Il 1° Maggio 2010, all'Isola del Giglio e precisamente al Castello, verrà ufficialmente scoperta una lapide dedicata agli uomini, minatori, che prestarono la loro energia e fatica, lavorando nella miniera di pirite al Campese. Chiusa poi definitivamente nei primi anni sessanta.
Come figlia di minatore, la notizia mi dà commozione e come isolana, non può che farmi piacere; finalmente sarà ricordato ai posteri il valore di chi in miniera morì per guadagnare pane e companatico da dare ai figli, perché di questo si trattava: portare alla famiglia un salario, una paga che alzasse un po' il livello di quella vita povera ma dignitosa che caratterizzava la nostra comunità.
La miniera di pirite ha portato nell'isola, per un certo periodo, una stabilità finanziaria, la comunità, ingrandita con l'arrivo in massa di molti minatori marchigiani seguiti dalle famiglie, pullulava di botteghe, di macellerie, di bar. C'era persino il fabbro che impiombava le brocche di rame inciombate.
Al Campese i vari dirigenti della società che gestiva la miniera vivevano in villette costruite apposta per loro; il grande spaccio, invece era per le famiglie dei minatori, che potevano comprare "a libretto": io partivo a piedi con mia sorella e una borsa della spesa che poi portavamo, piena, per un manico ciascuno, al Paese. L'isola in quel periodo, viveva di un suo respiro proprio, autonomo; c'erano le feste, i balli, le scampagnate, le nuotate, i giochi con le penitenze sulla spiaggia e le canzoni.
Ma quella parvenza di benessere veniva pagata a caro prezzo dagli uomini che scendevano nelle gallerie: quanti, ancora giovani, si sono spenti come candele alla finestra, ammalati di silicosi!
Il mio babbo era una di quelle candele.
Per riscattare la loro memoria, dimenticata o ignorata con molta facilità, diversi anni volli scrivere un pensiero dedicato ai minatori, intitolato "Gli Eroi del quotidiano", che pubblicai sul giornalino parrocchiale e, grazie alla Pro-Loco, al Circolo Culturale Gigliese e al dottor Fei, che con passione è riuscito ad aprire, al Porto, un sito sui minerali dell'Isola del Giglio, la memoria piano, piano si è fatta strada, uscendo e superando il cemento che coprì forme e tracce di una lunga storia isolana, che poteva diventare museo.
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Palma Silvestri
I MINATORI: EROI DEL QUOTIDIANO
Autore: Palma Silvestri
4 Commenti
Cara Palma, mi hai commosso. Non scherzo, alla fine del tuo post avevo i lucciconi...
Quando ho tagliato il nastro del Museo ho voluto avere accanto a me Peppe di Bugia, perché il Museo è dedicato a tutti loro...
Ho conosciuto i minatori del Giglio, mi sono fatto raccontare le loro storie, le loro piccoli e grandi avventure: qualcuno sorvolava sui momenti duri per paura di spaventarmi, qualcun altro ricordava più a se stesso che a me, ma tutti sentivano che raccontare la propria vita avrebbe offerto ad essa una valenza universale. E vorrei che il Museo li ricordasse per sempre, fosse il loro monumento, così come il sito web.
Sì, hai ragione tu, sono eroi. Non solo del quotidiano: sono eroi e basta.
Veramente un bel pensiero
Complimenti Palma per le bellissime parole spese per il tuo babbo e per nostri eroi compaesani che ci hanno lasciato a causa di quella malattia che purtroppo non conoscevano. Grazie per le informazioni che permettono a noi che eravamo più piccoli di capire ... e per saper amare così tanto (anche se lontana) ... la nostra isola !!!
Mi associo anche io nel ricordare nonno Elfio!!!