Sono ormai sempre più evidenti i segni di irrequietezza di un certo ambientalismo, miope ed integralista. Anche di fronte ad un ministro che scrive che le richieste di Parchi e amp devono venire dal territorio interessato, c’è qualcuno che si agita in modo ossessivo.

I tempi stanno cambiando e i nodi giungono al pettine. In futuro non ci saranno più risorse per apparati burocratici inutili come si è rivelato il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e come vorrebbero fare la nuova amp. I nostri attuali “regnanti”, che non abbiamo eletto, ma che governano la maggior parte del nostro territorio, forse sentono avvicinarsi un futuro diverso.

I movimenti ambientalisti in passato hanno avuto il pregio di risvegliare una certa cultura ecologica, poi però alcuni di loro si sono accorti che tale materia procurava soldi e potere, si sono dimenticati dell’ambiente e si sono concentrati su questi ultimi aspetti. Personalmente sono un appassionato e farei insegnare educazione ambientale a scuola, ma quello che dicono certi personaggi, anche se in buona fede, non è accettabile da chi crede nella democrazia e nel valore dell’Uomo.

Ci ricordiamo tutti come erano tenuti i nostri boschi prima del Parco nazionale, mentre oggi l’abbandono regna sovrano. Ridateci la nostra terra e noi la riporteremo gratuitamente e senza perdere un solo posto di lavoro allo splendore e alla vera tutela che merita. Forse qualcuno dovrà stare meno in ufficio e un po’ di più nella macchia, ma tutti noi dobbiamo essere coinvolti nella missione più importante: la difesa del territorio.

I finti ambientalisti sanno solo vietare e spaventare la gente con il catastrofismo (desertificazioni, meduse velenose, farfalle killer… ), il loro scopo è allontanare l’uomo dalla Natura, lasciare tutto all’incuria, forse per crearsi un proprio regno di potere, senza mai usare il sano “olio di gomito”. Ma la vera protezione dell’ambiente non funziona così.

Per far crescere un albero in salute serve tanto lavoro, bisogna zappare, potare, a volte anche innaffiare, ma quando arriva il momento bisogna cogliere il frutto, altrimenti va tutto alla malora, come sta succedendo qui. Questo vale anche in mare dove è necessario fare i depuratori, gestire i prelievi, eliminare le pratiche di pesca non selettive (come le spadare o le reti a strascico), ma impedire l’accesso e la balneazione è inutile e dannoso. L’Uomo fa parte della Natura, non può sottrarsi dal suo ruolo di gestore attivo e competente. Per diffondere questa cultura e questo amore è necessario che l’Uomo possa andare nella Natura in piena libertà.

La Guardia costiera e quella Forestale sono organi efficaci che, se coordinati con un Parco e un amp gestiti e regolati da persone del posto diverrebbero uno strumento straordinario di tutela e controllo. Io credo che mai come oggi sia chiara a tutti l’inadeguatezza delle leggi del Parco nazionale rispetto alle esigenze del nostro Arcipelago. Noi che conosciamo bene questi luoghi e li amiamo come noi stessi, comprendiamo bene il valore della natura e abbiamo il diritto e il dovere di difenderla da soli, senza ricorrere a enti esterni.