I risultati delle prime analisi sui campioni del contenuto effettuate presso i laboratori ARPAT portano ad escludere rischi di contaminazione significativa del mare. Nei giorni scorsi un peschereccio battente bandiera maltese ha avvisato l'Ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano del ritrovamento nel sacco della rete a strascico di 6 taniche in plastica da circa 50 litri ciascuno, a circa 25 miglia a sud-ovest dell'isola di Montecristo su un fondale di circa 650 metri, in acque internazionali. Le taniche sbarcate sono state poste sotto sequestro. Sono quindi intervenute squadre NBCR del Nucleo regionale e di quello provinciale di Grosseto dei Vigili del Fuoco, per garantire l'apertura in sicurezza dei contenitori, dato che non si aveva nessuna indicazione del loro contenuto.

I Vigili del Fuoco hanno riscontrato la presenza nelle taniche di una soluzione molto acida, probabilmente di acido cloridrico. Hanno quindi prelevato, adottando le opportune misure di sicurezza necessarie in casi del genere, alla presenza di operatori ARPAT del Dipartimento di Grosseto, campioni del contenuto per le successive analisi nel laboratorio di Siena dell'Agenzia. I risultati delle prime analisi effettuate confermano che le taniche contegono una miscela di acidi forti con prevalenza di acido cloridrico. In soluzione negli acidi si riscontra la presenza di diverse sostanze, nessuna delle quali però in concentrazioni rilevanti, in particolare i metalli pesanti risultano in concentrazione < 0,01% (valore di riferimento per la caratteristica di pericolisità dei rifiuti). 

Le prime valutazioni dei tecnici dell'Agenzia sulla pericolosità dell'acido cloridrico (comunemente conosciuto come acido muriatico) sono che può avere un effetto distruttivo sulle forme di vita presenti nei dintorni, immediato ma temporaneo, limitato alle aree dove può arrivare senza essere sufficientemente diluito (decine di metri per un contenitore da 50 litri), dopo di che perde ogni effetto significativo. Eventuali pericoli di una contaminazione per l'ambiente potevano dipendere quindi dalle sostanze (eventualmente) disciolte nell'acido e le analisi sinora effettuate portano ad escludere questo potenziale rischio.

A questo indirizzo http://sira.arpat.toscana.it/sira/progetti/montecristo/google/mappa.html è disponibile la mappa del luogo dove sono stati pescati i contenitori secondo quanto dichiarato dal peschereccio Maltese. Come si può osservare sulla mappa si tratta di una zona attraversata da rotte su cui si svolge un ampio traffico navale.