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Mi piange il cuore e mi rende triste, complice un sole che picchia forte oggi a Livorno e rende più grande il desiderio di tornare al granito, sentire che ad un mese dalla regata, soltanto un equipaggio è allineato sulle boe di partenza. Dove sono finiti i tempi delle eliminatorie alle Cannelle, quando in una atmosfera unica, di sera avvolti in una magica pace, 5 a volte 6 ciurme si contendevano in una gara a tempo, il privilegio di fare il palio (1977/1978 ecc)?
Oggi tutto questo è un bellissimo lontano ricordo, che forse non tornerà più.
Allora TUTTI INSIEME, giovani, vecchi, uomini e donne bisogna fare di tutto perché NON MUOIA LA CORSA DELLE BARCHETTE che i nostri ANTICHI PADRI, dopo mesi di pesca all'acciuga, tornati per San Lorenzo, disputavano in una corsia unica per misurare la loro forza. Bagnando poi la vittoria nell'ansonaco.
A questo punto io proporrei alcune cose: convincere innanzitutto i campioni delusi (giuste o non giuste critiche al supersaraceno) Fanciulli Luca, Ansaldo Lorenzo, Galli Roberto, Monti Giuseppe, De Politi Francesco, ecc. Toccando il cuore marinaro che è in loro. Chiedendogli, naturalmente, di non salire sulla stessa lancia.
Poi, tornare alle 4 corsie, riducendo ognuna di queste a circa 1 minuto e mezzo di voga, in modo che il percorso totale arrivi ad un massimo di 7 minuti. Sperando che le mazzere delle boe foriere trovino un fondale adeguato. Percorso di gara quasi obbligato dalla nave Concordia. Così facendo anche i VECCHI AMANTI UNICI, in mancanza di giovani atleti (Guido, Giacomo, Alvaro, Tarcisio, Paolo ecc) potrebbero di nuovo (dopo visita cardiologica accurata) scendere in mare "mestiati" con i giovani di altre ciurme. Naturalmente I VECCHI AMANTI UNICI, posizionati dietro le panche principali (quindi 3° o 4° voga). A questo punto, forse, anche IL VECCHIO AMANTE che scrive, potrebbe riprovare l'emozione unica, dimenticata ormai, di impugnare l'amata marina leva "il remo".
Tutto questo soprascritto sperando che non diventi una consuetudine e cresca nei giovani l'amore che questa nostra tradizione merita.
Quando dietro il poggio, sembra morire il sole, il palio vive, e ancora una volta ... racconta.
Tonino Ansaldo
Voglio raccontare una storia: c'era un bambino che all'età di 4 anni prendeva una piccola barchina, un guscio di noce, era tanto contento che si faceva, mettendosi in cima alla prua con un reme, dalle Cannelle alle Caldane ... giornate intere con questo barchino! Non esisteva per lui, come invece per la maggior parte dei ragazzi, il calcio ma il mare: nuotare, andare in canoa o con questo barchino.
Una volta cresciuto il barchino era diventato troppo piccolo e allora scelse la canoa e il nuoto. Di palii al Porto non se ne perdeva uno, un giorno chiese se poteva fare anche lui una gara per il Minipalio, gli dissero di si, lui si preparò con un enorme entusiasmo ma il giorno prima della gara gli fu detto che era stato sostituito con un altro ragazzo, credo che sia stato un ragazzo di Roma.
La delusione fu enorme ma io gli dissi che, se era una cosa che gli piaceva, non avrebbe dovuto abbattersi ma insistere e riprovarci perché un giorno si sarebbero accorti di lui.
L'anno scorso finalmente ha gareggiato per il Minipalio e quest'anno, finalmente, realizzerà il suo sogno: farà il Palio nella Chiesa, grazie al Comitato
Poesie o altro e' sempre un piacere leggere parole piene di significati. Le tue parole Tonino. STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA
Bravo Tonino. Parli sempre con il cuore. Anche i ragazzi dovrebbero maturare la voglia di Palio. Sono anni di "stanca" che dobbiamo superare al più presto e rinvigorire la nostra passione e la nostra tradizione. Disponi in modo tale che ti possa dare una mano. Un premio, un supporto, una riunione. Quello che vuoi. Ma andiamo avanti. Sergio