Addio Giglio?

Come era lecito attendersi, il ministero ha cassato buona parte delle regole proposte dai gigliesi. Questo è solo l'inizio, quando il satrapesco ente parco si impadronirà del vostro territorio e del vostro Mare chissà cosa estrarrà dal cilindro magico. Adesso credo che l'alternativa sia secca: prendere o lasciare, a meno che le elezioni non spazzino via questo governo sfiduciato e questo ministro indagato. In ogni caso, se l'AMP si farà con le ultime regole scritte dal ministero, i pescatori in apnea saluteranno il Giglio e scegliendo la Grecia, la Croazia o la vicina Corsica per le proprie vacanze.  Un vero peccato. Una discriminazione che, pur colpendo una minoranza,  resta odiosa come tutte le ingiustizie. In un recente workshop di cui potete trovare il video su Youtube cercando "workshop amp pesca" illustri ricercatori e docenti delle Università di Lecce e Napoli hanno garantito che non esiste alcuna evidenza scientifica circa la maggiore dannosità della pesca in apnea rispetto alle altre forme di pesca sportiva. La direttrice della riserva di Bonifacio (90.000 ettari perlopiù accessibili ai pescatori sportivi, compresi quelli in apnea) ha spiegato che nelle zone B della riserva corsa c'è una biomassa 6 volte superiore a quella delle zone B del confinante parco nazionale de La Maddalena.... come a dire che dove si pesca in apnea e si fanno i controlli il pesce non manca ed il parco funziona benissimo, mentre la semplice proibizione della pesca in apnea non garantisce affatto una effettiva tutela del Mare, anche perché senza controlli la legalità resta un miraggio. Pensate che il direttore dell'AMP di Porto Cesareo ha recentemente inviato al ministero una proposta per la regolamentazione della pesca in apnea in zona C, in deroga al divieto totale previsto dall'originario decreto istitutivo. Il dott. D'Ambrosio ha spiegato che mentre il palamito, in quanto non selettivo, deve essere vietato (il decreto lo consentiva), la pesca in apnea è una forma di pesca selettiva che in quella specifica area dovrebbe essere regolamentata e non proibita, anche perché si consentono forme di pesca che procurano catture accidentali di specie protette come la cernia (le cernie tirate su con la lenza da un fondale rilevante muoiono per l'iperdistensione della vescica natatoria, e non possono essere rilasciate vive). Il fatto è che il ministero sa bene di non poter controllare il territorio, così si lava la coscienza colpendo con un divieto totale e immotivato i cittadini onesti e rispettosi del Mare e della legge, lasciando campo libero ai bracconieri... sembra quasi un invito a convertirsi al bracconaggio, unica forma di pesca veramente libera lungo le coste nazionali. Mi chiedo cosa impedisce un contemperamento di interessi che non si traduca nella totale soppressione di quelli dei pescatori in apnea: cosa costa lasciarci pescare in zona C o anche solo in parte della zona C?

A voi gigliesi la nostra diserzione costerà solo qualche soldino, magari nella bassa stagione, ma a noi costerà molto di più: l'amarezza infinita di essere umiliati, trattati da distruttori del mare, cacciati senza una ragione comprensibile dall'intero perimetro dell'Isola, costretti a vivere i vostri meravigliosi fondali nei ricordi. Per giunta: senza alcuna utilità per la salute del Mare.

Giorgio Volpe
ASD Apnea Magazine