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Il Covid al Giglio: riflessioni
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IL COVID AL GIGLIO

Che il Giglio, proprio per il fatto di essere un'isola, potesse non essere colpito, in modo più o meno serio, da una pandemia di portata mondiale come quella a cui stiamo assistendo, era di sicuro, come poi si è dimostrato, alquanto improbabile.

angelo stefanini isola del giglio giglionewsChissà, forse questa errata convinzione si era subdolamente insinuata, anche perché faceva comodo pensarla così, in qualche cervello per così dire, poco propenso ad un ragionamento logico e serio.

Magari una spintarella in questo senso, la potrebbe aver data anche una interpretazione errata e, ripeto di comodo, del risultato del test sierologico al quale gran parte della popolazione si era sottoposta nella scorsa primavera.

Anzi, per quello che si è visto durante la trascorsa stagione turistica, le cose sono andate, per fortuna sia chiaro, fin troppo bene.

Ma chissà, è probabile che la ridotta circolazione del virus, dovuta di sicuro alle dure restrizioni imposte dal governo nazionale nei mesi precedenti, sia stata decisiva in questo senso, per il Giglio come per il resto del Paese.

Questo ce lo potranno dire con certezza, a bocce ferme e quando finalmente tutto il mondo sarà uscito fuori dalla pandemia, solo attenti e mirati studi epidemiologici.

Fatta questa premessa, un po' lunga per la verità, mi corre il pensiero a quanto accaduto al Giglio tra i mesi di ottobre e novembre e, speriamo in modo molto meno pesante, sta accadendo in questi giorni. Entrambi periodi in cui i flussi turistici sono praticamente pari a zero.

Proprio per voler rispettare le prescrizioni via via imposte dai vari DPCM, mi capita raramente in questo periodo di poter venire al Giglio, dove ho ancora tra l'altro mia mamma che ha da poco compiuto 90 anni e altri parenti che a quell'età ci si avvicinano (da qui le mie preoccupazioni).

Le rare volte in cui ho potuto farlo mi sono trovato davanti a situazioni, magari isolate e sporadiche, ma che nulla hanno a che fare con il rispetto delle norme vigenti in questo periodo.

Venendo poi ai giorni nostri, mi giungono notizie, riportate da gente seria sia chiaro, di assembramenti vari, “cantinate” e cene varie alla presenza di persone non conviventi o comunque non legate da alcun vincolo di parentela. Addirittura sembra che in qualche locale si sia svolto qualche pranzo natalizio o di fine anno.

Tutto questo, mi dispiace dirlo ma tant'è, in una assoluta mancanza di controlli da parte di chi dovrebbe essere preposto a farli. Non mi si dica che i fatti a cui ho accennato sopra sono avvenuti all'insaputa di chicchessia, perché, specialmente in questo periodo, tenere sotto controllo la situazione non dovrebbe essere così difficile.

Nessuno vuol criminalizzare nessuno e si sa, al Giglio siamo tutti più o meno amici e tutti, all'occasione, possiamo prenderci un caffè assieme, ma qui si tratta di tutelare la salute pubblica da un nemico subdolo e pericoloso, quindi va bene l'avvertimento bonario e ripetuto, ma quando ci si rende conto che questo non basta più forse sarebbe il caso di applicare le sanzioni che pure i DPCM prevedono.

Un esempio a caso. Nel comunicato del 2 gennaio dell'Amm.ne Comunale si lascia intendere, ma magari potrei aver mal interpretato io, che uno dei due attualmente positivi non abbia ottemperato agli obblighi di quarantena previsti per chi proviene dall'estero. E' così? Se si il soggetto, che ripeto potrebbe aver messo a rischio con il suo comportamento un'intera comunità, è stato opportunamente sanzionato?

Ripeto, qui non è questione di criminalizzare nessuno o di stare con il fucile spianato dalla mattina alla sera, ma solamente di far si che le persone abbiano comportamenti responsabili.

Scrivo questo motivato, come dicevo sopra, dal fatto di aver al Giglio persone che se venissero disgraziatamente in contatto con il virus potrebbero andare incontro a seri problemi; tra l'altro, credo se ci guardiamo un po' intorno, situazioni di questo tipo ci sono un po' in tutte le famiglie gigliesi.

Chiudo facendo un appello a tutti coloro che sono preposti a far si che le regole date vengano fatte rispettare in modo a mio avviso più stringente di quanto avvenuto fino ad ora, senza, ripeto, voler criminalizzare nessuno, controllori e controllati.

Al Sindaco, soprattutto, in quanto massima autorità civile e sanitaria dell'isola. Siamo riusciti, per fortuna, a “riportare a casa” da poco, due nostri paesani la cui situazione sanitaria ci ha fatto temere il peggio per un periodo nemmeno tanto breve. Evitiamo, per quanto possibile, di ritrovarsi in una situazione simile, magari per responsabilità del comportamento sconsiderato di pochi.

Angelo Stefanini