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Grazie ai gigliesi
Tornavo, esausta, triste, vuota, disperata, con la mia mamma dentro una cassettina fatta a libro. Le onde lunghe sembravano respingerci, l’acqua dal cielo a raffica si mischiava alle lacrime. Ostile il Giglio in lontananza, avvolto da una luce oscura. Un viaggio che mai avrei voluto fare. Poi a mezzo canale una specie di calma è scesa dentro di me. E ho capito che stavamo solo tornando a casa.
Non so niente del Giglio, non ricordo le facce, non conosco le razze, né le parentele…Erano Beppe e Caterina che sapevano tutto, che mi dicevano le cose e il da farsi. Ma saranno i gigliesi ora a raccontarmi: di me, di loro, della nostra storia antica. Gente forte, abituata alle tempeste della vita, mi aiuterà col suo pudico affetto a ripensare il mio futuro e a tornare tutte le volte che posso, tornare a casa.
Grazie a tutti.
Loredana Ulivi
Carissima Loredana,io la conosco forse Lei no......Ho conosciuto i Suoi cari,Persone Meravigliose...che dire,io non sono Gigliese,sono un forestiero che frequento il Giglio da 40 anni.Abito al Castello in una casetta a piano terra in Via Roma 26.Quello che Lei ha scritto è bellissimo.....i Gigliesi sono sicuro, le saranno molto vicino....Bentornata a casa...la Sua casa......Cordialmente un forte abbraccio....
Cara Loredana, sai bene che il tempo inclemente non ha favorito la serenità dei pensieri, ma può capitare in certe circostanze che anche lui dia i “segni” della tristezza col pianto associato per gli avvenimenti umani dolorosi. E tale è il dolore di una figlia che ha visto scomparire nell’arco di 3 mesi entrambe le persone più amate._ Lo smarrimento, la sovrapposizione di pensieri sul recente e lontano passato, sul presente e sull’incognita futuro, è naturale e, solo chi l’ha vissuto può comprenderlo fino in fondo. Scompaiono le persone che ti amavano più di nessun altro al mondo e quindi dentro hai quella sensazione del “pezzo di Te” che se ne va con loro. Nient’altro può essere più importante. Non credo poi che Tu non sappia niente del Giglio, basterà che parli di Beppe e Caterina, dei fatti della loro vita e parlerai della nostra amata Isola. UN ABBRACCIO.
LOREDANA, MI PERMETTA Ai margini d'una foto, bella quanto antica, le sue parole, misurate, ancorché sorprese, descrivono un miracolo, quello d'aver ritrovato le sue radici e la sua gente, trascurata da sempre. Non avere o non conoscere le "scaturigini" del proprio sangue, ci fa sentire soli ed incerti nel percorrere le strade della vita. Ora, grazie al miracolo, che l'ha colpita potrà, finalmente colmare il vuoto che si portava dentro, presago solo di tempesta.