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Grazie per il soccorso ricevuto
Vorrei ringraziare tutti gli operatori del 118, i Vigili del Fuoco, il medico dell'elicottero e il pilota e tutte le persone che mi hanno soccorso quando sono caduto sugli scogli del Giglio lo scorso 20 agosto.
GRAZIE DI CUORE A TUTTI PER IL VOSTRO LAVORO E PAZIENZA (Data la mia considerevole mole)!!
DIFFORMITA’ COMPORTAMENTALI AL COSPETTO DI EVENIENZE ANALOGHE C’è un discorso nella breve “carriera” del compianto Presidente degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy che , non solo ha “segnato”, per sempre, lo spessore e la caratura politici del “personaggio”, a mio parere, difficilmente ripetibili, ma che, contestualmente, testimonia il modo d’essere e di fare delle popolazioni che hanno, nel loro DNA, l’”imprinting”, sotto varie fattispecie, del Protestantesimo. Questo discorso è quello in cui, rivolgendosi agli “Americani”, nel corso di una pubblica concione, ebbe, pressappoco, a chiedere ai propri “concittadini” se non fosse il caso di smetterla con il domandare allo Stato, cosa lo Stato potesse fare per loro, domandando, invece, di converso, cosa mai loro potessero fare per gli Stati Uniti d'America. Questo modo di approcciare le “cose”, che è in fondo sintomatico d’un certo modo di pensare e di fare delle popolazioni “attraversate” da Luteranesimo, Calvinismo etc. ossia da tutte quelle dottrine scismatiche del Cattolicesimo, rispetto alla Chiesa di Roma, che aveva fatto mercimonio delle “indulgenze” e che coltivava, oltre misura, il Potere temporale dei Papi, segna il confine tra l’uomo che, attraverso un “filo diretto” con Dio, senza bisogno di intermediari, può ben guadagnarsi il Paradiso, e l’uomo che ha, comunque e sempre, bisogno di chi l’aiuti a salvarsi, in quanto spiritualmente inabile a farlo da solo. Trasmutando nell’ordine effettuale delle cose di ogni giorno, ne deriva che quest’ultima concezione del rapporto tra la Nazione e il cittadino, comporti, innanzi tutto, che, in buona sostanza, gli Italiani, invece di concepire algebricamente, in un “continuum” di “do ut des”, il rapporto politico-amministrativo con lo Stato, s’aspettino e pretendano che lo Stato centrale e le sue articolazioni periferiche, quasi fossero doverosi “Dei ex machina”, di connotazione unilaterale, chiamati a sovraintendere ai loro destini, risolvano, per loro conto, ogni e qualsiasi cosa, lamentandosi continuamente e sistematicamente per ogni “aspettativa” disattesa, senza quasi mai “riconoscere” all’insieme della “Cosa pubblica” organizzata meriti ed onori. M’è venuto da fare questa “elucubrazione” di stampo, per così dire, metafilosofico, dopo aver letto, su “GIGLIONEWS” l’accorato, quanto insolito ringraziamento rivolto da un frequentatore “foresto” del Giglio, caduto e rimasto gravemente ferito sugli scogli dell’isola, al Servizio di “Elisoccorso”, che gli ha consentito d’essere rimosso e portato in tempo record in ospedale, al cospetto dell’accadimento successivo, in cui, nell’entroterra grossetano, l’urgenza di correre in aiuto d’una donna in pericolo di vita, data l’impervietà dei luoghi e l’assenza di specifiche segnalazioni, ha, di fatto, determinato l’impatto, contro i fili della linea elettrica, del cavo di soccorso di un altro elicottero, mentre stava calando a terra il personale sanitario, con la conseguenza di provocare la caduta di medico ed infermiere, che, pur non essendo morti, hanno subito molteplici e gravi fratture. Ebbene, mentre il turista del Giglio ha ritenuto doveroso manifestare, ufficialmente, la propria riconoscenza per quel “gesto” di doverosa solidarietà che, forse, gli ha, addirittura, salvato la vita, non una riga di analogo ringraziamento m’è capitato di leggere sulla cronaca dei quotidiani di Maremma, che hanno “riportato” l’altro episodio. Ho tenuto a sottolineare questa discrasia comportamentale perché forse, chi, di diritto o di rovescio, serve lo Sato senza particolari riconoscimenti, né da parte dell’Amministrazione pubblica né, tantomeno, da parte della cittadinanza, sopportando sovente critiche e reprimende del tutto ingiustificate, a mio modesto parere, lavorerebbe con maggior profitto e soddisfazione comuni, se solo gli utenti, di tanto in tanto si ricordassero semplicemente di ringraziarlo, per i servizi loro, comunque, prestati. Da parte mia, in proposito, posso riferire che, negli anni ’70, reduce da un’intervento chirurgico innovativo, effettuato in Laparoscopia e sostenuto nel piccolo Ospedale di Budrio, per mano di un qualificatissimo (alla faccia della generale idiosincrasia verso immigrati) dottore Siriano, che, mi pare, si chiamasse Al Mureden, allorché ebbi ad indirizzare tramite “Il Resto del Carlino”, un messaggio di riconoscenza e di ringraziamento, per l’esito dell’operazione, il trattamento generale e le molte attenzioni con cui il personale di servizio, nel corso della degenza in nosocomio, per altro, pulitissimo, aveva “atteso” alla mia persona, sia privatamente, sia attraverso il “foglio”emiliano, mi “ritornarono” molteplici apprezzamenti, tutti improntati alla ”sottolineatura” dell’insolito comportamento.