di quella faccia dal sorriso “melenso”, che sembra annuire all’obiettivo, sottintendendo, per chi guarda, ossia i “lettori” del giornale, soprattutto Toscani, “se mi darete il voto, ve la farò poi vedere io”. Non m’è piaciuto il volto, né la “messinscena”, di questo “giovin signore” dal doppio cognome (Borghi-Aquilini) che, a parte i meriti professionali, che, puntualmente, sciorina e non fa ad altri sciorinare, è, non solo, espressione d’un mondo già di per sé classista, con sfumature razziste, ma anche, vessillifero d’un pericoloso disegno di recesso dalla moneta unica dell’Euro, attraverso elucubrazioni econometriche tutte da dimostrare, mentre avremmo bisogno d’una vera integrazione politica continentale, che, sottoposta a potestà istituzionali “super partes”, guardasse soprattutto ai meno abbienti, ai diseredati ed ai tanti disperati che sono costretti a traversare il “nostro mare”. Non mi sono piaciute (azzardo la parola) queste, come giornalisticamente sono, per solito, definite, tre “marchette”, quasi si trattasse d’un pedaggio da pagare in cambio di chissacché. Salviamo pure la prima, quella della presentazione, comunque autoincensante; sorvoliamo sulla seconda, ammiccante ad un veniale “drink” tra amici; ma se si intende andare avanti così, con “Fratelli d’Italia” ed altri come loro, che intendono farne un “campione” delle loro battaglie politiche (Fratelli d’Italia che, spudoratamente, hanno “sutto”, quale Araldica identificativa per lo scudo di famiglia, quasi gli altri fossero cugini o nemici dell’Italia, addirittura le tre sacre parole dell’”incipit” dell’inno di Mameli, che, a vent'anni, nel 1849, prima di morire nella difesa di Roma, chiamò a raccolta gli Italiani, per combattere gli stranieri e non per scatenarli contro i fratelli), chi sa mai dove andremo a finire?!. Non voglio, però, dilungarmi troppo. Aggiungerò soltanto che la “sequenza” su Salvini, può apparire come pura e semplice pubblcità elettorale. Se così fosse, però, non solo dovrebbe essere ben specificata, ma addirittura “pagata”. Altrimenti, sarebbe bastevole, a meno di eventi particolarissimi, implicanti il diritto–dovere della cronaca, un’informazione “sobria” e contenuta. Al di fuori di queste due ipotesi, strettamente pertinenti la deontologia professionale, nel campo dell’informazione, siccome nella fattispecie del “tertium datur”, esiste solo un'altra “forma divulgativa”, ossia quella del cosiddetto “Redazionale”, che, però, è pubblicità occulta. Redazionale che, dopo le dure prese di posizione delle autorità federali di controllo della stampa americana (al riguardo il “fenomeno” William Randolph Hearst, magistralmente “documentato”, nel 1941, da Orson Welles, nel film “Quarto potere” (Citizen Kane), è sintomatico), che, a suo tempo, irrogò pesanti sanzioni agli editori, è stato ormai irreversibilmente bandito dai quotidiani, dai “tabloids” e dalle reti televisive. Al riguardo, per concludere, non posso non manifestare pari “perplessità” sui due recenti “servizi” relativi alle grandi “virtu’” operative della Micoperi, ed alle potenzialità infrastrutturali della “Lampogas”. In fondo, una sola cosa, potrebbe consolarmi: il fatto che queste ed altre società, sotto la specifica dicitura di “messaggio pubblicitario” od d’altro criterio identificativo, chiedessero di pubblicare, alla luce del sole, i loro “presunti” pezzi, corrispondendo, però, un adeguato “valsente”.