I Gigliesi a Santo Stefano danno noia?

Le recenti dichiarazioni televisive del sindaco di Monte Argentario sul parcheggio delle autovetture dirette al Giglio fanno sorgere spontanea la domanda se forse i rapporti fra le due popolazioni fossero migliori quando esisteva un solo traghetto (il vecchio Aegilium degli anni '60 che approdava alla Pilarella) che era senza garage quando cioè il il traffico diretto al Giglio era limitato ai soli passeggeri.

Per rispondere a questo quesito è interessante leggere la seguente lettera del 31 luglio 1962 scritta da Giovanni Maria Viti, santostefanese di adozione, proprietario di una villa alla Pilarella e protagonista di molte iniziative di carattere locale. La lettera è indirizzata al sindaco dell'epoca, Ettore Zolesi, a cui si rivolge come amico pregandolo ironicamente di intervenire presso il sindaco:

Aegilium pilarella santo stefano isola del giglio giglionewsCaro Ettore,
Ella che è in ottimi rapporti con il Sig. Sindaco di questo Comune potrebbe facilmente ottenere che le prove dell'Inno dell'Azienda Autonoma di Monte Argentario, che si svolgono regolarmente tutti i giorni dalle 8 alle 12 e, quel che è peggio, dalle 13 alle 17 nell'Auditorium dell'Aegilium non costituissero godimento riservato ai soli cittadini della Pilarella e ville soprastanti (v. Viti & C.) ma si svolgessero nella sede più consona del “Valle” in considerazione della travolgente rumorosa tecnica strumentale dell'inno assai più comprensibile dagli artigiani di questo rione, già usi alle armonie di cigolanti argani e lamiere martellate, che non dai poeti arroccati sugli scoscendimenti della Pilarella.
Ho potuto capire che il “leit-motif” dell'Inno è pressapoco come quello della forgiatura della spada di Sigfrido o dei martelli percossi sulle incudini di quel cattivo gusto strumentale onomatopeico di Verdi introdotto nel coro zingaresco del “Trovatore”.
Tanto per affermare il candore della mia ignoranza in materia di contrappunto ed armonia ho voluto capire quali “intonarumori” dodecafonicavano le battute dell'inno a bordo dell'Aegilium e ho potuto conoscere che gli strumenti sono costituiti da catene rugginose di ferro =picchettate= da robusti martelli con moto =lento-ostinato= e tempo 2/4.
Ora, caro Ettore, dica al Sig. Sindaco che, per quanto io possa essere appassionato musicofilo, ho necessità assoluta di far tranquillamente funzionare i battiti del miocardio senza un contrappunto di ostinate martellate, per ore ore ore, non inserito nella partitura dell'ultimo tempo “allegro non troppo” della partitura della mia vita.
Il Sig. Sindaco lo saprà certamente – ma ella che gli è tanto amico glielo ricordi – che ci sono regolamenti urbani che tutelano la pace dei cittadini non con la sola istituzione dei cimiteri.
L'Aegilium è una barca per servizi pubblici ed allora se ne stia pure quieta quieta a dondolarsi nello specchio d'acqua della Pilarella; o è un'officina ed allora se ne vada al porto industriale del Valle e finisca una buona volta di scocciare il prossimo, oh cacchio!
Glielo dica al Sig. Sindaco e gli dica che ci sono pure carabinieri e vigili urbani motorizzati per la tutela della quiete di questa cittadina candidata all' “Aziendatura”.
Caro Ettore, vede, avrei potuto rivolgermi anche direttamente al Sig. Sindaco, ma forse Lei non lo conosce bene come lo conosco io: certe volte gli pigliano certi contorcimenti interiori quando gli si parla di cose cittadine che è meglio etc. etc.
Grazie, caro Ettore, con il mio cordiale saluto Giovanni Maria Viti

Insomma già allora davano noia addirittura i rumori della manovre e della normale manutenzione. Come insegna la storia, i traghetti per il Giglio furono poi veramente spostati al Valle. Oggi il Sindaco Cerulli minaccia di far fermare le auto dei turisti diretti al Giglio addirittura a Santa Liberata. Giustamente, come lui stesso ha detto, deve prima tutelare gli interessi dei santostefanesi. Quello che lascia perplessi è solo ricordare che l'attuale amministrazione gigliese, all'atto del suo insediamento, cestinando la proposta di istituzione dell'Area Marina Protetta, usò, fra i vari argomenti forti, gli interessi dei pescherecci santostefanesi e la conseguente necessità, altamente strategica dal punto di vista politico, di mantenere rapporti di buon vicinato.

Armando Schiaffino